AGGIORNARE v.

0.1 açornà , açornado, aggiorna, aggiornaro, aggiorno, aggiornò, agiorna, agiornare, agiornò, azornà , azornadho, azornado, azornar.

0.2 Da giorno. || Cfr. 0.6 N.

0.3 Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.): 2.2.

0.4 In testi tosc.: Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gorra), a. 1322 (sen.).

In testi sett.: Tristano Veneto, XIV.

0.6 N Il signif. 1 è un prob. francesismo: cfr. ajourner 'fissare una data'.

Nota l'uso di aggiornare in Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), che sembra precorrere quello tecn. di aggiornamento di una seduta che si diffonderà (in amb. polit.-giudiz.) a partire dal sec. XVI-XVII e che non ha altri riscontri nelle att. del periodo.

0.7 1 Trans. Fissare una data per l'esecuzione di qualcosa; convocare qualcuno per un giorno stabilito. 1.1 Convocare qualcuno davanti ad un magistrato per una certa data, citare in giudizio. 2 Intrans. e pron. Iniziare (detto del giorno in opposizione alla notte); farsi giorno. 2.1 Sost. Il sorgere del sole. 2.2 Attendere che faccia giorno (?).

0.8 Elena Artale 02.11.1999.

1 Trans. Fissare una data per l'esecuzione di qualcosa; convocare qualcuno per un giorno stabilito.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 18, pag. 169.18: Aggiornaro il giorno che ciascuno mostrasse suo tesoro. Lo re giovane invitò tutti i cavalieri del paese, che a cotal giorno fossero in quella parte....

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 50, pag. 87.31: Però ch'egli diede la sua figliuola a un gentile uomo di Tuscolo, che ebbe nome Ottavio Mamilio, il quale era il più alto uomo di tutti li Latini; e per questo maritaggio acquistò molti parenti e molti amici. Tarquinio avea già grande autorità tra i principi de' Latini, quand'egli li aggiornò ch'elli a certo dì si ragunassero al tempio: però che di bisogne comuni volea parlare con loro.

1.1 Convocare qualcuno davanti ad un magistrato per una certa data, citare in giudizio.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 54, pag. 207.14: Il popolo per attizzamento de' tribuni ricominciò la contenzione della legge agraria. I consoli contrastarono a grande forza, nè già non si smagaro della condannagione di Menenio, nè del pericolo di Servilio. Quando i consoli furono usciti del consolato, Cneo Genucio uno de' tribuni li aggiornò.

2 Intrans. e pron. Iniziare (detto del giorno in opposizione alla notte); farsi giorno.

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gorra), a. 1322 (sen.), cap. 356, pag. 420.30: Molto agiornò male a suo uopo quel giorno, ciò credo, chè per questa aventura gli avenne sì forte destinea, che giamai a nullo giorno non sarà messo in oblio.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 9.7, pag. 11: cade vertú da l'infiammate corna / che veste il mondo di novel colore; / et non pur quel che s'apre a noi di fore, / le rive e i colli, di fioretti adorna, / ma dentro dove già mai non s'aggiorna / gravido fa di sé il terrestro humore, / onde tal fructo et simile si colga: / cosí costei, ch'è tra le donne un sole, / in me movendo de' begli occhi i rai / crïa d'amor penseri, atti et parole...

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 477, pag. 437.31: E cusì parlando intro quelli de molte cose, atanto li fese acolegar molto honoradamentre. Et elli sì dormì tanto qu'el fuò azornado, e sì se lievà e prese conbiado da l'osto e meté-se in lo llor camin. E cusì caminando Dinas parlà adoncha a meser Tristan et a llui dise: «Signor, savé vui como ha nome lo cavalier che apreso de vui cavalca?».

[4] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1386] 145.76: «Vélla de za! / da da da [da]!» chi più porrà, / quel vencerà, s'el starà fermo e saldo. / Non esser baldo, / che 'l forno è caldo e 'l nostro pan s'inforna. / «Torna chi, torna!». / En l'ora che s'agiorna i can la gionse, / e tanto l'onse de botte e de bonse, / che 'l volto si congionse con la terra. / Nel cominciar de guerra / troppo forte erra / quel che diserra e tace.

2.1 Sost. Il sorgere del sole.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 16, pag. 110.33: lle citadi che sono di verso oriente [[...]] conviene che ssieno avironate di montangne, in tal maniera che i venti di mezzodie e d'orriente non vi possano ventare; che i venti che vi ventano lae, [cio]è [di verso] -l mare, sono più tenperati degli altri e l'aire è buono, e perciò che al'agiornare, quando il sole si leva, fa levare un vento sottile e dolcie il quale fa nettare l'aire e purghare, e perciò colloro i quali dimorano in quella partita debono esere più sani e più legieri e più savi.

2.2 Attendere che faccia giorno (?). || Cfr. ED s.v. aggiornare.

[1] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 228, pag. 499: Giamai mal nonn- à gotta / Né di ren' né di gotta: / Il su' nobile stato / Sì mette in buono stato / Chiunque la rimira. / Per che 'l me' cor si mira / In lei e notte e giorno, / E sempre a· llei ag[g]iorno, / Ch'Amor sì ·ll'à inchesto, / Néd e' non à inchesto / Se potesse aver termine, / C[h]'amar vorria san' termine.

[u.r. 14.12.2017]