AHIMÈ escl.

0.1 ahimè, ahïmè, aimè, aïmè, aymè, ahi me, ahi meve, ay me; f: aimeve.

0.2 LEI s.v. ai.

0.3 Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

0.7 1 Esclamazione di autocommiserazione, lamento.

0.8 Elena Artale 30.07.1999.

1 Esclamazione di autocommiserazione, lamento.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 51.28, pag. 177: Non mio servire, lasso, non mi vale / lo diservire in doppia parte e loco; / cui servo non diletta mia amistate: / ahimè, ch'io non veg[g]io a cui ne cale! / Però se mio servir è lo mio foco, / lo diservire non m'è già bontate: / però sospiro e doglio fortemente / e getto in disperanza la mia vita, / ché la veg[g]'io disorata ed aunita, / e per quello ch'altri avanza, sì è perdente.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 6.18, pag. 68: Aimè taipino, che vit'è mio corso, / e come sono ïn forte pianeta! / Quant'è tormento, sol per me si reta...

[3] F Canz. an. Aimeve lasso!, lo penziero, XIII (tosc.): Aimeve lasso!, lo penziero m'à vinto / e m'àve asiso in tutta mia dolglienza, / che quasi matto infra la giente rengno / e pur divengno in cciò moltipricando; / ch'è 'm pena tanta lo core meo sospinto, / faciendo l'alma non da llui partenza, / ch'um punto per me il corppo nom sostengno / e bene mi· tengno quasi mortto im bando. || CLPIO V 304.1.

[4] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. 3, pag. 348.1: Quello che diletta, argomentilo e le boci e l'ansciare; ahimè, io mi vergogno; questa parte ha segreti segni e cognoscimenti. Doppo i diletti della lussuria, i quali il dono degli amanti domanda, ella non vorrae che 'l peso abbia suoi prieghi.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 17, pag. 146.37: Oimè, Aretusa, quanto miseramente, fuggendo il tuo amante, divenisti fontana! e io più affannata di dolore che tu di paura, non sono da loro udita, né però si muovono a pietà! Ahimè, Ecuba, quanto ti fu felice nel tuo ultimo dolore, poi che morte t'era negata, il convertirti in cane!

[6] Poes. an. friul., 1350/51, 24, pag. 326: Misser Fedrigo ind'avia grant dolore / Quant el vedea ozider lo so Signore / Lagremando el dise en fra lo so core, / Ay me dolente! / Che de la Glesia sempre fo fervente / De mantegnerla amico chu la nostra zente / Sempre la mare de Christo el clamava / En veretade.

[7] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 14, pag. 54.27: Aimè, misaro a me, che farò e che dirò?

[8] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 16, parr. 6-7, pag. 280.1: E sequita sembri [etc.]. Qui mostra D. essere cognosciuto a l'abito e al parlare. Ahimè etc. D. se dole de le piage loro per lo incendio de le fiamme.

[u.r. 12.04.2006]