ALTRUI (1) indef.

0.1 alltrui, altroi, altru', altrù, altrù', altrú, altrue, altrugio, altrui, altruï, altrüi, altruie, altruj, altruy, altrüy, alttrui, aotrui, atru', atrui, autrui, autruj, autruy, oltru', oltrú, oltrui, otrui.

0.2 Lat. volg. alterui, rifatto su cui (LEI s.v. alter, 2, 308.19).

0.3 Doc. montier., 1219: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Doc. montier., 1219; Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Doc. lucch., 1288; Doc. pist., 1296-97; Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.); Doc. prat., 1293-1306; Stat. sang., 1334; Stat. cort., a. 1345.

In testi sett.: Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Rime Mem. bologn., 1301-24; Stat. trent., c. 1340; Stat. bergam., XIV pm.; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Non ha mai la funzione di soggetto.

0.7 1 Un'altra persona, un altro; il prossimo; una persona generic. intesa. 1.1 A un'altra persona, a un altro; a una persona generic. intesa.

0.8 Niccolò Scaffai 13.10.2000.

1 Un'altra persona, un altro; il prossimo; una persona generic. intesa.

[1] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 63, pag. 587: La maior noia qe me demena / è l'ora qe me manca 'l dinar; / e quand autrui vez caçer en pena, / lo so ponto quando ven en par...

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.14, pag. 903: Io fui gionto inanzi lue: / solo nato era e non kon altrui; / egli erano cento ed ankora piùe, / ke si consegliavano a due a due.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 127.3: Et nota che tiranno è detto quelli che per forza di suo corpo o d'avere o di gente sottomette altrui al suo podere.

[4] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1951, pag. 243: Se fai testimonianza, / sia piena di leanza; / e se giudichi altrui, / guarda sì abondui / che già da nulla parte / non falli l'una parte.

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 325, pag. 14: Ki è larg a receve ni vor altrú servir, / Ni ben ni cortesia de lu se pò mai dir: / El ven da valentisia a largament servir, / Da grand brutisia ven recev e po tenir.

[6] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 3, pag. 79.27: E questo Mars è venuto en lo regno cum sua gente, con doi suo' segni, che l'uno è masculino e l'altro è feminino a cascione de la generazione, come lo scorpione e ariete, li quali so' composti de stelle; e lo scorpione è rio e venenoso e ucide altrui, e ha deretro una cosa longa, toscosa, collo pognolone en summo per pùgnare e per ferire a tradimento.

[7] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 26.9: E ha ne la detta via molti nimici, i quali die e notte assaliscono altrui, e non dormono niente, e se truovano alcuno in questa via che ben guernito e armato non sia e acompagnato, sí il fanno sozzamente a dietro tornare.

[8] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 21.8, pag. 515: E' fu Amore, che, trovando noi, / meco ristette, che venia lontano, / in guisa d'un arcier presto soriano / acconcio sol per uccider altrui.

[9] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 44.3: Altrui liberasti, et tei non potesti liberare. Nota ordunqua, chi non è ben in suo senno, non puote essere perfecto amico.

[10] Stat. pis., 1304, cap. 5, pag. 658.17: Et ordiniamo che li consuli facciano iurare, se a li consuli parràne, saramento nuovo per tutto lo mese di giennaio, a tutti quelli che hanno subbi da subbiare albaci vel altri panni, di non insubbiare fare, per sè nè per altrui...

[11] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.87, vol. 1, pag. 553: «Qual se' tu che così rampogni altrui?».

[12] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 16.6, pag. 332: Arcita disse: - Io veggo in lor colui / che già per Danne il padre di Fetone / ferì, se io non erro, e in man dui / istral dorati tene, e già l'un pone / sovra la corda, e non rimira altrui / che me; non so se forse li dispiace / ch'io miri questa che tanto mi piace.

[13] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 3, pag. 199.26: Giudicare altrui è contro al comandamento di Dio, il quale dice nel santo Vangelo: Nolite iudicare, et non iudicabimini...

[14] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 59, pag. 5: A noia m'è vedere un schostumatto / di reprendere alttrui del falo ch'eli / è più che quel cotale invilupatto.

[15] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Lv 24, vol. 1, pag. 571.6: e questo giudicio sarà fra voi, cioè che in quello modo che tu offendi altrui, sia offeso tu.

1.1 A un'altra persona, a un altro; a una persona generic. intesa.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 45.13: It., se verun omo dela co(m)pagnia avesse a dare altrui dela co(m)pa(n)gnia alcuno avere ( e) no· li li desse ( e) la corte no(n) trovasse und'elli desse tenuta de le sue cose a cului ke l'avere avesse a ricevare uvero unde li li facesse pagare...

[2] Lett. sen., 1260, pag. 272.5: M[o]uta lunidì cinque dì intrante lullio. A Iachomo Guidi Chaciachonti (e) non altrui detur.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2056, pag. 247: Se tu hai fatto offesa / altrui, che sia ripresa / in grave nimistanza, / sì abbi per usanza / di ben guardarti d'esso, / ed abbi sempre apresso / e arme e compagnia / a casa e per la via...

[4] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 26, pag. 49.16: Maltrovamento è quando l'uomo appone altrui peccato o vizio onde non è colpevole; e quest'è invidia.

[5] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 43, pag. 68.9: E lo nano rispuose e disse: «Messer, questo non vi dirò io già, inpercioe che nnoe sarebe cortesia ch'io diciesse altrui le parole private che a mee sono dette».

[6] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 5, pag. 20.30: Il nuocere co la lingua e fare male altrui s'è in molti modi: l'uno modo si è in abominarlo e infamarlo...

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 95.184, pag. 446: Ma no me par che alaor se faza / usar zogo de bajhaza / ni perdecion de tempo, / dagando aotrui re' asempjo.

[8] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 11.2, pag. 220: Ancor me tegna Amor tanto temente / ch'altrui non vo' contare el sol meo stato, / non ve pò star celato / ch'eo non ne fazza e[n] mia vista parvente.

[9] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 3, pag. 26.22: E anche è molto da considerare la misura, e la quantità dell'odio: perciocchè sono alcuni, che hanno alcuno odio, ma sì temperato, che non vorrebbono uccidere, nè fare altrui grande male...

[10] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 91.23: Il mio avere scritto come io ho saputo, non toglie il potere dire ad uno altro, che meglio ciò creda di scrivere che io non ho fatto; anzi forse, se io in parte alcuna ho errato, darò materia altrui di scrivere, per dire il vero, del nostro Dante, ove infino a qui niuno truovo averlo fatto.

[11] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 67, terz. 37, vol. 3, pag. 246: Appresso poi per la detta presura, / Tiranni, e Ghibellin di Lombardia, / e di Toscana vivien con paura; / perchè tolta vedien la signoria / a Messer Galeasso, e 'ncarcerato / l'avea poi, per dare altrui balía.

[12] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 10, vol. 5, pag. 639.17: [18] Il malvagio cuore inodia il prossimo celatamente; e chi dice altrui villania, egli è folle.

[u.r. 17.01.2018]