0.1 albasia; f: albagìa.
0.2 Etimo incerto: lat. volg. *opaciva '(bonaccia) ombrosa' o lat. volg. *albicinus 'biancastro' (Parenti, Albagia).
0.4 Att. nel corpus solo in Gasparo da Verona, XIV (ver.).
0.5 Locuz. e fras. stare in albagia 1.1.
0.6 N Un'ulteriore att. di 1 è ottenuta in Decameron, II, 9 da Parenti, Recupero, con una diversa segmentazione della lezione tradizionale: «segner En Cararh, il quale d'una sua nave, la quale alquanto di quivi era lontana in albagia, disceso era a rinfrescarsi a una fontana»; l'ed. inclusa nel corpus legge «era lontana, in Alba già disceso era»: cfr. Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 9, pag. 161.18.
0.8 Pär Larson 25.05.2021.
[1] Gasparo da Verona, XIV (ver.), 4 b.3, pag. 17: Quando doi gran noachier prende ripreggio, / et se consilian per grand'agonia, / l'è pur chiar segno che nova albasia / vegian in l'aire adversa al suo pareggio. / Et non mi penso che per poco agreggio / franco cor tremi et perda vigoria; / però temo a la crisis, che vi svia, / che la non croli il temo al suo charegio.
1.1 Fig. Attesa forzata. Fras. Stare in albagia: avere incertezza.
[1] F Lett. comm. [1396] (tosc.): Egli è stato piacer di Dio che stanotte la Tessa partorio maschio; e tutta mattina sono stato in albagìa di farvelo a sapere, o non farvelo; perchè non vi volea dar noia di venire, chè non è di bisogno... || Guasti, Lapo Mazzei, vol. I, p. 151.
- [A causa del sentimento amoroso, con connotazione neg.].
[2] f Poes. an. tosc., p. 1397, Per le parole..., 13, pag. 151: Però vi prego, .A., in cortesia / più non vogliate voi et me seccare / solo per uscir di tanta albagìa. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.
[u.r. 25.05.2021]