AFFIEVOLIRE v.

0.1 affiebolì, affiebolio, affiebolìo, affiebolío, affiebolire, affieboliro, affieboliscie, affieboliscono, affiebolisscie, affiebolita, affieboliti, afiebolìo, afiebolire, afieboliscie, afieboliscono, afiebolite, afieboliti, afievelisceno, aflevolido, aflevria, axeiverir, axeverir, axeveriva.

0.2 Da fievole.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Zucchero, Santà , 1310 (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Per l'es. di afieboliti citato da GAVI s.v. affievolire, cfr. infiebolite in Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 5, cap. 5, pag. 159.6.

0.7 1 Diventare o rendere più debole (anche pron.). 1.1 [Rispetto alla quantità:] scemare. 1.2 [Rispetto alla qualità:] sminuire, svilire.

0.8 Rossella Mosti 18.09.1998.

1 Diventare o rendere più debole (anche pron.).

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 1.13: Ma siccome il nostro Signore piantò paradiso terrestro pieno di buoni alberi e di buoni frutti, e nel miluogo piantò un arbore ch'è appellato albore di vita, perciocchè 'l suo frutto avea vertudi di guardare la vita a quelli, che ne mangiavano, sanza morire e sanza ammalattire, e sanza invecchiare, e sanza afiebolire.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), pag. 109.26: E [[l'uomo]] si dee bangniare sovente in aqua freda, per lo chalore fievole ch'è dentro il corpo inforzare, e dee perdonare al'uxo dela femina e guardarsi da fatichare il più che potrae, perciò che in questo tenpo afieboliscie il corpo e disecca sopra tutte cose.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 134.8, pag. 521: Una via, de poi Denal, / aproximando carlevar, / che li omi lonzi se prevén / de la quaresema chi ven, / pensando alcun de pu manjar / per gran pensser de zazunar, / vojando lo corpo sì guarnir / ch'elo no possa axeiverir...

[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 16-30, pag. 718, col. 1.5: Com in color. Qui exemplifica, mostrando che per temidità le forze naturai s'afievelisceno; e perché era timido e vergognoso, no avea tanta possa che la soa vose se sillabicasse cum gl'ultimi organi della formacione della vose.

[5] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 18, par. 6, pag. 114.30: là o elli [[scil. Aristotole]] intese per lo conditore o portatore della leggie la leggi instituita, la quale se lli uomini ànno accostumato a guardare e mantenere, punto non dee - dici'elli - essere mutato, però se uno poco à in quello a ccorreggiere, ma lla dé l'uomo lassciare in sua durata, però che spesso mutazione di leggi affiebolisscie la forza di quelle, cioè a ssapere accostumanza d'ubbidire e guardare e acconpiere le cose che in quelle son comandate.

1.1 [Rispetto alla quantità:] scemare.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 302, vol. 2, pag. 466.59: Bene avenne a l'oste de' Fiorentini pestilenzia, che per lo dimoro ch'aveano fatto in su la Guisciana molti n'amalarono e molti ne morirono, pure de' più cari cittadini di Firenze e altri forestieri assai, onde l'oste affiebolì molto.

1.2 [Rispetto alla qualità:] sminuire, svilire.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 704, pag. 26: Per quel splendor ke perda stella ni lux ke sia, / La lux del sol per quello no è amenuïa, / E sí, meser Zené, la toa philosophia / Pel nostro sen cativo no dé ess aflevria.

[u.r. 23.08.2005]