AFFIBBIARE v.

0.1 affibbia, affibbiando, affibbiare, affibbiata, affibbiava, affibbiavi, affibbio, affibia, affibiare, affibiati, affibiato, afibbia, afibbiato, afibia, afibiai, afibiare, afibiarsi; f: affibiasti, afibio.

0.2 Lat. affibulare (LEI s.v. affibulare).

0.3 Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.); F Bacciarone di messer Bacone da Pisa, XIII sm. (pis.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Stat. fior., 1356 (Lancia, Ordinamenti).

0.7 1 Trans. Allacciare, fermare con la fibbia (in particolare il manto); anche fig. 1.1 Affibbiarsi (la corda): cingersi. 2 Rifl. Ricucirsi al polso le maniche della camicia. 2.1 [Più in gen.:] 'abbottonarsi', 'chiudersi il vestito'. 3 Assol. Appuntare il discorso.

0.8 Rossella Mosti 03.07.1998.

1 Trans. Allacciare, fermare con la fibbia (in particolare il manto); anche fig.

[1] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), tenz. 1, canz. 1.70, pag. 452: ché contro Amor già non vale rintoppo, / che, cu' istringe, com'più si contende, / sotto di sé più lo legh'e lo prende; / e 'l doglioso manto adosso gli afibbia.

[2] F Bacciarone di messer Bacone da Pisa, XIII sm. (pis.): Amor (ti· chiamo per lo nome; quanto / per l'operare, par ·mi, ben sò chenti), / di che ditt'ò se gravato ti· senti, / e vuoi apporre di te vegna gioia, / piace ·mi far ·lo sentensiare a Troia, / a ccui adosso il tuo affibiasti manto. || CLPIO L 101 BaBa.132.

[3] F Pallamidesse Bellindote di Firenze, XIII sm. (fior.): Tempesta d'angoscia posare me no larga, / e 'ncalcia ·mi come falco colomba: / così manto di guaio adosso m'afibio. || CLPIO V 688 PaBe.11.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 31.66, vol. 1 pag. 532: però ch'i' ne vedea trenta gran palmi / dal loco in giù dov'omo affibbia 'l manto.

[5] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c· 1, pag. 36.13: Né ben col farso ancor s'afibia 'l pecto acconciamente, se noi non avemo di ragion prima ben tessuta stretto nostra camiscia; onde così vedemo lo primo grado, ragion naturale sanza la quale bruti tucti semo.

[6] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 141.14: La piana fibbia affibbiava a costei la sommità del vestire; e capelli erano semplici, e raccolti in uno nodo...

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 113.4: Alla quale [[alla Reina]] pende uno troncascio di saette dall'omero, e li suoi bellissimi capegli sono rinchiusi in una reticella d'oro, ed uno affibbiatoio d'oro affibia quella vesta porpurea.

[8] Stat. fior., 1356 (Lancia, Ordinamenti), pag. 372.22: et neuni bottoni si possano portare in su alcuno loro vestimento dove non sieno occhielli per afibiare quelli bottoni.

1.1 Affibbiarsi (la corda): cingersi.

[1] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 6.3, pag. 261: Deh, cum'serebbe iusto sacrificio / al summo Dio, ch'ogni peccato allibia, / distruger quella seta che s'afibia / la corda ch'è agropata d'ogni vitio!

2 Rifl. Ricucirsi al polso le maniche della camicia.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 62, pag. 265.6: La mattina sì si levava e trovavali l'acqua e la tovaglia; e, quando era lavato, et ella li aparecchiava un ago voto et un filo di seta, e convenia che, s'elli si voleva affibbiare da mano, ch'elli medesimo mettesse lo filo nella cruna dell'ago...

[2] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 151, pag. 186.25: Apresso, sì chom'era l'usanza anticha, neuno portava bottone a' suoi panni per afibiarsi da mano o da petto a' suoi panni, se non che ciaschuno, o si faceva affibiare, o facealsi egli stesso la mattina, quando si levava, cho' l'agho o chol refe; et gentili et grandi segnori cho' la seta.

2.1 [Più in gen.:] 'abbottonarsi', 'chiudersi il vestito'.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 175, pag. 433.30: La mattina vegnente Antonio che avea una cameretta sul detto orto, dall'altra parte, dove era la casa, e ivi dormia, levandosi la donna prima, ed elli poi, e andandosi affibbiando per l'orto, ebbe vedute queste tre bestie selvagge...

3 Assol. Appuntare il discorso.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 79, terz. 55, vol. 4, pag. 50.24: nota, Lettor, colà, dov'ora affibbio...

[u.r. 27.11.2017]