ALTRONDE avv.

0.1 altronde, altrondhe, altronne, altrunde.

0.2 Da altro e onde.

0.3 Doc. fior., 1262-75: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Doc. fior., 1262-75; Stat. sen., 1301-1303; Stat. pis., 1304; Stat. pist., 1313; Stat. collig., 1345; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

0.5 Locuz. e fras. d'altronde 1.1, 3.1, 4.1, 5.

0.7 1 [Moto da luogo:] da un altro luogo, (provenendo, proveniente) da un'altra parte, da un'altra origine. 1.1 Locuz. avv. D'altronde. 2 [Moto per luogo:] per altro luogo. 3 [Con valore modale:] da, per altre vie, in altro modo. 3.1 Locuz. avv. D'altronde. 4 [Stato in luogo:] in un altro luogo, altrove. 4.1 Locuz. avv. D'altronde. 5 Locuz. avv. D'altronde: del resto, d'altra parte.

0.8 Niccolò Scaffai 13.09.2000.

1 [Moto da luogo:] da un altro luogo, (provenendo, proveniente) da un'altra parte, da un'altra origine.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 75, pag. 362.22: però che non danno onore le dignitadi né queste ricchezze all'omo, altronde è mistieri che proceda; anzi se 'l matto sarà exaltato e posto in officio di dignità, tanto sarà più vitiperato.

1.1 Locuz. avv. D'altronde.

[1] Doc. fior., 1262-75, pag. 304.15: MCClxvij. Churrado f. Benevieni da Petriuolo ci de dare lb. iiij in ffiorini nel sessa(n)tacinque indinzione: leva(n)moli d'altro(n)de; li quali paghai a Giovanni f. Donato Ulivieri p(er) lui p(er) x b. di parisscino pio(n)bato p(er) una gho(n)nella che ffecie ala mollie in k. giu(n)gno.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 7, pag. 79.12: Quando Cesare vidde ch'e' suoi erano così intalentati di combattare e così apparecchiati, e che ciò li sembrava sì come cosa destinata, sì appellò tutta sua gente e di Francia e d'altronde, e mandò per tutti li suoi cavalieri che elli aveva lassati di suo conquisto.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 191, pag. 297.13: Qui si à molti datteri; riso ànno poco, biada vi viene d'altronde assai.

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 19, 52-66, pag. 430, col. 2.11: Or dixe l'aquila: per quel che nui ne possemo comprender, sapi che 'lume', çoè cognitione, né veçuda 'non è', s'ella non descende da quel Segnore sereno, çoè chiaro, che non se turba mai, çoè Deo; e se d'altronde descendesse, non serave 'lume', ma tenebria, sí come sono le scientie umane.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 46, pag. 81.7: Veramente, non che d'altronde, ma dal sangue de' re di Roma uscì esemplo di tragedia, acciò che per la invidia de' regi il popolo di Roma venisse più tosto a franchigia...

[6] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 142, pag. 150.16: La gente di Roma, et d'altronde, ne tenero grande dicería, ma poi ciaschuno si rimase in suo stato, ed egli ebero insieme molto bene et honore et grandezza.

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 26, pag. 187.23: La verità dela detta favola si è che, morto il popolo d'Egina, lo re Cyaco fe' venire gente d'altronde, dela quale tutto il regno fu ripieno...

[8] Stat. lucch., 1362, cap. 33, pag. 102.15: E che neuna donna o femina, pulcella o maritata, di qualunqua parte sia di Lucha o d'altronde, la quale dimori a Lucha, possa o debbia andare a cavallo per la città di Lucha, borghi o sobborghi...

2 [Moto per luogo:] per altro luogo.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 126.8: Romolo fece uno piccolo circulo alla nuova cittade, e fecene conservadore, cioè cancelliere, uno suo cavaliere; e fece ordinare, che chiunque entrasse nella cittade altronde che per la porta, fosse morto di capitale pena: questo fece in odio del fratello.

[2] Stat. sen., a. 1338, pag. 48.13: Item, statuto e ordenato [è] che neuna persona passi co' neuna bestia bovina per polloneto altrui, potendo passare altrunde...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 22, vol. 1, pag. 172.22: In questo caso ti dico, che poniamo, che tuo padre si gettasse sternato in su l'uscio, avvegnachè tua madre si aprisse, e mostrasseti il petto che ti lattò, avvegnachè li nepotelli piangendo ti si gittassero al collo, non ti reggere con loro per ciò, ma passa, se altronde non puoi, su per lo corpo di tuo padre, e di tua madre, e con gli occhi asciutti, cioè senza tenerezza di loro, corri al confalone della Croce...

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII. 7, pag. 539.39: Lo scolar cattivello, quasi cicogna divenuto sì forte batteva i denti, accorgendosi d'esser beffato più volte tentò l'uscio se aprir lo potesse e riguardò se altronde ne potesse uscire...

[5] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 47.8, pag. 64: Io sentia dentr'al cor già venir meno / gli spirti che da voi ricevon vita; / et perché natural-mente s'aita / contra la morte ogni animal terreno, / largai 'l desio, ch'i' teng'or molto a freno, / et misil per la via quasi smarrita: / però che dì et notte indi m'invita, / et io contra sua voglia altronde 'l meno.

3 [Con valore modale:] da, per altre vie, in altro modo.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 90, vol. 1, pag. 424.26: Et qualunque li beni sui per la somma de la dota o vero de la donagione per le noze, o vero d'altro debito o vero a la mollie singularmente o vero spetialmente obligarà o vero alienarà, quella alienatione ferma non terrò se quello marito devitore d'alcuno apparrà, o vero non apparrà unde altrunde possa sodisfare a li creditori, et quello che sarà, secondo che detto è, alienato o vero obligato, farò per libra dare a li creditori, excetta quella obligagione la quale el marito fece a la mollie al tempo de le noze.

[2] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 100.12: Menonne una fanciulla, la quale à nome Iacopa; la quale, tra per danari accattati per Dio e altronde, s'è maritata. Baldo, figliuolo che fu del detto messer Giovanni, fu di comunale statura.

3.1 Locuz. avv. D'altronde.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 9, pag. 42.30: Dìcolti: è detto peccato di gola eziandio quando adimandassi il pane per modo che non si convenisse, che avegnadio che io abbia fame, nol debbo però imbolare overo adimandarlo per modo di miracolo, quand'io il potessi avere d'altronde, dal fornaio, però che tenterebbe Idio, ch'è grande peccato e viene da superbia e da grande infedelitade.

4 [Stato in luogo:] in un altro luogo, altrove.

[1] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 171.7: Ché, pensando io che questo convenente tu per te nol sapessi, né altronde non l'avessi potuto udire, credeva io usare il tuo non sapere in favore di questo misero uomo.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 31, vol. 1, pag. 62.19: Et sia io tenuto constregnere el rettore del detto luogo, esso regere et a lui li alimenti dare de' beni del detto luogo et de l'altre cose le quali altrunde aquistassero essi, o vero li messi de la detta casa, rimossa fraude et malitia.

[3] Ventura Monachi (ed. Corsi), a. 1348 (fior.), Stu se' gioioso, 4, pag. 74: Stu se' gioioso, e me doglia confonde, / ch'a gli occhi mi rifonde / sí, ch'empierei di lagrime una pelve, / pensando dove i' fui e sono altronde / e sto sotto le gronde / de le volpine sottrattose belve.

4.1 Locuz. avv. D'altronde.

[3] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 73, pag. 104.10: E se la cittade no à da si sofficientemente, k'ello se 'nde trove d'altrondhe.

5 Locuz. avv. D'altronde: del resto, d'altra parte.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 34, pag. 21.24: Onde dice Valerio: il detto Fabio, censore con Postumio Decio, per grazia (h) divise tutta la turba cortigiana (i) solamente in quatro tribi e appelogli cittadineschi (k), imperciò che li comizi (l) erano pervenuti nella segnoria di ciascuna vilissima persona e aveano accesa divisione nel popolo, per lo quale così salutevole facto il decto uomo, d'altronde (m) per altre grandi operazione excellente, fue appellato Maximo. || Cfr. Val. Max., II, 2, 9: «Quo tam salubri facto vir alioquin bellicis operibus excellens Maximus cognominatus est».

[u.r. 23.05.2006]