AGGRAVARE v.

0.1 adgravate, aggrava, aggravagli, aggravando, aggravandolo, aggravano, aggravante, aggravantesi, aggravar, aggravare, aggravarlo, aggravarono, aggravasse, aggravaste, aggravata, aggravate, aggravati, aggravato, aggravatu, aggravava, aggravavano, aggrave, aggraverà , aggraverebbe, aggravi, aggraviamo, aggravino, aggravò, aggravoe, agrava, agravà , agravada, agravadi, agravando, agravandolo, agravandulo, agravandulu, agravano, agravanu, agravao, agravaome, agravar, agravare, agravasi, agravass', agravasse, agravassiru, agravata, agravate, agravati, agravato, agravatu, agravaty, agravava, agravavalesse, agravavan, agraveronno, agravi.

0.2 Lat. aggravare (LEI s.v. aggravare).

0.3 St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.): 1.4.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Stat. sen., Addizioni 1298-1309; Stat. pis., a. 1327; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII s.m. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. venez., 1366; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Fras. aggravare del dormire 2.3; aggravare di sonno 2.3.

0.7 1 Imporre un peso su qsa o rendere qsa più pesante, appesantire (in senso proprio e fig.). 1.1 Imporre un vincolo fisico. 1.2 Sottoporre a pressione militare, al peso di un attacco. 1.3 Schiacciare (fig.), superare. 1.4 Imporre un peso a qno, esigere servizi o imposte onerosi oltre il giusto, vessare. 2 Infliggere sofferenza, tormentare; togliere forza, indebolire; affaticare. 2.1 Infliggere un fastidio; annoiare. 2.2 Offendere, oltraggiare. 2.3 Fras. Aggravato del dormire, di sonno: addormentato. 2.4 Fig. Indebolire (il valore di un discorso, un esempio, un paragone). 3 Diventare più grave, più dannoso; peggiorare (di una malattia, una colpa, una punizione); subire un peggioramento della malattia (di un malato); diventare più tormentoso (di un desiderio). 3.1 Rendere più grave, più dannoso (un danno, il peccato, la sottomissione); [del biasimo:] più severo; [dello stile:] più basso, più aspro. 3.2 Manifestare più grave, enfatizzare la gravità o dannosità di qsa. 4 Sottoporre al peso di un'accusa, accusare (di reati gravi). 4.1 Sost. Dura riprensione, condanna morale.

0.8 Elena Artale 11.03.1999.

1 Imporre un peso su qsa o qno o rendere qsa più pesante, appesantire (in senso proprio e fig.).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 18.17: la anima per gravezza del corpo perde la conoscenza delle cose, sì che appena puote discernere bene da male, sì come in tempo passato nell'anime di molti le quali erano agravate de' pesi de' corpi, e però quelli uomini erano sì falsi et indiscreti che non conosceano Dio né lloro medesimi.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 3, pag. 78.16: E vedemo e è rascione che uno omo è forte e corre quanto che un altro; e se lo malfatore fuge per la paura de l'armi, questo punitore non lo potarà engiògnare né ponire, emperciò ch'elli serà agravato per lo peso de l'armi...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg., c. 19.11, vol. 2, pag. 314: Io la mirava; e come 'l sol conforta / le fredde membra che la notte aggrava, / così lo sguardo mio le facea scorta / la lingua...

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 214.3: Quegli si sforza spesse volte, e tenta di rilevarsi: ma la sua mano diritta ee sottoposta al monte Peloro d'Italia; la manca, al monte Pachino; le gambe, al monte Lilibeo: Mungibello gli aggrava lo capo; sotto 'l quale arrivesciato getta fuori l'arene, e vomica la fiamma per la crudele bocca.

[5] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 131.17: Polifemo se ne rise, e disse: o più sciocco che gli altri indovinatori, tu se' ingannato: già me l'ha tolto un'altra. E così dispregiò colui che indarno l'amonia cose vere: e andante, egli agrava e liti col grande passo; o egli tornava sotto le scure spilonche.

[6] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, part. 2, pag. 48, col. 2.19: Onde dice la scrittura, in persona di colui che piagne, perchè e' non puote istirpare dalle radici i terreni pensieri del suo cuore, che 'l corpo che si corrompe aggrava l'anima, e la terrena abitazione abbatte il senso che molte cose pensa. Imperciocchè quando ella pensa molte cose del mondo e riceve le boci delle criature essa si dilunga allora da Dio.

1.1 Imporre un vincolo fisico.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 95.4: che à tre inpacci. Il primo esser di ferro, che è molto forte cosa, tal che non si può rompere se non con altra cosa tale come è elli, o con fuocho. E però è legatura che inpaccia molto e agrava colui che è legato con esso. La seconda per che è molto grave, per la qual cosa fae molto grande inpacciamento.

1.2 Sottoporre a pressione militare, al peso di un attacco.

[1] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 21, pag. 101.15: Chistu Ingelmaru pregau a li Girachisi chi stassiru forti et resistissiru valentimenti. Da poy, videndu chi lu Conti valentimenti li assiiava et dintru et di fora sinteru essiri agravati, incominczaru a viniri minu et non potianu risistiri. Et videndu zo, Ingelmaru fu tuttu territu et, dubitandu chi non fussi tradutu et datu in li manu di lu Conti [...] illu di notti fugiu...

1.3 Schiacciare (fig.), superare. || Traduce il lat. praegravare.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 145.5: Ca ananti que issu Aphialtes condenassi Dimustratu culpivili, issu appi vittoria di si medemmi. 14. Lu quali Aphyaltes lu siragusanu Dion lu agrava per exemplu di severitati.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 256.4: E nientedimeno con intera fede condannoe Demostrato accusato, acquistando vittoria non so se per lode o per tormento maggiore, però che prima che Efilate condannasse il colpevole, sè stesso vinse. Il quale aggrava il siragusano Dion per diversitade d'esemplo.

1.4 Imporre un peso a qno, esigere servizi o imposte onerosi oltre il giusto, vessare.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 112.21: Et compliti xxvi anni poi ke lo rege caczaro, lo populo fecero tribuni quasi iudici e defennitori de lo populo, ké né senatori né consoli no li potessero aggravare a torto.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 11, pag. 56.13: Lo minuto popolo non aveva alcuna autorità; tutti si sottomettevano in servaggio de' possenti uomini. Quando alcuno uomo di possa l'aggravava, et elli si sottometteva ad un altro, e quelli ne faceva come di servi.

[3] Stat. sen., Addizioni 1298-1309, dist. 8, 9, pag. 308.18: Ed a tóllare le frode e le cose disoneste si comettano per certe persone dell'Arte de la Lana en danno e pregiudicio delli omini dell'Arte, emperciò che, aggravati, vengono e renunziano...

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 224, vol. 1, pag. 187.31: Anco, conciò sia cosa che de la vendita de la cabella de li atti de la corte del maleficio del comune di Siena, si possa troppa sospeccione avere, et inde al comune di Siena non grande utilità si seguiti, et le povare persone, da li notari, e' quali le comprano, ne la extorsione del salario molto sono agravate, statuto et ordinato è, che la detta cabella, per lo comune di Siena non si venda, nè vendere si possa, o vero debia in alcuno modo.

[5] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 65, pag. 221.47: che se lo dicto guelco si sentisse agravato del decto comandamento, debbia avere mostrato lo suo agravamento et ogni ragioni prove suoi infra dì octo dal die del decto comandamento computando...

[6] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 35, par. 2, vol. 1, pag. 146.1: E se alcuno agravasse alcuno artefece contra la forma degl'ordenamente de la sua arte, el capetanio e i priore tenute siano e deggano sunmariamente e de facto esso aggravato exgravare fare e el gravante en diece livre, se non cessasse dal gravamento, condannare.

[7] Stat. venez., 1366, cap. 174, pag. 88.28: pena debia scuore li Offitiali de Riolto, abiando parte de quelle sì como illi à de quelli che tien cambio in li oltri luogi de Riolto. E se algun de quelli che à tolto tavole a fitto se reputasse esser agravadi, sia in la soa libertade de refudar le tavole ancoi per dì ali Offitiali da Riolto; e doman sia fatto incanto dele altre.

[8] Stat. cass., XIV, pag. 106.19: Tercia pars: "Fratribus infirmis" etc. A li fratri i(n)firmi voy delicati tale op(er)acione voy arte le sia i(m)posita, che no(n) siany ociosi, (et) nè p(er) forticza de labore siani agravaty, che no(n) se partene; la i(m)potencia de li quali da l'abbate ène de considerare.

[9] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Giud. 1, vol. 2, pag. 519.8: 35. e abitò nel monte di Ares, il quale tanto viene a dire quanto testimonianza, in Aialon e Salebim. E aggravò Iosef e la casa sua [la mano] sopra l'Amorreo, e fue suo tributario. 36. E fue il termine degli Amorrei del salire della pietra dello scorpione e tutti i luoghi di sopra.

1.4.1 Darsi peso, affaticarsi (per qsa), sopportare.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 3.21, pag. 257: Di sua rapina sempre lascia parte: / Piccoli an'mali non vuol mai ferire; / Veggendoli temer, tosto si parte. / Sì mi rinnova nel piacer costei, / Ed arde di vergogna la mia mente / Quando s'aggrava pur di seguir lei. / Spandendo l'ali della sua virtute, / Allora cresce l'intelletto agente / Mirando di bellezza la salute.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 8, pag. 526.8: Et ampoi Afronia non volle in giudicio colla sirocchia contendere per sacramento; fermando in sè, che meglio era il testamento della sua madre con pazienza agravare, che per sentenza divellere: intanto sè essere [più] indegna della ingiuria dimostrando, quanto con più pacifico animo la ingiuria sostenea.

2 Infliggere sofferenza, tormentare; togliere forza, indebolire; affaticare.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 5, pag. 11.14: E a ciò ch'io ti possa ben medicare de la malatia onde se' aggravato per la perdita de' beni della Ventura e della gloria del mondo, vo' che mi dichi qual fue la cagione per che Dio fece l'uomo e la femina, e a che fine volle che l'uno e l'altro venisse -.

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.24, pag. 136: A me vegna le fistelle / con migliaia de carvoncigli, / e li granchi siano quilli / che tutto repien ne sia. / A me vegna la podagra, / mal de ciglio sì m'agrava; / la disenteria sia piaga / e le morroite a me se dia.

[3] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 531.8: E perciò el decto Petidio verghognandosse di tornare a Roma con sì poca gente s'infense d'essare agravato da gotte.

[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 5, pag. 668.7: Parlare a piacimento, tacere dove è bisogno di parlare, rispondere superbio a chi ti chiama, scusare il difetto manifesto, alleviare la tua colpa, aggravare l'altrui difetto...

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 303.2: mostra l'Autore (poi ch'ha di sopra posta la dolcezza dell'angelica voce, e lo effetto d'essa) qui la potenzia dello splendore dell'Angelo verso il senso del viso, dicendo: come la strabundanza della chiarezza del Sole agrava tanto il nostro viso, che la virtù non puote corrispondere; così la luce di quello Angelo era sì soprabondante, che l'occhio nol potea sostenere di guatare.

[6] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 27, pag. 149.19: e pir kista via, dissi kistu malatu ki illu divia andari a la ecclesia de Sanctu Sistu. Agravandulo la jnfirmitati, fu mortu kistu avucatu. Fu deliberatu da killj ki nde avianu a ffari, ki illu se divissi jnterrarj a la ecclesia de Sanctu Ianuariu màrtiru...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 40, pag. 167.17: Theòdoru rispundia cum grande vuchi e dichìa: 'Eu mi voglu signarj de lu signu de la sancta cruchi et non poczu, ca li schamj de kistu dragunj sì mi agravanu!' Audendu zo, li monachi sì si gictaru tucti in terra, et acuminzaru cum grandi lacrimj a prigari Deu pir la liberaciunj de killu frati.

[9] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 53, pag. 311.9: Essendo me nel predetto stato, per molta fatica venni quasi meno, e parvemi essere aggravato di uno tedio di mente, e non mi pareva nè ben vegghiare nè ben dormire...

[10] Poes. an. friul.>tosc., XIV m., 38, pag. 1: Zovenita, ora m'intende: / se 'l t'agravass'il venire, / doneróti girlandeta, / vistiróti ben vestita, / e se 'l ti piazarà / corona e cofeneti; / per cuvrirsi e· capuço / al fiorentina, tosto / ti farò aver soy ministeri...

[11] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 11, pag. 558.29: e de la camera e per cultuamento de justicia, è bixogno ch'a la fiata se faccia viagi e che 'l se vada per le terre e cusì è usato per antiquo; ma, a ciò ch'i provinciali no fiano aggravati per così facti viagi oltra 'l dovere, ordenemmo que nessuno zudese o officiale del Rectore facciano viagi o executione contra la forma de le constitutione poste in questo volume, nì sença commissione spetiale e lettere spetiale del Rectore prefato.

[12] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 413.27: E sappiendo la femmina che nessuna cosa può tanto aggravare l'animo dello amante, quanto se ella di sé dà diletto ad alcuno, vedi con quanta dilezione femmina ama uomo, quando per vaghezza d'oro o d'argento se stessa commette ad albitrio di persona strana, e non si vergogna di turbare con tanta confusione l'animo dello amante e di rompere li ornamenti della propria fede!

[13] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 29.49, pag. 41: ch'è stella in terra, et come in lauro foglia / conserva verde il pregio d'onestade, / ove non spira folgore, né indegno / vento mai che l'aggrave. / So io ben ch'a voler chiuder in versi / suo laudi, fôra stancho / chi piú degna la mano a scriver porse...

[14] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. II, pag. 232.10: Niuna cosa è così generale nel popolo, come questa regola. Dunque sta' in pace, misero; misero, dunque posa. Sta' in pace, perocchè tu puoi lievemente sostenere le parole; ma i fatti aggravano». Allora io dissi: «O fortuna, io sono stomacato de' tuoi sconci e sozzi detti, infino che tu, orba vituperosa, mi contasti i tuoi versi, infino che tu reciti le mie ingiurie con vere parole.

[15] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 31, comp. 5.7, pag. 73: Quivi, per carcho e per calor nocivo / e per lo latte ch'a' soy figli dava, / la dea per sete molto se agravava / desiderando l'acqua d'algun rivo.

[16] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 6, vol. 6, pag. 405.17: 9. Acceca il cuore di questo popolo, e aggrava li suoi orecchi, e chiudi li suoi occhi, acciò che non veggia colli suoi occhi, e non oda colle sue orecchie, e non intenda col suo cuore, e convertasi, e poi lo liberi.

2.1 Infliggere un fastidio; annoiare.

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 52, pag. 152.14: e perçò semo venuti a li vostri pedi per misericordia et per benignitate. E perçò k'eo temo agravar voi, pono fine al meo dito. Voi siti sanctissimo e benignissimo nostro patre, e nui semo vostri devoti.

2.2 Offendere, oltraggiare.

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 6, pag. 21.8: ké la Rason dice k'el no desdece né sta male se 'l savio homo correie lo so errore, anke li à reputato a grande sapere. Anke se dece et convene ke miser N., ke par esser iniuriato et agravato, non dibia permanere in dureça de so core, e no dibia comportare [ke la voluntate vinca lo senno, per lo savio homo ke dice ke non è ben guidata la casa, quando la voluntate] vince lo senno.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.148, pag. 604: Poco cura chi è pin / che sostegna lo meschin. / Se tu e' staio agravao / o d'atru' injuriao, / o [n]o vojando perdonar, / pensasti pur de venj[a]r / o se tu ài tropo aregao / en alcun logo sagrao, / unde tu De' pregar devesti, / greveminti l'ofendisti.

2.3 Fras. Aggravare del dormire, di sonno: essere addormentato.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 95.233, pag. 447: La gran fiama fo desteisa, / chi de bruge era aceisa; / e, fazando so lavor, / quello sentì lo gran calor; / e, agravao de lo dormir, / chi provo fo de lo morir, / e, stremortio, for sagì.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 5, vol. 2, pag. 14.10: Lo barbaro ebbe invidia che questi fosse messo di sì grandi doni: ricevelo nello albergo; e assalisce con uno coltello lui aggravato di sonno.

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 38, pag. 127.28: Vinendu inver la menczanocte, e stu piscopu nen dormendu nen viglandu, sicundu ki illu cuntava, ma standu quasi pocu agravatu de sonnu, killu sanctu màrtiru Leuticiu sì lli apparse e stàvalli dananti, e chamaulu pir nume e dìxilli: 'Redemptu, - ca cussì se chamava - vigli?' Lu piscopu li respuse: 'Viglu'.

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 2, vol. 2, pag. 203.11: Et, quandu avianu ben manyatu et ben bivutu, issu li fachia mittiri supra quillu burduni, da lu quali issi, agravati di sonnu, cadianu in quillu insidiusu munzellu di chiniri.

2.4 Fig. Indebolire (il valore di un discorso, un esempio, un paragone).

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 29, 1-12, pag. 607, col. 1.18: Cussí, disse l'A., la ditta Contessa a mie parea una de quelle ninfe. Açò che questa comparazione non agravasse dubio alcuno, si è da savere che l'intenzione di poeti, parlando cussí fitivamente, si era che per lo spazio dell'anno sí se leva in oriente l'imagine delle constellazioni celeste, e alcune fevano operazione secondo naturale corso, quando erano conçunte cum lo sole, ed alcune quando sèno partite da quello...

3 Diventare più grave, più dannoso; peggiorare (di una malattia, una colpa, una punizione); subire un peggioramento della malattia (di un malato); diventare più tormentoso (di un desiderio).

[1] Jacopone (ed. Bettarini), XIII ui.di. (tod.), O Regina cortese, 46, pag. 39: Medecarò per arte; / inprima fà la dieta: / guarda i sinni desparte, / che non dien plu firita / a la plaga pirita / che se possa aggravare. / E piglia uno ossemello: / lo temor del morire; / ancora si' fancello, / cetto ce di' venire; / vanetà larga gire, / non pò teco regnare.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 33, pag. 167.13: Or sarebbe da vedere qui molte cose intorno a questa materia: prima la gravezza di questo peccato, apresso come s'agrava più questo peccato, ché ssi può agravare, apresso come si sgrava, apresso la malizia e la perversitade di questo peccato. A dire di tutti è un mare: catuno di questi ha quattro parti, sì che sono sedici rami.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 19, 103-114, pag. 436, col. 2.7: imperçò che Deo ha più per male quando un fedele, a chi ello ha prestà tanta gratia ch'el non ignora la dritta via de salvarse, che fa peccado, ch'el non ha da un altro a chi tal gratia non sia largita; sí che secondo l'intentione del peccante s'aggrava il peccado, come appare per Tommaxe, Prima Secunde, questione 73, articol decimo.

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 21, pag. 94.21: Ancora si aggrava questo dolore considerando che ricevette passione da uomini ch'egli aveva molto servito, e fatto molti benefizii, non solamente di predicare la verità, ed illuminargli, ma di sanare gl'infermi, e di resuscitare i morti, e di liberare stroppiati ed attratti e di ralluminare ciechi, e facendo molti altri miracoli in loro utilità...

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 23, pag. 206.39: Tutti li suoy pensamienti le erano yà mancati e non avea altra cura se non de resguardare puro Polissena mentre che potea, per la quale cosa dellargavalesse plu la piaga de lo suo 'namoramiento et agravavalesse plu all'animo suo lo desiderio grande che avea de Polissena.

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 16, pag. 239.10: una noite per visium li aparse lo me' predecessor Felice papa e [...] diseli: «Vene, ché in questa maxum iairissima te receverò». Depoi la qua visium incontenente li vene la freve e agravà e vene a morte; e sì como a omi e a femene nobili, quando moiren, sor venì' monto gente per consolar li lor prosimi, monti omi e femene stavam intorno a lo leito.

3.1 Rendere più grave, più dannoso (un danno, il peccato, la sottomissione); [del biasimo:] più severo; [dello stile:] più basso, più aspro.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 99, pag. 322.38: Cosa manifesta è, che l'uomo ne potea più temere, che sperare. E però tu non ti dei procacciare cagione da dolerti, nè aggravare per tuo crucciare il danno leggiere, e piccolo. I' non ti conforto, nè induco, che ti sforzi a levarti su, e non ti tengo per sì debole, che contr' a questo dolore ti convenga chiedere ajuto da tutta la vertù.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 444.17: vita. E per questo è ripreso il detto don Federigo, che si lascia tenere in quella isola che dinerba li forti animi, e non seguita li primi nutrimenti del suo natale sito che fa li suoi f[igl]i v[i]rili. E più aggrava la riprensione dicendo, che quello che si iscriveràe in sua laude e fama, fia con lettere mozze, e poco, e in poca carta.

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 21, pag. 283.13: Quella che in casa fu sucita[ta], secondo che 'l beato Gregorio nelle Morali pone, s'intende il peccatore che col cuore pecca, il cui pecato è secreto; [[...]]; e quello che, già infetto, nel sepolcro fu sucitato, il peccatore, che non solo per opera, sanza vergogna, la sua iniquità è palese, ma che quella agrava per la consuetudine del suo peccato.

[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 219.8, pag. 260: Li vostri versi e 'l poetico dire / non mi son suti grazia o gloria meno / che fosse far celeste un uom tereno / o d'un cuor secco farlo riverdire; / ne' mie<i> conosco esser stato fallire / che, grossi e rozzi, l'alto stil sereno / de la lettura che mostrate apieno, / forse agravavan ne lo suo salire.

[5] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 3 Re 12, vol. 3, pag. 380.9: 10. E dissero i giovani, ch'erano [stati] nutricati con esso lui: di' al popolo che dice: il tuo padre aggravò il giogo nostro, tu l'alleggerire; dira'gli così: il minore dito mio è più grosso che il dorso del mio padre.

3.2 Manifestare più grave, enfatizzare la gravità o dannosità di qsa.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 10, pag. 15.14: e quelli che dimoravano a Roma, pagavano sforzati, però che ancora loro convenia affannare in fatti d'armi, e servire al comune guardando la città. Queste cose, le quali per loro medesime assai parevano gravi e increscevoli, aggravavano e facevano più aspre i tribuni della plebe per loro riottosi parlamenti, dicendo, che però erano li soldi stanziati alla gente d'arme, acciò che parte della plebe fosse consumata in far guerra, e parte pagando il tributo...

4 Sottoporre al peso di un'accusa, accusare (di reati gravi).

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 24, vol. 1, pag. 306.13: E ciò detto e sermonato, fece piuvicare il processo incontro al detto impradore, e condannollo e scomunicollo siccome eretico e persecutore di santa Chiesa, agravandolo di più crimini disonesti contra lui provati, e privollo della signoria dello 'mperio, e del reame di Cicilla, e di quello di Ierusalem...

4.1 Sost. Dura riprensione, condanna morale.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 27, pag. 598.4: e questo è quello ch'elli dice - per qualunque Luna, sia piena o sia scema. 133. E tal, balbuziendo ec.. Ancora multiplica il suo aggravare sopra li vizii; e dice, che tale fanciullino da natura mosso - ama ed ascolta la correzione della sua madre, che quando è venuto alli anni che dovrebbe avere discrezione, col cuore l'odia, e con la lingua la maledice.

[u.r. 30.11.2017]