AGIATO agg.

0.1 agiata, agiate, agiati, agiato, agiatti, asciata, asciato, asgiato, asïaa, asiada, asïadha, asiadhi, asïadhi, asïadho, asiadi, asiado, asïao, asiata, asiato, assiada, axati.

0.2 V. agiare.

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Stat. fior., a. 1284; Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.); Stat. cort., a. 1345; Doc. sen., 1370.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

In testi mediani e merid.: Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Che gode di un certo benessere materiale; ricco, fornito di qsa. 1.1 Che ha l'agio, la possibilità o l'abilità di fare qsa; adatto. 1.2 Contento, soddisfatto. 2 Comodo, confortevole; tranquillo; utile; gradevole.

0.8 Elena Artale 16.03.1999.

1 Che gode di un certo benessere materiale; ricco, fornito di qsa.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 491, pag. 617: «Oi corpo maladheto, con' tu m'ài enganaa! / Tu no as mal né ben, pena no t'è livraa. / L'asio qe te faseve m'à molto desertaa; / la gola maladeta qe fo tant asïaa, / la devicia q'el'ave molto i è dalonçaa; / ki qe·ll'abia vendua, eu l'ai cara compraa.

[2] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 55.5: e priegavi per lo suo amore che voi debiate o per lettere o per messi si[g]nificare vostro passagio in qual parte sarà o sopra qual setta di Saraceni; e se voi biçogna moneta, forsi che voi non ne siete ben agiato, che volontieri ve ne presta quanto biçogna o volete». Allora disse lo re di Raona: «A mess. lo re di Francia faccio molte grazie delle grandi proferte e promesse che m'hae fatte nelli miei bisogni.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio musce cum formica, 39, pag. 88: L'inverno è quel ke 't paga de töa truffardia. / Tu no lavor de stae, tu mosca mal guïadha, / No fe' musinio in caneva, dond tu poss ess scampadha, / Ke tu poss ess d'inverno e rica e asïadha. / No pens que t'indevenia, com la voia sí vadha. / Tu fe' com fa i lecardi ke spenden quant i pon: / De lavorar no curano doment k'i han sason...

[4] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1478, pag. 88: Ça longo tempo semo insidi / Della çitade despartidi, / Per la caxon d'un chavalier / Çentil, nobile, pro et fier, / Che molto era richo e plen / Et asiado d'ogno ben.

[5] Stat. cort., a. 1345, cap. 10, pag. 133.23: Ancho ordenamo, quando alcuno passasse de la nostra conpagnia de questa misera vita, debia avere ordenato de volere essare sepillito con quella cappa et disciplina con la quale esso andava a processione, salvo che 'l priore debia vedere se egli è stato de buona vita et portatose onestamente et obediti ei capitoli; et se fosse persona asciata, che 'l priore e queglino c'andarono a lui debiano saviamente ademandare ai suoi, che ne facciano una de quelle cotale veste et discipline, se vonglino.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 324, pag. 291.1: in questa foresta, la qual hè apresso de .III. lege, zioè .III. migia per liga, qua davanti sè una tore la qual hè apelada la Rocha dela Savia Damisela, la qual ha una possession tanto bela et tanto achonza et tanto ben assiada de fontane et de albori che se vui fosse oramai là dentro sì ve parerave uno parediso teresto, tanto è deletevele quello loguo.

[7] Paolino Pieri, Merlino (ed. Sanesi), XIV pm. (fior.), pag. 7.2: Ora istando queste due fanciulle così rimase sanza padre o madre e sanza frategli, erano agiate di roba ma disagiate di parenti. Una maladetta vecchia per volere guadagnare da uno giovane bello della persona, il quale era vago della minore di quelle sirocchie e voleale gran bene, sì venne più volte a costoro a piagnere co·lloro e a mostrarsi che volea [loro] gran bene e d'essere molto dolente del danno loro.

[8] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 87, pag. 43: Et questo anco predicarete, / alle genti sì direte / ke sono richi ed agiati / et stanno bene [...] / ke deano fare karitade / a qualunque homo à povertade...

[9] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 1, pag. 28.31: ove a questo vogli intendere, io intendo di farti avere il favore della corte e di donarti quella parte di ciò che tu riscoterai che convenevole sia.» Ser Ciappelletto, che scioperato si vedea e male agiato delle cose del mondo e lui ne vedeva andare che suo sostegno e ritegno era lungamente stato, senza niuno indugio e quasi da necessità costretto si diliberò, e disse che volea volentieri.

[10] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 14, par. 1, vol. 2, pag. 23.14: Et li disscipuli dissiru: - Signuri, eccu dui cultelli hiczà -; ka in l'albergu di killu nobili homu, in cui casa Cristu fichi la Pasca, eranu dui spati, comu dintra nui in casa di axati homini sunu lanci et scuti et armi. Et in killu tempu era pachi generali per tuctu lu mundu, et avia durata killa pachi per multi anni, per ki li homini avianu pocu armi.

[11] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 192, pag. 482.12: però che gli convenìa esercitare l'arte altramente quando era sopra sé che quando era sotto altrui come discepolo; avendo una sua casa, e avendo per vicino a muro mattone in mezzo uno lavoratore di lana un poco asgiato, il quale avea nome o era chiamato Capodoca, assai nuovo squasimodeo; ed era costui quello che nella bottega d'Andrea di Veri gli fece già di nuovi trastulli.

[12] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Prov. 13, vol. 5, pag. 653.10: e colui che non prende guardia di cosa che dica, non averà bene. 4. Il cattivo uomo e folle vuole ciò che non puote avere; e chi bene farà sarà tuttavia ricco e agiato. 5. Il prode uomo inodia tuttavia la mala parola; il disleale non dice se non male, donde elli sarà confuso. 6. Dirittura guarda la via del povero uomo; fa grande bene a colui a cui ne ricorda...

1.1 Che ha l'agio, la possibilità o l'abilità di fare qsa; adatto.

[1] Stat. fior., a. 1284, I, par. 21, pag. 38.24: facciano offerere le candele al frate, che ne dica o faccia dire messe per l'anima del morto. Et se intervenisse che alcuno morisse, che non lasciasse le dette candele ala Compagnia, o altri no le desse per lui, essendo agiato di poterle dare, non si faccia spesa per lui.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 10, pag. 164.7: e difendi l'onore di Roma coll'aiuto delli Dii». Appresso ciò i giovani armaro Manlio: egli prese uno scudo di pedone, e una spada Spagnuola, agiata da combattere di più presso. Quando l'ebbero bene armato ed apparecchiato d'ogni cosa, elli il condussero verso il Gallo, il quale oziosamente si gioiva...

[3] Doc. sen., 1370, pag. 33.27: siamo in chesta concordia: che avendo rispetto che lo Statuto, il quale parla de le bellezze de la Città, non s'aoperò già fa trenta anni o più, e anche avendo rispetto ch'el Comune è male agiato a fare questa menda, secondo che i Maestri ànno deliberato, e anche avemo rispetto che gli Ugorgieri, o di chui sieno, l'ànno tenuto o posseduto gran tempo a chel modo che sono cominciate a murare, deliberano a ongni cosa rispecto...

1.2 Contento, soddisfatto.

[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 15, pag. 65.4: «O bon amigo, - disse la rayna - se vui savé algune novelle disé-lle a mi, almen s'el è in vita dì'-mello». «Dona, - disse lui - io ve digo qu'ello sè in vita san e salvo e plu asiado de son cuor che no fuo çà mai, mo tanto ve digo ben che çà mai non lo vederas».

2 Comodo, confortevole; tranquillo; utile; gradevole.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 79.33: Oramo' lo dolz amore e la bela çoventùe ensenbrementre con lo asiado logo sì amaestra noi, o madona Galatea, a pascere li nostri anemi con alegri solaci.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 302.12: E, sse gioia, honore, prode o agio tene alcuna fiata, non dove tene più gioia è più noioso, onta u' più pregio, e più dannaggio grande ove più pro, e non più tenpestoso ov'è più agiato? Chiaro vedemo, se bene vedemo, amico, che maggiormente è reo, u' bon più senbra, onni bono che visio aducie u tene.

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 87, pag. 251.8: sicurtà, nè fidanza, non son buone, ma generano superbia, sdegno, e orgoglio, e però son ree. E i beni di fortuna ci accendono, e sospingono in queste cose; dunque non son buone. Per questa medesima ragione, dirà alcuno, non sono agiate. Altra è la condizione de' beni, e altra degli agj. Agiata si chiama la cosa, ch'ha più utilità in se, che pena, e 'l bene de' essere puro, e da tutte parti sanz'alcuno impaccio.

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Canace, prologo, pag. 102.7: Acciocchè si schifi il disonesto amore, e principalmente quello tra' parenti, Ovidio racconta in questa lettera come Macareo, figliuolo del Re Eolo, signoreggiatore de' venti, amoe per amore non licito Canace sua serocchia, della quale per troppa dimestichezza ricevette tanta agiata cortesia e tanto dilettevole e giojoso amore, che ella ingravidò di lui. Ma da poi che 'l parto si manifestò, Macareo si fuggio, cessando l'ira del padre ed il biasimo delle genti.

[5] Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.), son. 4.6, pag. 26: Parmi quest'altra singular pazzia / d'alquanti cavalier che vanno armati / quand'hanno pace, ma se son tentati, / spogliansi l'arme, e sì la gittan via. / Standosi soli fan gran valentia; / gran colpi danno in voto stando agiati; / e poi d'una parola sian toccati, / rispondon con obbrobrio e villania.

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VI, cap. 7, vol. 1, pag. 237.5: feciono lega e giura con VIII castella e Comuni vicini, e per essere più sicuri e forti al riparo della potenzia de' Fiorentini, sì ordinarono di concordia di disfare le loro terre, e di porresi in su il bello poggio ove fu poi il detto castello, in sul quale era una selva d'uno terrazzano ch'avea nome Bonizzo, e dal detto il suo nome fu derivato; e questo in brieve tempo ripuosono e afforzaro, però che il luogo da sua natura è forte e agiato e bello, e partirlo ad abituro in VIIII contrade, come si fece di VIIII terre...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 6, pag. 661.28: da mare di Stabia se n'andò; e ivi forse una balestrata rimosso dall'altre abitazioni della terra, tra ulivi e nocciuoli e castagni, de' quali la contrada è abondevole, comperò una possessione, sopra la quale un bel casamento e agiato fece e allato a quello un dilettevole giardino, nel mezzo del quale, a nostro modo, avendo d'acqua viva copia, fece un bel vivaio e chiaro e quello di molto pesce riempié leggiermente.

[u.r. 21.03.2006]