0.1 aitezza, aitezze, allteça, alteca, alteça, altecça, alteçça, alteççe, altece, alteçe, altecza, altecze, altessa, altesse, alteza, alteze, altezza, altezze, altiça, alticia, alticza, alticzi, altiza, altizi, altizza, altteza, aoteza, ateça, atezza, auteça, autessa, autezza, autiza, elteça, olteça.
0.2 Lat. altitia (LEI s.v. altitia).
0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 5.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).
In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Orazione ven., XIII; Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Lodi Vergine, XIV in. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.
In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Doc. perug., 1326; Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Doc. orviet., 1339-68, (1353); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).
0.5 Le forme in -ezze al sing. sono da ricondurre al suffisso lat. ‑ities (Rohlfs, § 355). Per la loro diffusione nei lirici sic. e tosc., cfr. Avalle, Programma, pp. 37-40.
Per l'esito olteça v. Rohlfs, § 129 (e cfr. § 17, sulla velarizzazione della tonica). La palatalizzazione di a ha un'ampia diffusione in posizione tonica (cfr. Rohlfs, § 13), e per la forma elteça sarà da pensare a un adeguamento analogico per influsso di elto 'alto' (v. alto 0.1); l'uso di entrambe le forme è limitato a un solo testo - il commento di Jacopo della Lana - e non è da escludere un tentativo di resa grafica dell'esito in œ di a davanti a l o r + consonante, tipicamente bolognese (v. in proposito Gaudenzi, Dial. bologn., pag. 4).
Locuz. e fras. disegno dell'altezza 1.5; entrare in altezza 2.4.1; montare in altezza 2.4.1; porre in altezza 2.4.1; salire in altezza 2.4.1; stare in altezza 2.4.1.
0.7 1 Dimensione nel senso della verticale e verso l'alto; estensione a partire da un riferimento da terra. 1.1 Distanza o elevazione da terra. 1.2 Posizione elevata; punto molto lontano da terra; l'alto (nelle espressioni in, verso, dall'altezza). 1.3 [Del corpo umano o di sue parti:] ampiezza, grandezza; mole, statura. 1.4 [Di liquidi:] livello. 1.5 [Di costruzione:] sezione verticale, muro. 1.6 [Di sentimento o disposizione d'animo:] forza, vigore; intensità. 2 Luogo elevato, naturale (montuosità) o artificiale (costruzione); roccaforte, fortezza. 2.1 La parte più elevata; estremità superiore; sommità, cima. 2.2 Il regno dei cieli. 2.3 Volta celeste. 2.4 Fig. Stato dignitoso, onorevole; prosperità, (buona) fortuna; posizione socialmente elevata; onore, gloria; dignità, carica. 3 Estensione lungo la verticale verso il basso; profondità. 3.1 Assol. L'alto mare. 3.2 Fig. Mistero imperscrutabile. 3.3 Fig. Profondità di senso. 4 Fig. Eminenza, eccellenza; superiorità fisica o morale; avvenenza; elevatezza d'animo, nobiltà. [In relazione alla divinità:] preminenza assoluta; perfezione. 4.1 [Nella lirica amorosa, rif. a madonna:] elevato pregio interiore. 5 Altezzosità, atteggiamento borioso; superbia. 6 [Derivante da errore di traduzione].
0.8 Elena Artale 12.06.2001.
1 Dimensione nel senso della verticale e verso l'alto; estensione a partire da un riferimento da terra.
[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 9, pag. 567.17: Lo palazo de Adriano et Traiano adpriesso fo tutto murato de belle prete et adhornato de belle opere et storiato de diversi colori là dove staco le colopne de granne alteze et de beleze, co lucernara, et de historie de quelli imperatori.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 18, pag. 306.26: E questo si fa, che prende l'uomo buone tavole di quercio ed una sopra l'altra, acciò che pietre non lo possono rómpare [[...]]. E die esser d'otto piè ampio, e di sedici lungo, e d'altezza tanto ch'uomo vi possa istare ritto.
[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 6, pag. 80.12: ed era quattrocento e ottanta stadi per giro, dintorno tutta di buoni mattoni cotti murata, i quali ierano per grossezza gomiti cinquanta, e per altezza quattro cotanti, ne' quali avea cento mastre porte di metallo.
[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 181.38: In questi tempi el Coliseo a Roma fo redrizado, habiando de alteza piè C e VII. In l'anni del Segnor LXX Galba imperà mesi VII...
[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 26, pag. 130.29: Quando l'albero è tagliato, sempre sta ove cade, mai da ssé non si muove e non se ne leva, se d'altrui non ne fosse levato, ma prima, anzi che sia tagliato, ben si muta in altezza crescendo, in lato, cioè ingrossando...
[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.148, pag. 311: che cinque cosse voler sor / l'omo chi casar vor; / zo è che la casa paira / longa, larga, ata e pjaira, / e de belle pree cernue / chi sean ben picae, menue, / per far barcon en grande aoteza / chi dagan luxe e gran pjareza.
[7] Doc. perug., 1326, pag. 22.4: e dentro da quiste IIII pieie vuole essere un muro continuato dal'un capo al'altro de grosezza de IIII pieie e d'altezza de XXXV pieie colgle fondamenta salvo elgle luocora [q]ua sonno desegnate le V torre...
[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 20.17: Uno alto monte ne vae quivi alle stelle con due capi, lo quale hae nome Parnaso, e avanza i nuvili per altezza.
[9] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 13, pag. 98.20: E nel luogo grasso sia alto l'olmo da terra VIII piedi: nel luogo sottile VII non contando l'altezza dei rami...
[10] Doc. orviet., 1339-68, (1353), pag. 138.30: El chantone longu tre somesse, e l'allteça qua(n)tu che la pietra da filu, cho(n)ci p(er) tre s. e sei d. l'unu; e la lega p(er) quatro s. e sei d. l'una...
[11] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 23 par. 2, vol. 2, pag. 101.33: Et l'autri romani dichianu: - Lassa, viyamu si veni Helia, etc. a liberarilu. - Et eu in kistu locu cunsideru la longuiça et l'altiza di la cruchi di Cristu: si kistu ki li dava a biviri era a cavallu, irgia lu cavallu et la persuna cum lu braczu a minu XII palmi...
[12] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 151.18: La colonna e il cànape era lungo bene un miglio su per altezza, lo piè della colonna era fermà giù nel fondo dell'acqua...
[13] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 78.37: Et intuorno de la mura erano diversi turri ben fuorti et altissime, facte a grande maystria, che soperavano l'alteze de la mura XXX cubiti, e non era multo lontana l'una dall'altra.
[14] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 16, pag. 184.19: E è tanta l'alteça de quello monte che li arbori grandissimi chi sum in quella valle de sota a chi li guarda de su lo monte parem picene raveite.
- Nell'espressione l'altezza di qsa, rif. alla sua estensione verticale.
[15] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 6, pag. 517.5: L'oste del divino Julio Cesare, [[...]] mancando la materia del legname in chiudere lo steccato, con ordinanza di cadaveri de' nimici compose l'altezza de lo steccato ch'elli desiderava...
[16] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 19.18: O fortunati voi, le cui muraglie già si lievano in alto! dice Enea, e guarda l'altezza della città. Egli entra per lo mezzo delli uomini circumdato dalla nebbia...
1.1 Distanza o elevazione da terra.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 58.20: et intendo certa persona a dire delli uomini e delle cittadi e delle battaglie e di cotali certe cose e determinate tra lle genti, non intendo dell'altezza del cielo né della grandezza del sole o della luna, ché questa quistione non pertiene a rettorica.
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 1: o per caldo de sole o per inpeto de vento contrario se speçça, innella quale speççatura per la grandeçça de la quantità (et) la graveçça e l'alteçça sì se genera quello terribile suono...
[3] Legg. S. Torpè, XIII/XIV (pis.), cap. 1, pag. 55.28: Et allora lo imperatore fece fare un cielo di rame dorato, e fecelo porre in su novanta colonne di marmo, il qual cielo comandò che fussi bucato di buchi minuti e spessi, e l'altezza di questo cielo sopra la terra era cento piedi...
[4] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 25, pag. 44.26: Et che alcuno tecto o tectarello aposticcio d'alcuna casa non possa occupare dell'altessa meno di X palmi di canna, cioè che sea sospeso di terra palmi X di canna almeno...
[5] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 7, par. 2, vol. 2, pag. 345.1: Ma se per uno somesso overo uno pieie meno da terra fosse de longne co' dicto sia, nulla pena alcuno sostenga, e per ciò la volta overo porfiello non se degga remuovere. E entendase la dicta altecça dal terreno de la via enfina la sumità de la gola de l'arco overo de la volta.
1.1.1 [Di astri:] grado di ascesa sopra la linea dell'orizzonte.
[1] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), Pt. III, cap. 15, pag. 143.21: ed è levato il polo sopra l'orizonte 30 gradi e ½ e ¼ e la sua larghez[z]a è da la fine del secondo climate infino a quel luogo ove il magior die che possa essere è 14 ore e ¼ e l'altez[z]a del polo è 33 gradi e ½ e 1|6 e la sua ampiez[z]a è 350 miglia...
[2] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 12.23: E questo strumento [[scil. l'astrolabio]] trovò per sapere pigliare l'alteçça del sole e delle stelle, e sapere certamente il luogo dove ciascuna istava...
1.1.2 Estens. Distanza, distacco (da qno). || Cfr. alto agg. / avv. / s.m. (alti avv.) 1.1.1.
[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, docum. 7.33, vol. 1, pag. 106: E se pur ti vuol esso / allato a sé, alquanto men girai; / ma quando troverrai / alto da te, arrietra più alquanto. / E se l'alteça tanto / mostri durar che non poca ti paia, / muta sì che non paia / che tu li voglia gradir lo mutare.
1.2 Posizione elevata; punto molto lontano da terra; l'alto (nelle espressioni in, verso, dall'altezza).
[1] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 21.4, pag. 380: E 'l sabato diletto ed allegrezza / en uccellar e volar di falconi, / e percuotere grue, ed alghironi / iscendere e salire 'n grand'altezza; / ed a l'oche ferir per tal fortezza / che perdan l'ale, le cosce e' gropponi...
[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 16, pag. 99.19: Intra li autri pirsuni, unu garzune andandu incautamente pir killa via, ki era sì stricta e supra de unu grande dirrupu, lu garczune cadiu, e de tanta altiza, ki li àrbori grandissimi parianu ruvecti.
[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 15.27, pag. 74: Sanza comparazion la sua bellezza / era, ed aveva due grandi ali d'oro / alle sue spalle, stese inver l'altezza.
1.3 [Del corpo umano o di sue parti:] ampiezza, grandezza; mole, statura.
[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 92, pag. 432.5: Fu fatta a punto a la diritta misura de l'omo, ché l'uomo a essere bene formato, sì dee essere lungo diece cotanti ch'è alto: l'altezza si è da le reni al petto, la lunghezza si è da' piedi al capo...
[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 9, par. 15, pag. 701.25: E, intra le candide e ritonde guance di convenevole marte consperse, di misurata lunghezza e d'altezza decevole, vede affilato surgere l'odorante naso...
[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 36, pag. 129.1: Brunoro era di maggiore statura di Tristano, e a cavallo lo signoreggiava assai della altezza: ma Tristano, il quale era savio e avvisato combattitore, sìe si veniva rispiarmando per avere al bisogno la forza come a battaglia convenía avere...
[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 269.15: Bella donna, compiutamente bella, dee avere in sé le 'nfrascritte proprietà ciò è [[...]], ciglia brune e sottili in forma d'arco, per modo che aggiugnendone tre insieme facessono un tondo cerchio, e con convenevole altezza, occhi che per loro vaghezza mostrino non occhi ma più tosto divine luci...
[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 100.26: Maraviglyavasse de lo cuollo blanchissimo, amassato de carne delicatamente con alteze de iusta mesura, e de la canna amorenata per ordene una lignola de blancore e l'altra depenta a morene. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 72: «quem [[scil. nitor]] nivei splendoris candor tenui massa pinguedinis elevatum prodigalitate lactea dealbabat».
[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 42, pag. 186.4: L'elemento del mare [[...]], sì di die, come di notte ora innanzi corre, ed ora addietro ritorna, ed a modo de' crescimenti de' fiumi, ora comprende, e bagna la terra, ed ora nell'altezza sua ritorna.
[2] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 28.23: Questa sì è la soa riegolla, che nui devemo moltiplichare la longeça del canevo in si medesimo e puo' molltipliché l'allteça de l'aqua in si medexima e puo' abater questa suma de quella.
[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 34, vol. 1, pag. 466.18: e come furono rovinati e caduti, l'altezza del corso del fiume, ch'era per lo detto ringorgamento e rattenuta, rabassò, e cessò la piena dell'acqua ch'era sparta per la cittade.
1.5 [Di costruzione:] sezione verticale, muro.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. I, cap. 36, vol. 1, pag. 56.14: E poi si cominciavano gradi da sedere tutto al torno. E poi di grado in grado sopra volte andavano allargandosi infino a la fine dell'altezza, ch'era alto più di LX braccia.
- [Arch.] Locuz. nom. Disegno dell'altezza: alzato.
[2] Doc. fior., 1362-75, (1366) 150, pag. 174.15: E non è chiaro del disengno nuovo di maestri e dipintori, sichuro e forte, se non vede il disengno dell'altecza. Che il desengno facto per li decti maestri e dipintori è più bello e più utile e forte per ongni ragione, che niun'altro.
1.6 [Di sentimento o disposizione d'animo:] forza, vigore; intensità.
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.173, pag. 272: Per darte questo stato descise a tal basseza, / en stalla de laideza aver volse reposo: / sia donqua recambiato amor de tanta alteza, / che ven con tal riccheza per donarse ioioso...
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 82, pag. 401.15: In altitudine. Non solamente in ampiezza, per distendimento a tutte le creature, passò l'amore di Cristo tutto l'amore di tutte le creature, ma in altezza, cioè in fortezza, in potenzia e in valore...
[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 10.1322, pag. 207: La Luna sopra questa virtù spira / La qual raffrena del voler l'altezza: / Quest'è vera umiltà, chi ben la mira...
1.6.1 Eccesso (degli umori corporali).
[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 80, col. 2.5: Et se alcuno nel sompno gli pare istare in bagnio ed essere negli dì canicunari di luglio, significa alteçça et sopra abundamento d'omore molto caldo.
2 Luogo elevato, naturale (montuosità) o artificiale (costruzione); roccaforte, fortezza.
[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 10, pag. 84.19: Quando disse che andoe in del monte excelso, cioè alto, significa lo dispregiamento di questo mondo, però che lo mondo è come valle et lo monte è altessa a dDio.
[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 5, pag. 123.2: i quali Cristiani con grande abbondanza di combattitori istrettamente raccolti per le dette scale salgono; alcuni altri per finestre e altri per le sfasciate altezze, ponendo i loro gonfaloni su per le mura.
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 136.30: Ca issu Hannibal spandiu dannanti li pedi di Prusia li duy Spangni [[...]], et li putiri di Franza et di Lumbardia reducti in sou put[i]ri di Hannibal e li altizi di li Alpi aperti per lu novu passayu sou...
[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 84, terz. 11, vol. 4, pag. 101: e tutta gente con sollecitudine / chi si fuggia di fuori della Terra, / con tutta suo famiglia di concordia, / chi nell'altezza del vicin si serra.
[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 6, pag. 121.2: «Tropo n'è faigoso, paire, ogni dì descende' a lo lago per aigua; e perçò te pregamo e parne necesario che tu debi muar questi monester e levà-li de quela alteça e de quelo logo».
[6] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez. 17, vol. 7, pag. 435.13: 5. E portoe del seme della terra, e puose quello nella terra per seme, acciò che fermasse la radice sopra molte acque; e puoselo sopra uno poco d'altezza. || Cfr. Ezra, 17.5: «in superficie posuit illud».
2.1 La parte più elevata; estremità superiore; sommità, cima.
[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Libro 2, pag. 180.21: Oimmè! figliuolo di dea, fuggi e libera te ora da queste fiamme: il nimico tiene le mura, e Troja cade della somma altezza: la santa Troja ti racomanda li suoi idii: piglia costoro compagni de' fati. || Cfr. Aen., II, 290: «Hostis habet muros; ruit alto a culmine Troia».
[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 229.8: Sì come se alcuno rompa le vivole o' papaveri nel verde orto, e' gigli accostati nelle spesse lingue; quelli appassati subitamente mandano giù lo gravato capo e non si sostengono, e colla altezza guardano la terra: così giace lo moriente volto... || Cfr. Ov. Met., X, 193: «nec se sustineant spectentque cacumine terram».
[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 16, pag. 98.31: Conclude sanctu Gregoriu e diche a Petru: «O Petru, pensa bene comu stava securu kistu patre sanctu Martinu in killa altiza de killu munte, in lu quale locu habitau sì securamente tri anni cum killu sirpente, sencza pagura!». || Cfr. Greg. Dial., III, 16: «perpende, quaeso te, vir Domini in quo montis vertice stetit, qui cum serpente per triennium iacuit securus».
[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 269.12: Così disse Evandro, e sotto l'altezza de' piccioli tetti menò el grande Enea, e lo collocò in foglie d'arbori sopra una pelle d'orso di Libia. || Cfr. Aen. VIII, 366-7: «dixit et angusti subter fastigia tecti / ingentem Aenean duxit».
[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 150.28: Nella aitezza dello campanile staievano santo Pietro e santo Pavolo como venissino da cielo, e dicevano così: «Agnilo, agnilo, succurri alla albergatrice nostra».
[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 64.7: Oramay sclariva l'albore e lo sole incommenzava a pparere sopra le alteze de li monti, allora Iason se 'nfenze de levare da liecto pe monstrare che nce avesse dormuto... || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 27: «sole aureo luce modica cacumina montium illustrante, Iason fictituo surgit a thalamo».
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 366, pag. 209: Ma vedheran la Vergene plena de grand belleza, / La facïa dr'Altissimo stagand in grand alteza, / Pur odiran li canti, li versi d'alegreza, / Traran odor süave da l'eternal dolceza.
[2] ? Orazione ven., XIII, pag. 131.22: Mo eo te prego, alboro glorioso, [[...]], ke tu me facis una peticion a Deo pare creator, k'elo me dia quelo amo[r] k'elo à dado a li so servidori; [[...]]. O anima, donde te se vegnuda tanta baldeça ke vi mandis meso a t[a]nt'olteça? ||Pellegrini, p. 131: «Forse: ke [tu] mandi un messo a tant'altezza?».
[3] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 8, pag. 498.14: Però ène savio colui che si pena menare le sue uopre a dritto: sì se ne die ciascuno penare per avere l'altezza del cielo che Domenedio dàne a coloro che 'l servono tanto com'ellino sono in vita, e per opere di buono renome conoscono lo suo nome.
[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, 5.24, pag. 201: Se vanità terrena non t'avvezza / A male scioccheggiar, uom che col volto / In su domandi la celeste altezza, / Questa figura eccellente molto / T'ammonisce, che tu levi la mente / In alto col pensiero in ciel ricolto...
[5] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 16.8, pag. 561: Quest'è quella vertù, la cui grandezza / sovra natura umana el cor ne traggi: / onde convèn che per lei l'alma piaggi, / nel fin montando en la superna altezza.
[6] Laudi Battuti di Udine, XIV m. (tosc.-ven.), 4.82, pag. 38: Bona vita farà e fina / a sto mondo, zente topina, / ch'a l'altro no porte pena, / an se possa tutti salvare. / De, come l'è granda socheza / a perdere sì bella alteza, / con de paradixo alegreza, / per un poco d'umilitade!
[7] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 56.13, pag. 132: In paradixo, madona, l'o' è gi dolçe canti / di benedicti appostoli et qui' altri sancti, [[...]] In sempiterna secula starà in quella alteça / chi servirà a Deo cum gram piaxeveleça.
[1] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 43, vol. 6, pag. 340.1: Lo firmamento dell'altezza è sua bellezza; [la bellezza] del cielo nella visione della gloria. || Cfr. ecclesiastico, 43.1: «altitudinis firmamentum pulchritudo est species caeli in visione gloriae».
2.4 Fig. Stato dignitoso, onorevole; prosperità, (buona) fortuna; posizione socialmente elevata; onore, gloria; dignità, carica.
[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 46, pag. 179: ben credo che mi fosti distinata.» / «Se distinata fósseti, caderia de l'altezze, / ché male messe fòrano in teve mie bellezze.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 8, pag. 34.13: ché quelli che è in altezza di re e di prenze, elli conviene che sia sottile e ingegnioso, acciò che elli sappia trovare da sè ei beni utili e proficabili al suo popolo.
[3] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 224, pag. 37: Noce a la vana femena la propïa belleça; / Multi malvasci peru[nu] per la loro rickiça; / Null'omo d'alto càdera, se nnon fosse l'alteça.
[4] Paganino da Serzana, XIII (tosc.), 42, pag. 116: Ai plagente persona, / cera allegra e benigna, / di tutte altezze degna - e d'onore, / ciascun'omo rasiona: / «Quella donna disligna, / che merzede disdegna - ed amore».
[5] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 17.4, pag. 102: Se quei che regna e 'n segnoria enpera / avesse vera- in suo stato fermessa, / serea già questo, al mio vizo, mainera / d'avere spera,- aver non mai altessa, / omo ch'è basso, ma d'aver mizèra, / e sserea fèra- sua vita 'n gravessa.
[6] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 84.11, pag. 236: Con umiltà merzé tanto chiamai / davanti voï, gentil crïatura, / che pïetate in voi tanta trovai, / che meve in su la rota di Ventura / in tale altez[z]a coronar dengnaste, / per ch'io sovr'ongn'amante fui gioioso, / sì amorosa gioia mi donaste.
[7] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 18, pag. 58.13: E adevene ke 'l sancto signore per parole ke se dicano maistrovolemente, né per posança, né per alteça, né per richeça, né grandeça in so animo non reçeve quel ke crede o presomi partirse da veritate.
[8] Memoriali bologn., 1279-1300, 30.2, pag. 57: Zascunn omo dé aví' temperanza / innel'alteza, po' che l'ha 'quistata, / che non disenda sí como balanza / da l'una parte ch'è tropo carcata...
[9] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 237.32: Questo, dela infancia per la Chiesia sì chomo per mare fo nudrigado, e siando promovesto a l'alteza de l'imperio, don fina tanto che Otto fosse desposto, ello non favorezà la Chiesia...
[10] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 14, pag. 115.23: In del mondo si perviene ad questa altessa, la quale è chiamata altessa ma non è in veritade, per quattro modi. Lo primo si è imperò che in avere altessa di stato l'omo cerca d'aver potentia, avere amici et parenti, u potentia di suo corpo.
[11] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 27, pag. 265.4: E çò semo certi chi devene in vue, chi siti nostro segnore e Deo temporale, che per parole chi se digano denançe da vu' magistrevelmente né per posança né per alteça né per richeça né per grandeça in vostro animo no receveriti quelo chi è partito de verità...
[12] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 5. par. 6.2, pag. 353: Non si conviene alle donne più basse / Usar le veste e ll'altezze e lle spese / Delle maggior che sono in suo paese.
[13] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 6.1, pag. 83: Umile ne l'altezza non diventa / Colui che ço spaventa / Quando gli è tutto di miseria pieno...
[14] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 454.29: Tu sarai onorata nella tua grandezza come magiore, piena di tutte le divizie e sarai venerata in grandissima altezza, e li prigioni che tu comanderai potranno vivere liberi e sicuri nel regno del mio padre come se fussero ad casa loro abundantemente».
[15] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 16, pag. 598.22: Accostansi a quella voce de l'ultimo Africano VII consolati di Gajo Mario e due trionfi, però che infino all'altezza reale s'è esaltato con gaudio.
[16] Prov. pseudoiacop. Aggiunte, XIV pm. (umbr.), 271, pag. 57: Non ti dilecti molto la corporal belleçça, / e non sperar soperchio en tua grande riccheçça. / Dio, ventura, follia ad huomo muta alteçça: / sacci che tosto passa tucta la tua grandeçça.
[17] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), cant. 1, ott. 3.3, pag. 4: Egli è ragion, Signor, che la bellezza, / quando con la virtú si vede unita, / sia gloriata con felice altezza, / acciò che piú da tutti sia gradita...
2.4.1 Fras. Entrare, montare (o salire), porre, stare in altezza.
[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 4.15, pag. 206: Oh lasso, or quale dia / fu mai tanto crudel dannaggio audito? / Deo, com'hailo sofrito, / deritto pèra e torto entri 'n altezza? / Altezza tanta êlla sfiorata Fiore / fo, mentre ver' se stessa era leale...
[2] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 9m.13, pag. 113: ché contro a fino amor non val difesa, / né guernigione alcuna né fortezza, / ca ssuoi colpi non ànno provedenza. / Però, se l'amorosa via ài presa, / l'umilitate ti por[r]à 'n altezza: / ed averai d'amor dritta sentenza.
[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.249, pag. 157: Monda sempre permane / mente che Te possede; / per colpa non se lede, / ché non ce pò salire; / en tanta altezza stane / ed en pace resede, / mondo con vizio vede / sotto sé tutto gire...
[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 6, pag. 10.5: Et ebbevi senatori et uomini di città e di castella di fuore di Roma, e popolari, tutti uomini per montare in altezza...
[5] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.20, pag. 147.10: onde, veggendo i Cerchi salire in altezza (avendo murato e cresciuto il palazzo, e tenendo gran vita), cominciorono avere i Donati grande odio contra loro.
2.4.2 Appellativo di persona eminente; titolo imperiale o regale o papale; epiteto divino (grande o somma altezza).
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 18, pag. 231.5: Nobele molto e magnio seculare, d'amore e d'onore fabricatore, Messer Marzucco Iscornigiano, G., vilissimo e picciulo religioso, ai piedi de vostra altessa mette sé stesso.
[2] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 107, pag. 122: No rreconosco la tua blankeça, / Ke avisti nançi, co la rosceça; / Vaitenne? Laxame, oi grande Alteça? / A ccui me lasse, Christu potente?
[3] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 3.15: E pertanto voglio che a me questo peso e cura di lui amaestrare sia dato; chè sapete bene quanto presto e bene vi consiglio, quando acada la vostra Imperiale Alteza abbi bisogno di parere.
[4] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 1, pag. 165.1: Onde i divotissimi figliuoli di santa Madre Ecclesia [[...]], mandò noi, come messaggi e adoratori, ai piedi della Vostra Altezza per ricievere la forma della vostra benedizione...
[5] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), lett. 62. (1376), pag. 259.8: Per umilità la somma altezza discese alla bassezza della nostra umanità, e per umiltà e amore inefabile, ch'egli ebe a noi, si dié l'umanità sua all'obrobiosa morte della croce...
[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 609, pag. 556.13: Et perché ello non podeva vignir qua, elo fese vignir le soe arme, et qu'elle io debia presentar ale altece dela Tolla Rodonda in logo de lui, aciò che vui fasé honor ale soe arme como de lui proprio.
3 Estensione lungo la verticale verso il basso; profondità.
[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 10, pag. 156.17: Grande utilità della cittade è quando vive acque fra le mura si rinchiudono; che se la natura le nega, di quale ti vuoli altezza sono pozzi da cavare, e con funi l'acque attignere.
[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, docum. 8.146, vol. 3, pag. 103: E quando a passar vieni / fiumi, tal modo tieni: / guarda uscita et intrata, / l'alteça e la ferrata, / e s'ello è saldo il fondo...
[3] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 28.23: Questa sì è la soa riegolla, che nui devemo moltiplichare la longeça del canevo in si medesimo e puo' molltipliché l'allteça de l'aqua in si medexima e puo' abater questa suma de quella.
[4] Gl Stat. pis., 1322-51, cap. 117, pag. 560.31: Et quello fosso disegnare, cavare fare, et compier fare in altessa u vero profondità , larghessa et lunghessa, et in quello modo et forma, et per quelli et sì come et unde, quando et 've a li dicti savi homini parrà per lo Comune di Pisa.
[5] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 3 Re 11, vol. 3, pag. 375.9: 27. E questa fu la cagione della sua rebellione, però che Salomone edificò Mello, e agguagliò l'altezza della città di David suo padre. || Cfr. Re, 3, 11.27: «quia Salomon aedificavit Mello, et coaequavit voraginem civitatis David patris sui».
3.1 Assol. L'alto mare. || (Mengaldo).
[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 41.14, pag. 103: Però perdon dovria trovar del torto; / ma prego la ragion che mi difenda / e de l'altezza mi conduca a porto.
3.2 Fig. Mistero imperscrutabile.
[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.417, pag. 163: Tua profonda bassezza / sì alto è sublimata, / en sedia collocata / con Dio sempre regnare, / e 'n quella somma altezza / en tanto è 'nabissata, / che ià non è trovata / ed en sé non appare. || Cfr. Ageno, Jacopone, p. 389: «la profondità di Dio».
[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 12, docum. 1.23, vol. 3, pag. 394: Ancor vi dico e prego d'una cosa, / che sia vostra mente osa / in non voler cercare, / né troppo assottigliare / de le secrete alteçe / di lui che facta m'à, sença pè, treçe. || Cfr. glossa lat.: «seu nimium subtiliçare velitis, de illius archanis, qui michi carenti pede, tricciam fabricavit» (Egidi, Doc. Am., vol. 3, p. 394).
[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 33.207, vol. 1, pag. 234: Fervente amore li däi, Iesù, / ki canta 'l decto de sì grande alteça: / e·ffine ke vive in terra de qua giù, / tu regi la sua vita en gran necteça...
[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21, pag. 392.1: Per che io voglio dire come l'Apostolo: «O altezza delle divizie della sapienza e della scienza di Dio, come sono incomprensibili li suoi giudicii e investigabili le sue vie!».
[3] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 22, pag. 125.12: Onde molti di loro non intendendo l'altezza della sua dottrina, se ne faceano beffe, e diceano per dispetto; or che vuol dire questo seminatore di parole?
4 Fig. Eminenza, eccellenza; superiorità fisica o morale; avvenenza; elevatezza d'animo, nobiltà. [In relazione alla divinità:] preminenza assoluta; perfezione.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 41.14: Ma anzi che llo sponitore vada più innanzi, pensando che lla scienza delle cittadi è parte d'un altro generale che muove di filosofia, sì vuole elli dire un poco che è filosofia, per provare la nobilitade e l'altezza della scienzia di covernare le cittadi.
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 15, pag. 72.33: Questo è il senno de la parola in grosso, ma se volessimo cercare de la penitenzia più sottilmente e più profondamente, potremmo conoscere e vedere de l'altezza e de le virtudi sue...
[3] Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.), [10], pag. 258.14: la seconda ragione si è per la nobilità de la sapienzia e per l'altezza sua, la qual'è mestieri che ss'abbia con molta fatica e con grande difficultade e malagevolezza...
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf., c. 10.59, vol. 1, pag. 165: «Se per questo cieco / carcere vai per altezza d'ingegno, / mio figlio ov'è? e perché non è teco?».
[5] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 10.13, pag. 96: Transir ti veggio, figliuol di me lassa; / o dolorosa, quando fie ritorno? / La grande alteçça di te or m'abassa, / in questo luogo ove teco sogiorno...
[6] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 33, 1-21, pag. 730, col. 2.23: In te s'aduna, çoè 'in ti è tute quelle perfetioni che pò esser in creatura'. E nota qui che se inchiude anche li angeli, e perçò sta sovra tutti li angeli in perfetione et in alteçe.
[7] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 16, pag. 645.15: E considera quanta è l'altezza e la grandezza, la maiestade, la sapienzia, la bontade, la virtú, la potenzia di colui a cui tu servi, cioè Iddio...
[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 32.28: A nuy non perteni di fari comparaciuni di nulla cosa intra lu patri et lu fillyu maximamenti ka sou coniunti per alteza di divinitati...
[9] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1. par. 14, pag. 32.25: Vedi se l'altezza del tuo parentado, la gran fama della tua virtù, il fiore della tua bellezza, l'onore del mondo presente [[...]], per questa sola di perdere disideri.
[10] Bart. Cast. Pieve, Due sonn., c. 1370 (tosc./umbr.), La chiara altezza, 1, pag. 129: La chiara altezza de l'ingegno vostro, / la moral vita e la fama eccellente / hann<o> a la penna mia piú reverente / data licenza del presente incostro...
- [Nel linguaggio mistico:] la perfezione della spiritualità.
[11] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, part. 2, pag. 46, col. 2.18: così se l'anima in questi movimenti unitivi dell'amore una volta al dì ella non si distende desiderando il bascio dello sposo: appena che ella non diventi tiepida in se medesima, e che ella non perda alcuna cosa del suo cioè della sua altezza.
[12] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 24, pag. 195.13: «E' languî e infermai e per pu dì»? Perçò che la nostra carne fragil, Pero, non pò sostenei' l'alteca de le cose spirituae...
4.1 [Nella lirica amorosa, rif. a madonna:] elevato pregio interiore.
[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.49, pag. 149: E nulla donna veo / c'aggia tante adornezze / che [...] le vostre altezze / non [...] bassezze,- là unde innamorio.
[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 4.23, pag. 10: ché donna, ch'ha bellezze / più de voi ed altezze, / mi darea di sé gioi senza penare. / Ma non po l'omo aver gioia né gioco / de loco altro, che quello / ch'al core piace ed abella...
[3] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), son. 9.12, pag. 237: Amor, vedendo così bell'altezza, / mi chiama quel che per tema di peggio / di lei pietoso e di me nego (?) e veggio.
[4] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 80.1, pag. 232: Chi ben riguarda, donna, vostre altez[z]e, / e le bellez[z]e- de lo vostri viso; / e le gentili, angeliche fatez[z]e / (l'adornez[z]e,- co' l'amoroso riso!)...
[5] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 88.12, pag. 310: S'io fe' follia, Amor mi ci sodusse, / e non son io lo primo 'namorato / a cui Amor le suo vertute adusse. / Là ov'è altezza e 'l pregio sì locato, / non pò durare, se pietà no ·l condusse: / io per merzé poria esser campato.
[6] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 01.17, pag. 491: Tutto lo mondo canti, / po' che lo tempo vène, / sì come si convene, / vostr'altezza presiata: / ché siete angelicata crïatura.
[7] Ciuccio, Rime, XIII ex. (umbr.>tosc.), Ball. IV.26, pag. 25: Madonna, volontier non moveria / verso la vostra altezza mio lausore, / da poi ve so' donato: / ché non già verisimile parria / che omo sol fosse de ciò fattore, / ché 'mpos[s]ibile è dato / a ciascheduno en comunitate.
[8] Lodi Vergine, XIV in. (ver.), Lodi della Vergine, 144, pag. 83: Certo, Madona, l'umana natura / no lo poria exprimero nè comprendro / nè boca dir nè léçrose en scriptura; / tant'è l'alteçe vostre êl sovran regno.
[9] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 19.2, pag. 34: Floruça, come servo tutor guardo / e sempre spero ne la tua alteça / che degni meritarmi, cum legreça / levarmi lo foco dove tuto ardo...
5 Altezzosità, atteggiamento borioso; superbia.
[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 181, pag. 606: Çamai no cred q'el faça, ben né mal, testamento, / q'abassad è 'l regoio, l'alteça e l'ardimento...
[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 878, pag. 58: Mo que ie valse la soa grandeça / Né la soperbia né l'alteça? / O' è li vairi e 'l gran tesor / E li vaseli d'arçent e d'or, / Pali, scerlate et armelin, / Riqi cendali e cibilin, / Destrier e muli e palafren, / Casteg e roqe et altro ben?
[3] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), disc. 1.47, pag. 68: Rendete le fortesse, / ché noi vegnàn per esse: / non state più in duresse. / Ché l'altesse / son duresse, / che voi dimostrate; / e feresse / e crudellesse, / quando disdegnate.
[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 14.20, pag. 29: E vidi peggio il dibonaire core / ch'umiliò la vostra altera altezza / a far noi due d'un core e d'un volere, / perch'eo più ch'omo mai portai ricchezza.
[5] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.38, pag. 105: Lo sole è alto, e sì face lumera, / e tanto più quanto 'n altura pare: / vostr'argogliare- donqua e vostra altezze / facciami prode e tornimi in dolcezze.
[6] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 19, pag. 96.5: Ma i superbi e gli altri sono contastati e percossi. L'umilità non ha contasto e· mmei Cristo la sua persecuzione fue per altezza.
[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 105.20: Ed è superbia secondo Aristotile voler parere ed esser sempre sovra gl'altri; ed è superbia per tre modi: l'uno è l'altezza del volere signoreggiare gl'altri...
[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 27, parr. 37-40, pag. 408.21: [79-84] Ancora dice lo dicto spirito che, quando esso se vide gionto in quella parte de sua etate [[...]], dove ciascuno deve Calar le velle, idest umiliar la soa alteza e lo rigor de sua potentia [[...]], che se fece religioso.
6 [Derivante da errore di traduzione].
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 462.20: Che addivenne a Crasso? Ora non gli diede la grandezza della pecunia sopranome di ricco? E poi a lui medesimo gli mise sozza povertade con altezza di vituperio. || Cfr. Val. Max., VI, 9, 12: «sed eidem postea inopia turpem decoctoris appellationem inussit».
[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 220.12: E allora Enea guarda nel mare, e vede una grande foresta. Per la quale passava Tiberino col bello corso di veloce altezza, e rosso di molta rena, prorumpeva in mare. || Cfr. Aen., VII, 30-32: «Hunc inter fluvio Tiberinus amoeno / verticibus rapidis et multos flavos harena / in mare prorumpit.».
[3] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen. 41, vol. 1, pag. 208.2: 5. E un'altra volta dormendo, vidde un altro sogno: che sette spighe pullulavano in una altezza, piene e formose. || Cfr. Gen. XLI.5: «rursum dormivit et vidit alterum somnium septem spicae pullulabant in culmo uno plenae atque formonsae».
[u.r. 17.01.2018]