ALPIGIANO agg.

0.1 alpigiana, alpigiani.

0.2 Da alpe.

0.3 Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.): 1 [2].

0.4 In testi tosc.: Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.); Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.).

0.6 A Doc. prat., 1296-1305: mo(n)na Alpigiana.

N Cfr. GDT, p. 14, per ess. in doc. lat. tosc. fin dal 1191.

0.7 1 Che vive o che è nato in zone alpine, montane. 1.1 Fig. [Usato in senso spregiativo, come sinon. di persona ignorante delle cose del mondo:] ingenuo, sprovveduto. 2 Che appartiene a, che è tipico di chi abita zone alpine.

0.8 Milena Piermaria 18.11.1999.

1 Che vive o che è nato in zone alpine, montane.

[1] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 32, pag. 262.15: E questo déi intendere: col dolcie suono della linghua della sua bella eloquenzia e chol suo dolcie parlare gli ricolse e raunò gl'uomini di fuori quasi salvatichi e montanari e alpigiani e ffe' fare la detta città e quella signioreggiò.

- [Zool.] Astore, sparviero alpigiano.

[2] Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.), cap. 3, pag. 11.23: Sono ancora altri astori chiamati alpigiani, i quali dimorano nelle parti di Lombardia e di Toscana e della Marca e di Puglia: i quali sono grandi astori, e grossi più che lunghi, tegnenti in loro grande superbia.

[3] Trattato de' falconi, XIV in. (tosc.), cap. 6, pag. 18.3: Sono altri sparvieri chiamati alpigiani, i quali sono molto belli in persona, e non usano grandi uccelli.

1.1 Fig. [Usato in senso spregiativo, come sinon. di persona ignorante delle cose del mondo:] ingenuo, sprovveduto.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 173, pag. 427.12: La brigata gozzuta giunti a Scaricalasino aspettarono il medico, non ostante a questo, più dì, credendo che tornasse; e non tornando, guatavano i gozzi l'uno dell'altro per maraviglia, quasi dicendo: «È scemato gnuno?», o «È scemato l'uno più che l'altro?» Poi se ne dierono pace; ma non s'avvisorono mai, come gente alpigiana e grossa, come il fatto fosse andato...

2 Che appartiene a, che è tipico di chi abita zone alpine.

[1] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 288.13: Ed è troppo gran pericolo; chè agevolmente si potrebbe cadere in errore. Sanza ch'egli avviliscono la Scrittura; la quale [[...]] quali coll'accento aspro e ruvido l'arrugginiscono, come sono i Romani; alquanti altri con favella maremmana, rusticana, alpigiana, l'arrozziscono...

[u.r. 28.09.2015]