AGUGLIONE s.m.

0.1 aghullione, aguglione, aguglioni, aguglone, agugloni, aguliuni.

0.2 Lat. *aculeo, aculionem (LEI s.v. *aculeo).

0.3 Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.): 1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Aculeo, pungiglione di animale (anche in usi metaf.). 1.1 Fig. Stimolo tormentoso. 2 Cuneo.

0.8 Elena Artale 29.07.1999.

1 Aculeo, pungiglione di animale (anche in usi metaf.).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 9, vol. 2, pag. 171.8: Adonca la maldicenti lingua di la vecha comedia, ià sia zò que issa disyava di abatiri la virtuti di Pericles, non pertantu issu confessava que in li soy labri hintava unu dulzuri di parlari qui era plù dulci ca meli; et dicia que in li curagi di quilli qui lu audianu rimanianu commu uni aguliuni.

[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 40, pag. 299.39: [10] Nele api le femine sono maggiori et ànno aguglone; li maschi sono minori et sono sença arme.

[3] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 40, pag. 300.6: Et imperciò ch'e maschi si stanno nel'arnia et guardano i pulcini dele api et le femine vanno a procacciare, perciò i maschi sono picciolini et sença arme, et le femine sono grandi et sono armate d'agugloni.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 7, cap. 7, pag. 209.13: Cognoscerali in ciò, che sono un poco maggiori che l'altre, e sono di chiaro, e risplendente colore, e colle gambe più dritte, morbide, senza pelo, e hanno un capello quasi nel ventre di fuori, come aguglione, il quale non usan però a trafiggere.

1.1 Fig. Stimolo tormentoso.

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 26, par. 12, pag. 433.1: Non littigioso, cioè a ddire non lingua e conicie (cioè ingiurioso motto di villania) rilegha il vescovo [[...]]; però ch'elli non si conviene punto che della boccha del vescovo benizione insieme e maladizione fuoriescha [[...]]». E alla perfine l'aghullione di sua malizia, il quale in coperto e in terminazione crede dassezzo, fuori metta per aventura nel prenze di su detto credendo ficchare bestenmia, cioè a ssapere una alquna sua sentenzia di lui appellare...

2 Cuneo. || Per errore di traduzione.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 12, pag. 666.20: Milo Crotoniate camminante vide in uno campo una quercia fitta con acconci aguglioni di ferro. Confidandosi nelle sue forze andò ad essa, e postovi ambo le mani, si sforzoe di divellerla, le quali l'albero, caduti li aguglioni, ritornato in suo stato strinse, e lui con tante vittorie di campioni diede a lacerare alle fiere. || Traduce «Milo Crotoniates, cum iter faciens quercum in agro cuneis adactis fissam vidisset...», forse per confusione paleografica tra cuneis e aculeis; nota che nel l. 8, cap. 9 aculeos è volgarizzato in aghi (cfr. con Accurso di Cremona in 1 [1]).

[u.r. 01.12.2017]