0.1 alteraçione, alteracioni, alteraciuni, alteratione, alteratïone, alterationi, alterazione, alterazioni.
0.2 Lat. tardo alteratio, alterationem (LEI s.v. alteratio).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Dante, Convivio, 1304-7; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.7 1 Mutamento di una o più qualità di una cosa o di un essere animato; trasformazione; corruzione. 1.1 [Del corpo umano:] degenerazione delle funzioni di un organo, malattia. [Dello stato emotivo:] turbamento, commozione; moto istintuale. 1.2 Allontanamento da una norma, degenerazione; rivolgimento politico. 2 [Filos.] [Nella dottrina aristotelica:] una delle specie del movimento, consistente nella modifica delle qualità accidentali di qsa. 3 Perturbazione meteorologica; movimento tellurico.
0.8 Elena Artale 21.09.1999.
1 Mutamento di una o più qualità di una cosa o di un essere animato; trasformazione; corruzione.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 15, pag. 218.6: La terza proporzione è che la cosa veduta sia tanto delogne dal viso, che lo suo colore vero non sia bene compreso, ma con alcuna alterazione sia recevuta e·llo viso, e che la figura de quella cosa sia veduta menore ch'ella sia...
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 2, cap. 3.b: seconda, ke se fossero anemali [[scil. i celestiali corpi]], con ciò sia cosa ke in principio non abbia tutta similitudine el cibo cum l'anemale [[...]], non recevendo tutta si(mi)litudine in alcuno modo ène mestieri ke se alteri in processo de tempo l'anemali e trasmuti; ma con ciò sia cosa ke in loro nulla tale alteratione possamo conprendare, non prendono tale cibo.
[3] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 73-81, pag. 730, col. 1.3: Ed impetrato, tinto, çoè, sí come lo celso di Piramo. Sí che t'abaglia, çoè, 'tal tintura e alterazione t'inçuria a quel dire'. E nota che 'impetrato' è nome informativo, lo qual se forma da questo nome 'pietra', sí cum 'amo' da 'amore'.
[4] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), c. 2, pag. 446.4: O donna di virtù [ecc.]. Qui la risposta; la quale Virgilio dice sè aver fatto a Beatrice [[...]], che dice: quella spetie delli homini per lei trapassa et avança ongni cosa che ssi contiene da quel cielo, cioè spera, c'à minori li cerchi, cioè la luna, il cui circulo è più presso alla terra, e sopra 'l quale [è] nulla alteraçione, cioè corructione, e il fine dell'uomo è la beatitudine, la quale è in Dio, alla congnitione del quale solo pella scriptura divina si puote venire.
[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 49, vol. 2, pag. 111.31: Or dico dunque, che in ciò, che s. Giovanni dice: Verbum caro factum est, si dee intendere fedelmente, che Dio diventò uomo prendendo vera umanità nostra senza perdere sua divinità, non che perdendo il suo essere si convertisse in carne per trasmutazione, e alterazione, come si fa e per natura, e per arte in molte cose.
[6] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 5, par. 4, pag. 26.14: E ssotto questa maniera sono contenute e 'ncheste l'azzioni della parte e ppotenza dell'anima che ll'uomo dicie nutritiva e altressì quelle che ffanno gli alimenti che contenggono i nostri corpi per l'alterazione delle loro qualità, e ll'alterazioni che ssono chausé e ffatte delle cose ch'entrano dentro del nostro corpo, siccome è vivande, beveragi, medicine, veleni e altre cose somilglanti a lloro.
1.1 [Del corpo umano:] degenerazione delle funzioni di un organo, malattia. [Dello stato emotivo:] turbamento, commozione; moto istintuale.
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 2, cap. 3.c: el maestro Alardo asengna un'altra rasgione assai apparevoli bona ke le corpora celestiali sono in continuo movimento [[...]] se quello del cielo e de le pianete fusse en corso, tutto e·ll'aire subitamente movendosi (et) inpetuosamente nostro reposo turbaria, seguitando el continuo movimento de verità, e la nostra natura recevaria grande alteratione, né non posso considerare ke la forteçça e la vertude del nostro cerebro potesse soferire sì tostano movimento.
[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 363.7: E secondo malizia o vero difetto di corpo, può essere la mente non, sana: quando per difetto d'alcuno principio dalla nativitade, sì come [sono] mentecatti; quando per l'alterazione del cerebro, sì come sono frenetici. E di questa infertade della mente intende la legge quando lo Inforzato dice: «In colui che fa testamento, di quel tempo nel quale lo testamento fa, sanitade di mente, non di corpo, è a domandare».
[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 33, 22-39, pag. 734, col. 1.23: Ancór. Açò che quisti effetti che se seguiranno de tal visione, possano esser, per tale conservatione in lui, utili ad altri, a chi ello glie dirà, se non li perde a memoria. E vinca. Çoè, e toa custodia in tale specie visibili che per lui serano aprese, 'vinca' omne alteratione umana, çoè corporea, che quelle potesse imbrigare.
[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 427.1, pag. 257: Secondo diversa alteratïone / èe l'omo habitüato ad amore / di donna, di denari over di honore, / come l'apetito li dà casone; / e s'el usa l'albitrio cum rasone / el si forma una vertù nel core, / che, beato, primo lo fa signore / de se stesso, poy de l'altre persone.
[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 67, pag. 450.21: E in questa maniera stando, come fu piacere degl'iddii, invocato l'aiuto di Lucina, la donna, faccendo un bellissimo figliuolo maschio, da tale affanno e pericolo si liberò, rimanendo chiara e fuori d'ogni alterazione, e lieta del nato figliuolo: a cui prestamente balie alla guardia di lei e del garzone trovate furono.
[6] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 32, col. 2.17: Et ancora ne sono di quelle che ssi fanno per omentaçione, la quale cura si fa in quattro modi. La prima si è alteraçione e ulteraçione quello che tu vedi che molto crescie per interpolaçione non è ispesso; fare flobotonia, s'ella appare sengni d'omori che abondino in sangue, e propiamente della ceffalea...
- [In relazione all'anima:] progressivo avvicinamento allo stato di estasi.
[7] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 6, pag. 14, col. 2.6: Hora dico che è la perfecta contemplatione per difinitione. La perfecta contemplatione si è una pura continua mentale alteratione senza alchuno oggetto intelligibile o particulare, sempre quasi l'anima con spirituale gusto amore in Dio spirando, non essendo da nulla corporale o mentale actione o spirituale passione impedita: in ragione, sopra ragione fondata e exercitata.
[8] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 11, pag. 74, col. 2.12: Et tutto l'essere humano manifesta sé medesimo in extasi, quando l'anima è nel divino amore risoluta. Et i subbiti e prolixi acti fanno l'anima spesse volte tutta in Dio translatare: e per penetrative alterationi l'anima nella celestiale secreta camera sé innamorata iubilando possiede: et le spirationi in grande copia per manifesto testimonio certificare.
1.2 Allontanamento da una norma, degenerazione; rivolgimento politico.
[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 22, 73-87, pag. 495, col. 2.19: La carne de' mortali. Qui redargoe san Benedetto li mundani, li quai se lassono tanto vincere alle sensualità, che a lor non fa pro alcuno amaestramento; e mostranlo in questo modo: 'che non è çovado a molte regole aver bon principio, però ch'èno remossi per alterationi tanto da quello, ch'hanno esser tutto lo contrario, et è tal diversità in piçolo tempo'...
[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 376.14: Io t'ho detto, e mostrato ad occhio le mutazioni delle cittadi e li loro termini; ed hotti mostrato che 'l moto della Luna fa quello a l'acque, [che fa la] fortuna alla cittade di Firenze: le quali cose premesse ed intese, non ti dovrai maravigliare delle parti di quello tutto, se elle partic[i]pano d'alterazioni.
2 [Filos.] [Nella dottrina aristotelica:] una delle specie del movimento, consistente nella modifica delle qualità accidentali di qsa.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 14, pag. 132.3: E di questo ha esso grandissima similitudine colla Fisica, se bene si guardano sottilmente questi tre numeri, cioè due e venti e mille. Ché per lo due s'intende lo movimento locale, lo quale è da uno punto ad un altro di necessitade. E per lo venti [si] significa lo movimento dell'alterazione: ché, con ciò sia cosa che dal diece in sù non si vada se non esso diece alterando colli altri nove e con se stesso, e la più bella alterazione che esso riceva sia la sua di se medesimo, e la prima che riceve sia venti, ragionevolemente per questo numero lo detto movimento [si] significa.
[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 3, vol. 1, pag. 109.15: Unde, comu l'alchimistru muta l'accidenti di l'argentu vivu in l'accidenti di l'argentu veru, et fa pisu et sonu et soldu di argentu vivu, ma non si muta la sustancia di l'argentu vivu in sustancia di argentu soldu, comu dichi Aristotili: «Sciant alchimiste rerum species permutari non posse», eccu ài naturali mutacioni, naturali alteracioni di accidenti in accidenti, non mutata substancia.
3 Perturbazione meteorologica; movimento tellurico.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 21.43, vol. 2, pag. 356: Quei cominciò: «Cosa non è che sanza / ordine senta la religïone / de la montagna, o che sia fuor d'usanza. / Libero è qui da ogne alterazione: / di quel che 'l ciel da sé in sé riceve / esser ci puote, e non d'altro, cagione. / Per che non pioggia, non grando, non neve, / non rugiada, non brina più sù cade / che la scaletta di tre gradi breve...
[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 21, 34-54, pag. 430, col. 1.14: Qui comenciò... Risponde Stazio... e dixe: 'Tu di' savere che queste cose de ça suso sí segueno uno ordene lo quale elle senteno e sano per usança; lo quale ordene exclude ordene naturale. Imperçò voio che tu sapi che questo luogo è libero da omne alterazione naturale. E nota da qui' ch'èno generabili e corruptibili ch'el receve bene alterazione in quanto una anima se partiràe ch'è purgada, e vae in Par....
[3] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 21, pag. 422.4: E lle chagioni perché non sono quassù quelle alterazioni che ssono giù nel mondo, cioè tremuoti, tuoni, grandine e venti e tempeste, si è perché in questo monte di purghatorio à valichata la terza regione dell'aere, imperò nel primo aere, que· del mondo, è chaldissimo, nel secondo è freddissimo, nel terzo è chaldissimo, intanto che ivi è lo elemento del fuoco.
[u.r. 17.01.2018]