AGGUARDARE v.

0.1 adguarda, agardi, agguarda, agguardandoti, agguardare, agguarderai, aguarda, aguardace, aguardai, aguardalli, aguardalo, aguardando, aguardandoli, aguardanno, aguardano, aguardar, aguardaranno, aguardare, aguardàssaro, aguardasse, aguardate, aguàrdate, aguardati, aguarderà , aguardi, aguardo, aguardò, avarda.

0.2 Da guardare.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Novellino, XIII u.v. (fior.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.); Stat. lucch., XIV m.

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Ranaldo da M. Albano, c. 1350 (perug.).

0.7 1 Guardare intensamente (anche fig.); porre attenzione, considerare, osservare; essere rivolto in una precisa direzione; custodire, conservare gelosamente, proteggere. 2 Signif. incerto: riconoscere chiaramente?

0.8 Elena Artale 10.03.1999.

1 Guardare intensamente (anche fig.); porre attenzione, considerare, osservare; essere rivolto in una precisa direzione; custodire, conservare gelosamente, proteggere.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 19, pag. 83.14: Da ch'ài veduto de la deliberazione e provedimento, per rimovere da te le tre cose che son contrarie al consiglio, cioè ira e delettanza o cupidità e fretta; provediti e aguardati anche che 'l tuo secreto nol manifesti ad alcuno, se non quando t'è bisognio. Et non è da domandare consiglio ad neuno, se tu sai che la tua condizione non se possa megliorare.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 8, pag. 99.27: adonqua la luna, c'ha lo suo corpo e la sua figura retonda, li sarà desegnato lo viso umano. E vediamo questo viso en che modo dea èssare desegnato e·lla luna e 'n quale parte dea aguardare e stare revolto; e secondo via de rascione lo viso li dia èssare designato en tale modo, che quando la luna se leva, che 'l viso sia veduto da ogne omo a deritto colla fronte de sopra.

[3] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 39.4, pag. 818: Calandro è uno ucel bianco e chiarito / e conosce l'altrui infirmitade: / ke se l'omo dea essare guarito, / aguardalo de bona voluntade, / a·ssé recolie la doglia e l'anvito / e a lo 'nfermo rende sanitade; / ki de quel mal dea essare perito, / no·lli te' mente, tal n'à niquitade.

[4] Poes. an. urbin., XIII, 13.80, pag. 569: Alta regina sempreternale, / famme fugire l'amor carnale, / e tte laudare me sacça tale / plu ke nnull'altra ke sia melodia. / Alta regina dei peccaturi, / aguarda, Madonna, a li nostri duluri, / li qual so' tanti e sso' cusì duri, / plu ke cun lengua dir non porria.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.36, pag. 10: «Da lo 'nferno ricastela questa veste penosa; / tesseola lo diavolo de pili de spinosa; / onne pelo pareme una vespa aguigliosa; / nulla ce trovo posa, tanto dura me pare». / «Ecco lo letto: pòsate, iace en esto graticcio; / lo capezal aguardace, ch'è un poco de pagliccio; / lo mantellino còprite, adùsate co 'l miccio; / questo te sia deliccio a quel che te vòi fare!».

[6] Novellino, XIII u.v. (fior.), 37, pag. 213.9: E lo re aguardò l'angelo e disse: «Come può essere? Io avea tre cotanta gente di lui! Perché m'è avenuto?».

[7] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 6, pag. 296.7: E di questi, che da Epicuro sono Epicurei nominati, fu Torquato nobile romano [...]. Altri furono, e cominciamento ebbero da Socrate e poi dal suo successore Platone, che aguardando più sottilmente, e veggendo che nelle nostre operazioni si potea peccare e peccavasi nel troppo e nel poco, dissero che la nostra operazione sanza soperchio e sanza difetto, misurata col mezzo per nostra elezione preso, ch'è vertù, era quel fine di che al presente si ragiona; e chiamarlo 'operazione con vertù'.

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.389, pag. 166: Or De' ne guarde, se gi piaxe, / c'omo no caza en tar fornaxe. / Non è segur dormí presente / o de preso a alcun serpente: / e poi che fornicatiom / cossa è de gram tentation, / non è licito aguardar / zo ch'è colpa en dexirar; / perzò che l'ojo è fenestra / donde esto peccao balestra.

[9] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 26, pag. 118.24: Conosci, uomo, la tua degnità, che sei fatto consorte della divina natura: agguarda di che capo e di che corpo tu sei membro, cioè di Cristo: siati a mente che poichè Cristo t'ha tratto della potestà del diavolo, tu sei translato nel lume e nel regno di Dio.

[10] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 23, pag. 163.8: In questo mese si voglion comperare i buoi: i quali [...] imperocchè non sono ancora sagginati, nè ingrassati per arte, non posson celare la falsità del venditore, e i lor vizj lasciano ora meglio. Ma questi segni si vogliono agguardare ne' buoi, o di nostra greggia, o d'altrui che sieno. Voglionsi sceglier novegli, colle membra quadrate e grandi, co' moscoli attorti, gli orecchi grandi, la fronte larga e crespa, i labbri, e gli occhi nericanti, e corni forti...

[11] Ranaldo da M. Albano, c. 1350 (perug.), pag. 141.11: Ora dicie lo conto como Ranaldo con sua gente aguarda seracine e 'n quilla parte guida suo estandardo e tutto quisto fa, secondo cho dicie el conto, per più guadangnare e encomença una grande crudele batalglia.

[12] Stat. lucch., XIV m., pag. 216.19: Comandiamo ke 'l monasterio abbia sindico e procuratore, e faccia tal persona ke non sia sospecta ma sia bene fidele e non sia odiosa o noiosa o contraria alle monache, e in ciò non si aguardi parenteçça d'alcuna di loro.

[13] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Prov. 23, vol. 5, pag. 719.14: In molte maniere volge e inganna il demonio il cuore dell'uomo, inanzi che lo metta in volontade d'alcuno peccato; e quando elli l'ha tanto menato in mala vita per dislealtà, alla fine il trae alla morte dello inferno. E perciò dice Salomone, che il demonio agguarda l'uomo, come ladro, inganna tutti coloro ch'elli puote trarre a peccato.

2 Signif. incerto: riconoscere chiaramente?

[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 52, pag. 82.20: Miser, se la damisela me ama de bon amor, de so pro' e de sso honor serà, et io la amo de tuto lo mio cuor; ma se ela foliosamentre me ama, la soa folìa se aguarda ben, perqué cià la soa folìa non serà conplida per mi...

[u.r. 21.03.2006]