ALENA s.f.

0.1 alena.

0.2 Da allenare 1.

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.).

0.7 1 Fiato, respiro. 1.1 Buona alena, malvagia (mala) alena: alito buono (o cattivo). 2 Vigore.

0.8 Chiara Coluccia 10.09.1999.

1 Fiato, respiro.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 742, pag. 202: e quando l'omo spira, / l'alena manda e tira, / è spirito chiamato.

[2] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 59.5, pag. 858: Pigliano posa et ragolgliono alena, / [a]conciano le cose da mangiare; / sentendo lo calore êlla rena, / tucta la gente fa pericolare.

[3] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 198, pag. 497: La bocca e 'l naso e 'l mento / À più belli, e non mento, / Ch'unque nonn eb[b]e Alena; / Ed à più dolce alena / C[h]e n[e]ssuna pantera. || La pantera è normalmente descritta nei bestiari come un animale dall'alito profumato.

[4] Novellino, XIII u.v. (fior.), 45, pag. 228.4: E, quando presero alena, sì domandò l'uno del nome dell'altro.

[5] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 4. Fisonomia], pag. 178.1: Chi ride alto sì no ridotta onta; e chi ride isquitendo e riprende su[a] alena a forza, sì è di piciolo savere, perciò che riso per la magior parte si giudicha reo.

1.1 Buona alena, malvagia (mala) alena: alito buono (o cattivo).

[1] Gl Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 4, pag. 129.6: E per le giengie che ssi insanguinano, e per li denti inbianchare e fare buona alena, ciò è buono alito di bocha, prendete galla muschata, pomice marina, sale arostito, corno di cierbio arso di ciasquno drame iiij, alume, nitro, buccie di mélle grane, ghalle, balaustie, ciò sono le meluzze piciole che gitta il melo grano, di chatuno drame ij, podio, ispico, costo, lengno alloe, cardamone di ciasquno drame una, e fatene polvere.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 168.32: E vale a usare a coloro ch'ànno l'alena malvagia per la coruzione delli omori; e conforta lo stomaco infredato, e schalda il feghato e la milza.

2 Vigore.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 164, pag. 291.28: E quando l'Amoratto fue abbattuto, sì come detto è, ed egli sì si rilevoe suso, al più tosto ch'egli unque potte e ssì come cavaliere ch'iera di molto grande forza e di grande alena, e guardoe per vedere lo cavaliere che l'avea abattutto, ed egli no lo potte vedere di neente.

[u.r. 13.12.2017]