AFFRĄNGERE v.

0.1 adfrantu, affragna, affragne, affranga, affrangere, affranse, affranta, affrante, affranti, affranto, affranze, afragna, afrang, afranga, afranger, afrangi, afrangio, afrangna, afrango, afranti, afranto.

0.2 Lat. affrangere (LEI s.v. affrangere).

0.3 Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.): 1. || Ma v. in affranto agg. Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.).

0.4 In testi tosc.: Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Cavalca, Rime (ed. Bottari), a. 1342 (pis.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.5 Locuz. e fras. che t'affranga Dio e la Madre 1.1; che t'affranga Cristo e la Madre 1.1.

0.7 1 Distruggere, annientare; infrangere, sgretolare. 1.1 Fras. Che t'affranga Dio / Cristo e la Madre. 1.2 Fig. Abbattere, fiaccare; prostrare. Intrans. Struggersi, disperarsi. 1.3 Privare qno di qsa.

0.8 Rossella Mosti 15.02.1999.

1 Distruggere, annientare; infrangere, sgretolare.

[1] Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.), tenz. 73.4, pag. 219: Or tienci, amico, sģ nel tutto cors', o[h]!, / che 'l mondo, in tutto, cosģ ci s'afrangna?

[2] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 15.13, pag. 26: et nell'inferno quanto qui fuor pravi / contra a la veritą cotanto affranti / son da quei pesi sopra ad tucti gravi.

[3] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 2.12, pag. 42: Cosķ veggia io affrangere, / se demonio fusse stato o stregola, / colui o quella che t'ha tolto l'essere / di lei, in cui regnava ogni bello essere.

[4] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 4, 16.3, pag. 50: e fatt'eran demonia tutti quanti, / e poi vedendo che [de]l paradiso / eran le sedie voite e quelli affranti, / disse: «Facciamo l'uom con festa e riso / all'immagine nostra qui davanti / e a similitudin del mio viso, / el qual uom queste sedie riempia / unde cacciata fu la brigata empia.»

1.1 Fras. Che t'affranga Dio / Cristo e la Madre.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 49, pag. 112.22: - E che ci hanno a fare l'aste, che t'affranga Dio e la Matre?

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 159, pag. 386.11: - Dove ci ponesti questa barbuta, che t'affranga Cristo e la Madre?

1.2 Fig. Abbattere, fiaccare; prostrare. Intrans. Struggersi, disperarsi.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.363, pag. 167: «Mesere, l'omo č vestito de cargne / e ne la cargne pate grann'arsura: / si la concupiscenzia lui affragne, / dąglie remedio ne la sua affrantura».

[2] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 47, pag. 409: O alto dio, comme lo concedi, / che mi da' tanto e fammene perdente? / cho' pił t'aguardo, figluolo, pił afrango...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 27.74, vol. 2, pag. 468: ché la natura del monte ci affranse / la possa del salir pił e 'l diletto.

[4] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 42.40, pag. 314: Piango 'l color de le polite guanze, / pił vivo assai che perla o che rubino, / che fo 'l primaio uncino de mia mente; / ma quel dolor che pił lo cor m'affranze / era la bocca sua bella e piacente, / ond'io sequente odģa el suo tentino.

[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1380] 60.109: e quella topina aflicta / da ca' Moro, / bona co' l'oro, col so cavo blondo, / desfarse del mondo, baterse e afranger...

1.3 Privare qno di qsa.

[1] F Guglielmo Beroardi, XIII sm. (fior.): Kondotto l'Amore m'ąve / in dolglie ed im pianto, / di gioia afranto e' sono miso im pene. || CLPIO, V 179 GuBe.27.

[2] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 34.5, pag. 393: Quando la voglia segnoreggia tanto, / che la ragion non ha poter né loco, / ispesse volte ride l'om di pianto / e de grave doglienza mostra gioco; / e ben seria de bon savere affranto / chi fredda neve giudicasse fņco...

[3] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 108.6, pag. 675: E ciascun giorno rinovello in pianto / e sono affranto - d'ogni allegramento...

[4] Cavalca, Rime (ed. Bottari), a. 1342 (pis.), Benfare e mal patir, 8, pag. 457: Uom giusto trovo aver doluto e pianto, / Di sua virtł vedendosi onorare; / Teme, che qui nol voglia Dio pagare, / E poi infin di sua speme sia affranto.

[u.r. 27.11.2017]