ALBERGHETTO s.m.

0.1 alberghetto.

0.2 Da albergo.

0.3 Boccaccio, Decameron, c. 1370: 1.

0.4 Att. solo in Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 A Doc. fior., 1291-1300: Ciecho f. Alberghetti; Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): Albergetto.

0.7 1 Piccolo e modesto albergo.

0.8 Veronica Orazi; Chiara Coluccia 23.04.2002.

1 Piccolo e modesto albergo.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 7, pag. 220.26: e in Firenze giunti, se ne and๒ a uno alberghetto di due fratelli che vicino era alla casa della sua donna.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 9, pag. 247.9: e quivi per avventura arrivata in uno alberghetto, il quale una buona donna vedova teneva, pianamente a guisa di povera pellegrina si stava, disiderosa di sentir novelle del suo signore.

[u.r. 18.04.2006]