ALIENATO (1) agg.

0.1 alienata, alïenata, alienate, alienato.

0.2 V. alienare.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Smarrito, pazzo, che ha le facoltà mentali ottenebrate.

0.8 Pär Larson 16.11.1998.

1 Smarrito, pazzo, che ha le facoltà mentali ottenebrate.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.18, pag. 43: Socce tenebre de 'nvidia: / a onne ben post'ha ensidia; / de ben non ce arman vestigia, / sì la mente ha ottenebrata. / [[...]] / L'Accidia una freddura, / ce reca senza mesura, / posta 'n estrema paura, / co la mente alienata.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 60.98, pag. 241: Enfra la vertute e l'atto / molti ci ode al ioco: «Matto»: / tal se pensa aver buon patto / che sta en terra alienate. / Questo cielo ha nome «none»: / moza lengua e 'ntenzione, / o' l'amore sta en prescione / 'n quelle luce ottenebrate. || alienate masch. sing. (Ageno).

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III cap. 3, pag. 166.15: E veramente dico; però che li miei pensieri, di costei ragionando, molte fiate voleano cose conchiudere di lei che io non le potea intendere, e smarrivami, sì che quasi parea di fuori alienato...

[4] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 10, par. 2, pag. 465.28: Gregorio, trentesimo moralium. Che pro è in quel tempo ammonire l'adirato, nel quale egli per l'alienata mente appena può sostenere sè medesimo?

[5] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 19 (beta).116, pag. 286: Rapisco contemplando / astracto et alienato; / vadomi trasformando / di radii circundato; / con giubilo cantando, / so' in estasi alevato...

[6] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 436.13: La femmina pazza per la morte del piccolo ed unico fanciullo, ed alienata per la patita necessitade, introdusse li uomini nel suo cenaculo, ed iscoperse li membriccioli dello squartato piccolino, [e] disse: ecco, prendete la vostra parte delle mie interiora, e portatele alli vostri tiranni...

[7] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 125.1, pag. 144: E stata alquanto tutta alienata, / si tacque; e poscia la spada veggendo, / cominciò: - Quella perché fu tirata / del foder fuori? - A cui Troiol, piangendo, / narrò qual fosse la sua vita stata.

[8] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 16, pag. 133.29: Onde disse un sant'uomo, che in fra le virtù, e l'atto, molti hanno scacco matto, e tal si crede aver buon patto, che sta in terra alienato. Dentro dunque sono da misurare l'opere virtuose; essendo, come dice santo Gregorio, che Dio non ha l'occhio, nè considera, quanto l'uomo il serva, ma con quale, e quanto affetto.

[9] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 22, pag. 175.10: Simigliantemente si legge d'un avvocato, che era stato un grande avviluppatore, che venendo il prete per dargli il corpo di Cristo alla morte; e dicendogli i parenti, che gli stavano attorno, che egli il prendesse divotamente, rispose, essendo alienato: Veggasi in prima per ragione, se io il debbo prendere.

[10] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 37.9, pag. 90: Quest'è colei, ch'è principio e cagione / Di tutte infermità, e alla mente / Alïenata termine non pone. / Questa to' la memoria, e tien dolente / Lo spirito dell'uomo, e strugge il senno, / E la lussuria accende in noi cocente.

[11] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), L. 2, cap. 19, pag. 68.42: Qual cosa è più brutta che lo ebbro? al quale el puzo è in boca, el triemito è in corpo, el quale pronuntia le cose paze, manifesta le cose occulte, al quale la mente è alienata, la faccia è turbata, «niuna cosa gli fia segreta ove regna l'ebrietà», «le tazze piene di vino chi non hanno fatto parlante?».

[u.r. 20.03.2008]