AFFINARE (1) v.

0.1 adfina, affina, affinado, affinando, affinano, affinar, affinare, affinarlo, affinasti, affinata, affinati, affinato, affini, affino, afina, äfina, afinai, afinando, afinar, afinare, afinasi, afinata, afinate, afinati, afinato, afine, afinerai, afinerete, afino, anfinà .

0.2 Da fino 2 (o fine 2) 'sottile'.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Pucciandone Martelli (ed. Avalle), XIII sm. (pis.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Memoriali bologn., 1279-1300; Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Zibaldone Ricc., XIV pi.di. (venez.); Stat. venez., 1366.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.).

0.5 Cfr. Ageno, Verbo, pag. 100.

0.7 1 Liberare dalle impurità (un metallo, in partic. oro e argento), lo stesso che raffinare (anche pron.). 1.1 Estens. Aumentare di efficacia (per azione del calore). 1.2 Fig. Portare a perfezione, ingentilire; (anche pron.). 2 Affilare, aguzzare. 3 Signif. non accertato (stringere, contrarre?).

0.8 Rossella Mosti 25.09.1998.

1 Liberare dalle impurità (un metallo, in partic. oro e argento), lo stesso che raffinare (anche pron.).

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), Tant'aggio ardire, 74, pag. 894: So cavagli ben ferrare, / stormenti faccio e so sonare, / oro et argento so afinare / e da l'acqua fuoco trare...

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Son. 29.9, pag. 150: Sì come l'auro äfina in fornace, / tengno afinato chi voi tutto si dona.

[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 10.20, pag. 96: Questa corte è una fucina / che 'l bon auro se ce affina: / s'ello tene altra ramina, / torna 'n cennere e 'n carbone.

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 23, pag. 116.10: A la quale [[scil. una savia donna]] Cristo non rispondendo, e poi infine rispondendole, ma duramente, chiamandola cane - e ella incontanente lo 'ntese, però che i giuderi eran detti figliuoli, ma tutti gli altri cani -, ella non si ruppe, sì come l'oro che per lo fuoco non manca, ma affina...

[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 331.2: Ricetta d'affinare oro Se vuogli affinare oro lo quale oro fusse basso tanto che vogliendo battere in verghe a martello e non si tenesse a martello, sì si vuole fondere e gittarlo in grana in questo modo...

[6] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 26.19: Quando volessi digrosare bolçonalia picioli, fàe un ceneraciolo grande chon cenere, chome si fàe a chi volese afinare ariento.

[7] Stat. venez., 1366, cap. 178, pag. 90.40: Che per obviare ale malicie et ali frode le qual continuamente se comette in lo facto de l'argento, ch'el sia ordenado che da mo' avanti neguna compagnia over commillità se possa far, per modo alcun over ingegno, d'argento, lo qual serà conducto a Venesia e lo quale per li ordini nostri se debia infonder et affinar, et similmentre de l'argento affinado in summi over bollado dela bolla de San Marco.

- Sost.

[8] Zibaldone Ricc., XIV pi.di. (venez.), 11, pag. 54.12: e alltreta(n)to valle lo garato d'uno horo qua(n)to d'un alltro p(er)çò che si vende pur l'afinare de çascaun oro...

1.1 Estens. Aumentare di efficacia (per azione del calore).

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 3, pag. 18.31: E sono sotterra pietre focaie che per lo inchiuso caldo ch'entra di state per le fessure affinano.

1.2 Fig. Portare a perfezione, ingentilire; (anche pron.).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 680, pag. 551: Rea femena no menda per manaça o bolbina: / figo no trai de tribolo, né uva de la spina; / né onguento de medico ni 'ncanto de 'ndevina / lo cor de la rea femena no meiora n'afina.

[2] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 3.53, pag. 128: vagliami Amore per cui non rifino, / ma senza spene affino, / ch'a lui servendo, gio' m'è la travaglia.

[3] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 9.21, pag. 116: Quando l'aloda intendo / e rusignuol vernare / d'amor lo cor m'afina, / e magiormente intendo / ch'è legno d'altr'affare / ché d'arder no rifina.

[4] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 24, pag. 176: e bene avén veduto / in duro convenente, / ove ogn'altro semente, / che voi pur migliorate / e tuttora afinate...

[5] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 18.12, pag. 776: la eclesia è la madre ke riface / lo suo filiolo co lo sacramento / de l[o] santo batismo virtüoso, / ove s'afina kome auro in fornace / e piglia forma e resimigliamento / de lo suo dolçe padre pretïoso.

[6] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Son. 5.13, pag. 125: Quest'è lo mio dolor: ch'io non fenisco, / ma pur afino come auro nel foco.

[7] Pucciandone Martelli (ed. Avalle), XIII sm. (pis.), 55, pag. 150: Entra in madonna, Amor, k'è 'n gentil loco, / e partiti da volontà non-fina! / Di tucto be· lla trovarai redina, / e sì n'afinerai com'oro al foco...

[8] Memoriali bologn., 1279-1300, App. e, 42, pag. 95: Quando vi sguardo m'arde la corina / d'un amoroso foco che m'afina, / che ben mi par miracolo, dovina / sí mi 'ncende.

[9] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 457, pag 342: La staffa ricta donali quella ke 'l core adfina, / çoè la Humilitate; / la çancha tostu acconçali la Patïentia fina / in omne adversitate...

[10] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 5 [XXXI], 12, pag. 722: E de quanto ben è pina / la bïâ scritura lor, / ben n'avemo qualche odor, / ma in faito chi s'afina?.

[11] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 9.11, pag. 377: Se il padre ha il sommo ben della sua schiera, / Naturalmente in lui virtù s'affina, / E il nato convien sia di vil maniera, / E questi tempi più e men son lati / Secondo le figure d'alti lumi / Sotto li quali furon generati.

[12] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 67.121, pag. 335: Natura face in lui sperientia, / per che prudente il fa natura e uso; / e questo è difuso / fra la germana e la gente latina; / e tanto ognor del bel parlar s'afina / ch'ogni dur cor fa divenir suave, / e però no gli è grave / di praticare ogni altera bisogna...

[13] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 322, pag. 188.2: e 'l buono uomo impara e affina udendo dire e veggendo de' vizi del reo uomo, però che no gli segue, anzi conoscendogli e uden[dogli] [se] ne guarda...

- [Prov.].

[14] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 168, pag. 302: Grazia divina / lo cor de l'uomo affina.

[15] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 81, pag. 299: Cercone non s'afina / per dare medicina.

1.2.1 Perseverare in qsa, insistere.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 194, pag. 492.15: Così è fatta la condizione dell'avaro: che quando è punto da alcuno in simil forma, s'avvisa che quel tale il dica, perché vorrebbe che gittasse via il suo, o per invidia, o per empiersene il corpo; di che per avarizia, e per non far contento colui, continuo affina in essa, e mai non si toglie fame.

2 Affilare, aguzzare.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 151.8, pag. 207: Né mortal vista mai luce divina / vinse, come la mia quel raggio altero / del bel dolce soave bianco et nero, / in che i suoi strali Amor dora et affina.

3 Signif. non accertato (stringere, contrarre?).

[1] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 3.10, pag. 424: E 'n questo vo' che siate senza manti, / con vin di pome, che stomaco affina...

[u.r. 15.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]