AGRIGENTINO agg./s.m.

0.1 agrigentin, agrigentina, agrigentini, agrigentino.

0.2 Da Agrigento topon.

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.).

0.7 1 Che proviene da Agrigento. 1.1 Sost. Abitante di Agrigento.

0.8 Elena Artale 09.04.1999.

1 Che proviene da Agrigento.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 14.68, pag. 225: Poco par posto il reame a aver pace / per le male confine e per la gente / aveniticcia, che dentro vi giace. / Maraviglia mi parve, a poner mente, / lo sale agrigentin fonder nel foco / e in acqua convertir subitamente. / E vidilo, ch'ancor non mi fu poco, / gittatolo ne l'acqua, con istrida / scoppiarne fuori e non trovarvi loco.

[2] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 13, pag. 251.22: Che della virtù d'Ettore e d'Acchille? Similemente un poco di nome; il quale ancora dura ne' versi d'Omero, e con quelli insieme verrà meno. Che della magnificenzia di Gilia Agrigentino o di Busa Venusina femina? Altrettanto quanto de' predetti. E similmente, che dello splendore di Priamo, re di Troia, o d'Agamenone, re di Micena, o di Serses, re di Persia, e d'altri molti...

1.1 Sost. Abitante di Agrigento.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 8, pag. 219.12: E poscia quelli di Cartagine con grande battaglia fuoro vinti e cacciati, e undici leofanti presi, e gli Agrigentini tututti sotto corona venduti. Ma Annibale vecchio, rompendo la schiera, con pochi campò. Gneo Cornelio Asina e Caio Duilio consoli [[...]], i Romani comandaro che e per loro navi si facessero e armassersi.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 8, pag. 326.14: Ma in uno tempo nutricoe e vestì insieme CCCCC cavalieri Gelesi per forza di tempesta gittati nelle sue possessioni. Perchè dirò io molte cose? Tu diresti, ch'elli non fosse mortale, ma benigno segno di pietosa fortuna. Adunque quello che [l']Agrigentino possedea, era comune d'ogni uomo; per la cui salute et accrescimento così la cittade Agrigentina, come ancora li vicini paesi pregavano.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 40, pag. 163.32: Essendo per tutta Sicilia sparta la fama della mala ventura degli Agrigentini, subitamente ogni cosa s'inchinò a' Romani. E in brieve furono date venti terre, e sei per forza prese: con volontaria dedizione ne vennero da quaranta nella fede...

[u.r. 01.12.2017]