ALTERARE v.

0.1 àltera, áltera, alterado, alterando, alterante, alterar, alterare, alterata, alterati, alterato, alterava, aterato, alterano, alterarsi, àlterasi, alterate, alterato.

0.2 Lat. alterare (LEI s.v. alterare).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.7 1 Produrre un cambiamento in qsa, modificare. Pron. Modificarsi, cambiare forma. 2 Indurre o subire un cambiamento psicologico o d'umore; turbare, turbarsi; provocare o subire un'emozione (anche pron.). 2.1 Pron. Adirarsi.

0.8 Veronica Orazi 28.02.2002.

1 Produrre un cambiamento in qsa, modificare. Pron. Modificarsi, cambiare forma.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 370, pag. 189: Ben dico veramente / che Dio onnipotente, / Quello ch'è capo e fine, / per gran forze divine / pò in ogne figura / alterar la natura / e far Suo movimento / di tutto ordinamento...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 10, pag. 325.5: Ancora è da sapere che ogni cosa che si corrompe, sì si corrompe precedente alcuna alterazione, e ogni cosa che è alterata conviene essere congiunta coll'alterante, sì come vuole lo Filosofo nel settimo della Fisica e nel primo Di Generazione.

[3] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 25, pag. 129.4: Procedendosi alle sopradette due qualità di ladroni, della terza e dell'ultima, qui così si contiene, cioè di coloro che, non essendo naturalmente abituati, per caso d'alcuna cupidità con diterminato volere a cotale operazione si producono, figurandogli da certi serpenti esser trafitti nel luogo prima disposto al vitale nutrimento, cioè: nel bellìco e alterando lor forme, come qui chiaramente nel libro si legge.

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 25, 121-135, pag. 613, col. 2.8: Qui fa comparazione come la lumaga, o ver chiozola, de sì instessa fa corne e porgele fora, e po' le retorna dentro, e cussí meschiandossi le parte delle teste cussí de quella del serpente cum de quella del peccador, in una parte mancava e facea de curvo piano ... et in un'altra superabundava e facea de piano curvo, e cussí s'alterava tutto.

[5] Gl Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 21, pag. 386.22: Alterazione non è altro, che mutazione per sopravegnente accidente; sì come il granello del grano si corrompe per l'umido della terra, e per lo calore del Sole, e fassi prima erba, e poi per lo processo del tempo, e la forza de l'umido nutritivo, e del calore seccativo si matura, e grano perviene. Questo è uno modo d'alterare, cioè mutare d'uno in altro...

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 2, vol. 3, pag. 18.1: Questo fue grazia e sopra natura a fare per la sua infinita potenzia il corso del cielo e di natura per una sola parola, che prima era neente; e chi ha podere di fare la cosa, pur materialmente parlando, la può disfare e mutare: maggiormente Idio può tutto fare, e alterare, disfare, e mutare.

[7] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 330.1: e secondo la varietà de' venti si variano i sogni; e la luna scema e piena, e quando cresce e quando cala; e come áltera gli omori ne' corpi, così fa mutazione ne' sogni.

2 Indurre o subire un cambiamento psicologico o d'umore; turbare, turbarsi; provocare o subire un'emozione (anche pron.).

[1] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 14.25: Poi levatosi i cavalieri e gli scudieri da le tavole, risentironsi gli stormenti, risonarono le boci; e quivi, alterati da diverse melodie sì presono a danzare per le corti e per le sale, poi fuori per gli verdi prati: e danzando per gli detti luoghi, la moltitudine de l'altre genti corea a vedere i balli e le belisime danze.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 22, 1-21, pag. 487, col. 1.11: Qui dixe: 'finché 'l tron, de' quilli tu sei uso d'audir, t'hae cussí alterato, come t'avrave alterato lo canto de ça su o 'l meo rider'; quasi a dir: maxime.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 121-130, pag. 255, col. 1.3: Qui mostra lo essere ritornado etiamdeo in memoria de Virg., lo quale no era alterado da ira per la offexa a lui fatta, ma confortando li porse sicurtade, dizandoli che puro vinciraveno lor prova.

[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 9, pag. 26.16: Deh, pietose donne, chi crederà possibile in un punto uno cuore così alterarsi?

[5] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 111, pag. 253.28: e allora quando saremo così mortificati sì faremo gran frutto, et il nostro frutto permarrà in eterno. E di ciò, figliuole mie, perchè vi occorreranno cose di grande tribulazione non vi alterate, però che questo promette Iddio per gran bene e utilità...

2.1 Pron. Adirarsi.

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Prov. 19, vol. 5, pag. 690.24: Molto fae di temere il principe adirato; quando egli è di mal talento, àlterasi come lione, ch'è di molto da temere, quand'egli è in sua rabbia...

[u.r. 17.01.2018]