0.1 aghuglia, aghuglie, aghuia, aghullia, agoia, agoya, agugla, aguglia, aguglie, aguia, aguie, aguiglia, aguiia, aguilia, agulglia, agulia, agullia.
0.2 Lat. *aculea (LEI s.v. aquila, 3, 649, 21).
0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 1.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.).
In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
0.6 T Fr. di Giov., Ricord., 1342-48 (fior.): il veschovo ch'era prima de l'Aguglia; Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.): e in Abruzzi quasi tutte, se non fu l'Aguglia.
0.7 1 [Zool.] Lo stesso che aquila. 2 Simulacro dell'aquila in rame o argento in cima ad un'asta quale insegna delle legioni romane; statua per decorazioni architettoniche; impronta su monete. 2.1 Fig. La potenza imperiale di Roma (anche del periodo repubblicano); simbolo dell'istituzione dell'Impero romano o del medioevale Sacro romano impero. 3 [Arald.] Figura ricorrente nell'arme di famiglie, comuni, signorie, etc. 4 [Simbolo e appellativo dell'apostolo Giovanni].
0.8 Redazione interna 11.12.2000.
1 [Zool.] Lo stesso che aquila.
[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 425, pag. 577: Non è mai tal riqeça con bona nomenança: / qi vol trop enriqir, lo penser ie desvança. / Aquele grand riqeçe qe l'om no pò aver, / no le dé desirar ni 'n dé sogna tener, / q'ele fai [de le] pene com' l'aguiia qe vola, / e va sì da luitan, no 'nd'avrà una sola.
[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 82, pag. 101.28: Le imagini sono forme e cose simiglianti della cosa della quale ci vogliamo ricordare, sì come cavagli o leoni o aguglie; che, se delle dette cose memoria vogliamo avere, le imagini loro in certi luoghi ci conviene allogare.
[3] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 22, pag. 487: Ma poï che m'avete così preso, / piacciavi far di me per cortesia / com' aguglia fa d'uccello, che 'l prende / e no i fa male, anzi 'l si tiene al core istrettamente, / sì come l'unicornio a la pulzella, / cherendovi merzede per pietanza / sì com' lo pellegrin la chere a Deo...
[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 181.8: lo qual oxel [[scil.: la fenice]] vive infine cinque cento anni, sì chomo ven dito, e poi sí medesmo ardandose in lo nido, sì renasci; e questo oxello è a modo de agoya grande, abiando una cresta in cavo e circha el collo cholor d'oro...
[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), Predica 50, pag. 262.1: I griffoni sono fatti dinanzi a modo d'aguglia, e di dietro come leoni, e sono fortissimi, e è animale fierissimo smisuratamente.
[6] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 41.23: Capitol de l'agoia.
[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 30.9: L'agnello così fugge il lupo, la cerbia così fugge lo leone, le colombe così fuggono con paurose penne l'aguglia; tutti li animali così fuggono i loro nemici.
[8] San Brendano ven., XIV, pag. 190.15: E io, misero me, ston qua sì como una osiela, su questa piera, como fase l'aguia, e sì son nuo e non è cosa che me cuovra le carne se no li mie' caveli e li mie' peli de la barba e de lo doso: io sè ch'elo è una paura a vederme».
2 Simulacro dell'aquila in rame o argento in cima ad un'asta quale insegna delle legioni romane; statua per decorazioni architettoniche; impronta su monete.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 7, pag. 447.19: E morte le guardie che erano per li Romani a guardare Siria, cacciaro via il legato, e rapiro l'aguglia e le insegne, e l'oste e' cavalieri uccisero.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 10.80, vol. 2, pag. 164: Intorno a lui parea calcato e pieno / di cavalieri, e l'aguglie ne l'oro / sovr'essi in vista al vento si movieno.
[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 21, vol. 1, pag. 302.4: dall'uno lato dell'agostaro improntato era il viso dello 'mperadore a modo di Cesari antichi, e da l'altro una aguglia, e era grosso, e di carati XX di fine paragone, e questa molto ebbe grande corso al suo tempo e poi assai nella detta oste.
2.1 Fig. La potenza imperiale di Roma (anche del periodo repubblicano); simbolo dell'istituzione dell'Impero romano o del medioevale Sacro romano impero.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 1, cap. 5, pag. 77.4: E ciò è perchè io non volli intrare in Roma senza mia aguglia e senza mia gente? Debbo perciò perdere le mie lode e 'l mio triunfo?
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 6, 82-96, pag. 145, col. 1.14: Or qui t'amira, çoè: Mo sta atendo, letore, al replicare che faço de questo vocabulo 'vendetta', che, po' che l'aguglia portada fo da Tito imperadore, in processo de tempo ella fe' vendetta della vendetta preditta; çoè che Tito disperse li Çudei e prese Ierusalem, li quai fono quilli che poseno Cristo in crose.
[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 441.16: Dice, che potran dire li re di Persia alli re de' Cristiani, quando vedranno quel volume aperto, cioè in quella utima sentenza dove sono scritti tutti li processi, dove vedranno tra l'opere dello imperadore Alberto quella opera ch'elli usòe in muovere l'aguglia per istruggere il reame di Praga...
[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 1, pag. 14.19: E questo è quello, che Dante volle dire nel sesto canto della terza cantica della sua commedia, dove parlando del gonfalone dell'aguglia, sotto il quale li romani signoriggiavano il mondo, in questa forma dice...
3 [Arald.] Figura ricorrente nell'arme di famiglie, comuni, signorie, etc.
[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), Con adimanda magna. Son. 119.6, pag. 370: Con adimanda magna scienza porta / m'avete, amico, per [i]scritta porta, / di quei che ne l'azzurro giglio porta: / venut'è al campo segnor che lo sporta, / che lo profeta Merlin ne raporta; / vermiglio il campo, l'agulia i[n] su porta / ha d'oro que' c'ha aperta già la porta / e de la 'mpresa molto si diporta...
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 27.41, vol. 1, pag. 458: Ravenna sta come stata è molt'anni: / l'aguglia da Polenta la si cova, / sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 399.1: Ecco la parte che dà materia di trattare delle probitadi delli Scalinghi: dice, che 'l primo suo rifuggio sarà la cortesia di mess. Bartolomeo della Scala, che porta l'aguglia in sulla scala...
[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 27, pag. 404.18: L'aguglia etc.. Qui nomina D. li signori di Ravenna per la lor armatura, dicendo como Cervia e Ravenna sonno soto l'aguglia, idest soto queli de Polenta che ab antiquo sono signori de le dicte terre. vanni sono le pene de le ale, tra le prime e le extreme.
4 [Simbolo e appellativo dell'apostolo Giovanni].
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 26.53, vol. 3, pag. 431: Non fu latente la santa intenzione / de l'aguglia di Cristo, anzi m'accorsi / dove volea menar mia professione.
[u.r. 21.12.2022]