0.1 affitti, affitto, afite, afiti, afito, afitto.
0.2 V. affiggere (per analogia su afflitto). || Cfr. Padoan, LN XX, 1959, pag. 22.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.
In testi sett.: Scritti spirituali ven., XIII; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).
0.6 N GDLI s.v. affitto 2 cita la forma afficto 'fisso', 'immobile', da un son. di tenzone dell'Abate di Tivoli (lez. ms.Chig. L.VIII.305; da Monaci, Crest., pag. 93), che risulta essere la prima att. del part. agg. Nel corpus si adotta l'ed. Contini che legge: «E son montato per le quatro scale, / e som'asiso» (lez. ms. Vat. lat. 3793).
0.7 1 Affisso; conficcato; trafitto (anche fig.). 1.1 Fig. Afflitto, tribolato. 2 Fermo, immobile. 3 Fitto, denso, impregnato.
0.8 Rossella Mosti 03.11.1998.
1 Affisso; conficcato; trafitto (anche fig.).
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), Canz. 35.64, pag. 98: O bon Gesú·, te, tal barone, / vedemo lasso, preso e denudato, / legato en fondo, siccome ladrone; / e 'l tuo bel viso battuto e sputacchiato; / apresso in croce afitto, a pogione / bever fele, de lancia esser piagato!
[2] Scritti spirituali ven., XIII, pag. 151.26: Le brace stava tirade, le mane stava afite, lo corpo me stava tirado, li pey me stava afiti, la [SIC] cavo me stava incoronado de spine.
[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 949, pag. 61: E chossì el me abrazava, et io lui, / planzendo chon sospiri e chon gran guai, / struchandose le man intrambi dui, / Poi verso de la chroze li ochi alzai, / là dove stava lo mio chuor afito, / e vidi quelo che in ventre portai, / sì dolorosamente eser aflito, / che quasi a dir non pareria posibele / quanto era lui per pasion finito.
[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 1.54, pag. 428: Piú·lá è l'animal ch'aucefa è ditto, / simile al badalischio nel rimiro; / ma va per terra piú grave e affitto.
[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 28, pag. 372.13: per ciò che il molto cibo vince le forze dello stomaco, in tanto che, non potendo cuocere ciò che dentro cacciato v'è per conforto del non ordinato appetito e dal diletto del gusto, convien che rimanga crudo e questa crudeza manda fuori rutti fiatosi, tiene affitti i miseri che la intrinseca passion sentono, raffredda e contrae i nervi, corrompe lo stomaco, genera omori putridi...
[1] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1192, pag. 76: Vedete el lato averto per donarve / ogni perfeto dono, e poi vedete / li piedi afiti pur per aspetarve, / si che ogni grazia che pensar volete, / avrete dal mio fiol zusta e vera, / se de sua pasion ve dolerete.
[1] f Esopo volg.: Un farsetto bene a otto suoli, pezza sopra pezza, affitto di sudore, e una cervelliera. || TB s.v. affitto (2).
[u.r. 27.11.2017]