ALTURA s.f.

0.1 alltura, altura, alture, alturi, aotura, aoture.

0.2 Da alto 1.

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: F Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Memoriali bologn., 1279-1300; Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. in altura 1.1, 1.2.1; in grande altura 1.1; in via maggiore altura 1.1; mettere il cuore in altura 1.2.1; verso l'altura 1.1.

0.7 1 Elevazione da terra. 1.1 Locuz. avv. In altura, verso l'altura: in alto, verso l'alto. 1.2 Fig. Posizione elevata dal punto di vista morale, sociale, di fortuna; dignità, elevatezza morale; condizione elevata; (stato di) superiorità d'animo. 1.3 Dignità imperiale o regale. 1.4 Ciò che dà onore, pregio, prestigio. 1.5 Alterigia, orgoglio. 2 Luogo (naturale o artificiale) collocato a una certa altezza, o di considerevole estensione in verticale; montuosità; costruzione elevata. 2.1 [Relig.] Il regno dei cieli. 3 Estensione lungo la verticale sotto il livello del terreno, profondità. 3.1 Il mare dov'è profondo, l'alto mare. 3.2 Fig. Profondità concettuale.

0.8 Elena Artale 17.11.1999.

1 Elevazione da terra.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 1.3, pag. 740: Lo lïon è de sì nobil natura, / de nïuna altra fera à semeliança. / Ne le montangne di maiure altura / usatamente sì fa demorança; / à de l[o] caciatore tal paura / ke per scanpare pilia sutiliança, / e tanto la sua andata cela e scura, / ke non pò[ne] vedere homo senblança.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 7.524, pag. 158: La piccinina pluvïa pruina / Si forma dal vapor che congelato / Ne l'aere è presso, e così la brina: / Sottil vapore e freddo e poca altura / Fanno questi atti come il nostro fiato / Se dorme respirando la natura.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 153.2: Claudiu Centumaliu, avutu unu cummandamentu da li agureri que issu abatissi la altura di la casa sua, la quali issu avia in lu monti Celiu però ca issu nuchia ad issi li agureri, pilyandu loru aguriu da castellu, vendiu la casa a Calfurniu Laneru et non li dissi nenti di zò qui l'era statu cumandatu da lu collegiu di li agureri. || Anche con valore fig. riconducibile a 1.2.

1.1 Locuz. avv. In altura, verso l'altura: in alto, verso l'alto.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 11.41, pag. 66: Ciascuna guisa d'Amor graziosa, / secondo la natura / che vien da gentil luoco, ha in sé valore, / come arbore quand'è fruttiferosa. / Qual frutto è più in altura / avanza tutti gli atri di savore.

[2] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.37, pag. 105: Però, madonna, la vostra durezza / convertasi in pietanza e si rinfreni: / non si distenda tanto ch'io ne pèra. / Lo sole è alto, e sì face lumera, / e tanto più quanto 'n altura pare: / vostr'argogliare - donqua e vostra altezze / facciami prode e tornimi in dolcezze.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg., c. 18.28, vol. 2, pag. 298: Poi, come 'l foco movesi in altura / per la sua forma ch'è nata a salire / là dove più in sua matera dura, / così l'animo preso entra in disire, / ch'è moto spiritale, e mai non posa / fin che la cosa amata il fa gioire.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg., c. 9.69, vol. 2, pag. 145: A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta / e che muta in conforto sua paura, / poi che la verità li è discoperta, / mi cambia' io; e come sanza cura / vide me 'l duca mio, su per lo balzo / si mosse, e io di rietro inver' l'altura.

[5] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 7.29, pag. 65: Ne la terza dispon tutti coloro / con la testa di sotto trapiantati, / che symonia commisero con l'oro. / Et così iustamente mutan stati / color che l'oro levò su in altura, / il su di sotto, coi piè abrugiati.

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 8.64, pag. 698: Tu se' lucente e chiara più che 'l vetro, / e assa' dolce più ch'uva matura / nel cor ti sento, ov'io sempre t'impetro; / e sì come la palma inver l'altura / si stende, così tu, vie più vezzosa / che 'l giovinetto agnel nella pastura; / e se' più cara assai e graziosa / che le fredde acque a' corpi faticati / o che le fiamme a' freddi o ch'altra cosa...

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 31, pag. 267.28: Quilli duy vienti fortissimi e spotestati, zoè lo scirocho e lo garbino, scapolati da quelle profondesseme tane de li munti sperduti, apperotte sparaglyato lo mare mantenente mo' reducendo l'onde in altura e mo' abassandolle allo profundo.

[8] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 285.12, pag. 335: Chi non si cura ed in guerra vive / grava li sottoposti, e non misura, / ma, come volontà il mena, scrive. / Volge la rotta a basso chi è in altura, / e non pensi alcun ch'a altre rive / giunga chi regge sanza dirittura.

- Locuz. avv. In grande altura: a grande altezza; in via maggiore altura: sempre più in alto.

[9] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 31, pag. 323: Questa valente guardia, ke stane in grande altura / per veder la contrata, / se vede gente armata / prender soy cictadini, / fay singnu a lu Re finu / ke li dia guarnementu.

[10] Botrico da Reggio, XIV (emil.>ven.), 1.11, pag. 227: Chiamome Amor de quella valle oscura, / e su per nova piaggia / menome al pogio de vera salute; / e tanto me mostrò de soa vertute, / che non è mente saggia / che 'l potesse comprender per natura. / Poi me condusse en via maiore altura / ove è ll'arbore d'amorosa pianta, / la cui vertute è tanta / che d'alegrezza fai beato el core.

1.2 Fig. Posizione elevata dal punto di vista morale, sociale, di fortuna; dignità, elevatezza morale; condizione elevata; (stato di) superiorità d'animo.

[1] F Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): Sì fera non pensai / che fusse, né ssì dura, / che la su' altura inver' me no scendesse / la bella ch'io amai, / né che lla sua figura / in tant'arsura languir mi· facesse. / Quella che m'à 'n bailia, / in cui son tuttavia / tutte bellesse messe, / più che star in travagla, / par che 'l sofrir mi· vagla. || CLPIO, L 63 JaLe.39.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 5.33, pag. 78: O signori onorati, / poderosi e caunoscenti, / non siate adirati / ad esempro di serpenti: / quanto son più incantati, / allora stan più proventi / a la lor natura. / Con buona ventura / per la vostr'altura / risprende la rivera.

[3] Poes. an. urbin., XIII, 42.14, pag. 625: Alta Regina, / stella matutina, / donna d'allegrança, / prega lo Cortese, / ke in te carne prese, / ke nn'aia pietança. / Vergene pura, / Madonna, agi cura, / sed è to placere, / sì cke pagura / de gire inn- ardura / non poçamo avere; / per vïa scecura, / Regina d'altura, / ne '[n]segna tenere, / unde possamo / so lo dolçe ramo / aver reposança.

[4] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), son. 108a.4, pag. 337: Del vino greco levat'ag[g]io sag[g]io, / ma 'l parlare non ag[g]io ancora conto: / però risposta, amico, non farag[g]io / perché di grande altura fatt'hai smonto, / ché rinovato m'hai novel linguag[g]io; / ben ti puoi rimaner di tale sconto; / s'è onor caduto, ond'io t'avea per sag[g]io?

[5] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 39.49, vol. 1, pag. 268: fallo revenire, currire / in Cicilia suave, / aportollo in Romagna / per fare di lui magna / tutta la chiesa, grande chiercato. / Ben fo dirictura e altura / avesse in Dio potença! / Con omilitade pura misura / ebb'e grande obediença / d'amare, dura, osscura, / o' per forte astinença, / tenne sempre oculta[ta] / la scïença presciata; / sì fine ke de predicare fone forçato.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 39.64, pag. 140: O glorioso stare, en nichil quietato, / lo 'ntelletto posato, e l'affetto dormire! / Che ho veduto e pensato, tutto è feccia e bruttura, / pensanno de l'altura del vertuoso stato; / nel pelago ch'eo veio, non ce so notatura, / farò sommergetura de l'om ch'è annegato: / somece 'narenato 'n onor d'esmesuranza, / vento da l'abundanza de lo dolce mio sire.

[7] Contr. Croce e Vergine, XIII ex. (tosc.or.), 168, pag. 312: Or è abatuto 'l nome de madonna, / più per raina non sirò udita. / O lassa me, quest'è contra natura / che 'l creator soponga la sua altura / ad ubidença de vil creatura. / Crudele alteça in grave m'è salita».

[8] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 28, cap. 2, par. 9, pag. 429.24: Viziosa cosa è il vantamento, e reca agli uditori non solamente fastidio, ma eziandio odio, perocché la nostra mente ha in sé un'altura e uno levamento da non sostenere suo maggiore... || Traduce il lat. «Habet enim mens nostra sublime quoddam»; il senso è però prossimo a 1.5.

[9] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4257, pag. 161: «Or as tu raxonevolmente / Quel che tu as voiudo aver. / E questo puos tu ben saver, / Che io te ò metú per toa mateça / De altura in gran baseça.

[10] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 24.18: A li poviri bosengiosi da questoro preveduto non fone, ma li richy ben visitano, in sua grandecza vivere se credecte omne tempo, et quan maiure altura stavano allora da deo ge vende lo flagello lo quale et sua richecza lassare per forza gie convende.

[11] N. Quirini (ed. Lazzarini), XIV pm. (venez.>trevis.), L'orgoglio e la superbia, 6, pag. 98: L'orgoglio e la superbia, che 'n vui regna / signor veneciani, for mesura, / aprestavi sentenza acerba e dura / da la potenza sopra tute degna; / sì c'omai conven che vostra ensegna / de sancta clesia conosca l'altura, / a lei façendo ferma fede e pura, / se le soi braze volì ve sostegna.

[12] A. Pucci, Gismirante, a. 1388 (fior.), Cant.II, ott. 61.2, pag. 198: E fecela isposare in suo presenza, / e puose lui in ricca e magna altura, / facendo festa con magnificenza, / come conviene a sí fatta misura. / E sí regnaron con benevoglienza, / quanto piacque a Dio di somma altura, / moglie e marito sanza aver ma' crucci.

- [Nella lirica amorosa:] appellativo di madonna.

[13] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 5.51, pag. 40: Sens'alcun quazi par sono 'n gran gioia, / poi ferm'aggio vogl[i]ensa / servir, flor di plagensa, - vostr'altura; / né già mai non [mi] credo alcuna noia, / pezansa né dogl[i]ensa, / poi la mia 'ntensa - in voi solo dimora, / considerando che d'ogne vertude / siete, u' si conchiude, / fontana, e di saver, pregi' e orransa / sens'alcuna fallansa: / regnando in voi per sé ciascuno bene, / a perfession con voi tuttor convene.

[14] Dino Fresc. (ed. Contini), XIII ex.-a. 1316 (fior.), 5 [XX].34, pag. 625: Né io mi son però a dietro vòlto; / ma con quel lume ch'io l'accesi al viso, / mi son piangendo miso / a dir sì basso a la sua grande altura, / che, se [a] merzede giovinetta è fera, / [l]i sdegni vinca l'umile manera.

1.2.1 Fig. Locuz. avv. In altura: in posizione elevata dal punto di vista morale, sociale, di fortuna.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), Provenzano, 78, pag. 910: Rug[g]ieri, or ti konforta / ed ab[b]i giuoko e riso: / Cristo la tiene e porta, / da· lliei non è diviso; / lo franko popolo acceso / la porrà in altura, / Siena, ciò m'è [a]viso, / citta[de] di natura.

[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 35.9, pag. 85: Questa si contrappon dirittamente / All'umiltà, ma non con dirittura: / E di molte maniere esser si sente. / E questa maladetta cosa scura / Consiste in voler esser sempre mai / Sopra di tutti gli altri in grande altura. / E 'l primo modo, in che ci fa trar guai, / E a volersi mettere a ciascuno / Innanzi, sempre ingiustamente assai.

- Fras. Mettere il cuore in altura: amare una donna di condizione particolarmente elevata.

[3] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 11.10, pag. 452: Quella, che porta pregio di valore, / più che non fece d'arme Ettor di Troia, / è di tutt'avenantezza e bellore: / fra tutte l'altre donne al mondo è gioia. / Deh, chi poria sentir d'amor mai doglia, / avendo in tanta altura il su' cor miso, / ed ancor più, che so ch'è ben sua voglia?

1.3 Dignità imperiale o regale.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 23.40, pag. 154: Dico che molti a costui rubellaro, / violando la pace ch'avea fatta, / li quai distrusse con tormento amaro. / Qui non ti conto la mortal baratta / che fe' coi Saracin, né la paura / ch'egli ebbe in mar, dopo la lunga tratta. / Cinque anni e diece visse in quell'altura / e, poi che morte il suo corpo saetta, / Otto il terzo prese di me cura.

[2] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 10, pag. 344.10: Et giugniendo Davit alla città con quella archa, dicie che Michol sua donna e figluola del re Saul, veggiendo questo fatto, isdegniò e mostrossi di sdegniare contro Davit, perch'egli era appiè e schalzo e scinto e treschava e ballava intorno all'archa cogli altri, in sì vile esere tra quella giente e non sedeva in altura chome re.

1.4 Ciò che dà onore, pregio, prestigio.

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16 [CXXXVIII].117, pag. 755: Zeyxa g'è e darsenà / chi a Pisan arbego dà, / e [u]n gran paraxo da lao / chi a prexon albergo è stao. / Questa citae [è] eciamdé / tuta pinna da cò a pe' / de paraxi e casamenti / e de monti atri axïamenti, / de grande aoture e claritae / dentro e de for ben agregae, / con tore in grande quantitae / chi tuta adornan la citae.

1.5 Alterigia, orgoglio.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 34, pag. 59.20: Ed ella disse: - Fortezza è una virtú d'animo per la quale l'uomo né per tribulazioni del mondo si fiacca, né per lusinghe de la Ventura monta in altura.

[2] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), canz. 2.13, pag. 460: Poi che la vostra potenza / in ciascuna valenza / disformat'ha ragione, / qual serà la cagione / di tanta crudelezza, / c'orgoglio vi deb[b]ia porre 'n altezza? / Donna, pensate c'altura / in ciascun causo misura / vole, secondo lo stato, qual prende...

[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 13.1, pag. 108: Quando t'aliegre, omo d'altura, / va' poni mente a la sepoltura; / e loco pone lo tuo contemplare, / e pensa bene che tu dii tornare / en quella forma che tu vide stare / l'omo che iace en la fossa scura.

[4] Memoriali bologn., 1279-1300, 32.14, pag. 61: Or me parriti canzata e sí stranera: / quando mè' squardo davante, despari'-o / perché non vega la vostra figura. / Là 'nd'eo vi prego, amorosa cera, / per pietate in misererri di Dio, / sí ch'io non pera per la vost'altura.

[5] Laude tosc., XIII ex., 1.50, pag. 44: Quel capo che andava sì ornato / et biondo ne la sua capellatura, / di veli et d'oro et perle circondato / et corona di grande frescura, / lo viso di collori variato / co la soctile et vana sguardatura, / di vestimenta molto preciose / di sciamiti et porpore gioiose, / tute quante vanagloriose / di soperbia e de grande altura.

[6] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 18.34: Prudenzia guarda la ragione ch'ella non sia ingannata, temperanza guarda l'amore ch'elli non sia corrotto, forza guarda la vertude ch'elli non sia vinto, e sia forza grande virtù per la quale l'animo dell'uomo stae fermo, sicchè per tribulazioni del mondo non si fiacca, nè per lusinghe dell'avventura non monta in altura.

[7] Jacopo Passavanti, Tratt. umiltà , c. 1355 (fior.), cap. 4, pag. 252.30: La vendetta della carne del peccatore è il fuoco e i vermini. Va, o uomo d'altura, quando vaneggi nella mente tua, e considera la viltà della sepoltura. Va, o giovane altiero e sanza freno, quando t'allegri co' compagni e vai in brigata sanza temperanza, seguitando i voleri tuoi; va e poni mente i sepolcri pieni di bruttura e di puzzolente lordura.

2 Luogo (naturale o artificiale) collocato a una certa altezza, o di considerevole estensione in verticale; montuosità; costruzione elevata.

[1] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 638, pag. 40: La dompna ioso aguàrdase sallendo per l'altura: / assemegliò Thomasso che stava alla soboltura, / et incontenente scénsese la sua centura; / gèptala ad Tomasso, che n'agia bene cura.

[2] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 16, pag. 376: Et dico c'anni trenta et cinque avendo / l'auctor, che sono il meçço di sectanta, / dai quali in su si vive poi languendo, / stando nel mondo, ove ciascuna pianta / di cogitationi et di rancura / l'appetito vagante nostro pianta, / vedea della virtú l'alçante altura / et disiava di salire in cima, / ché discernea già 'l bel della pianura.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 12, vol. 2, pag. 228.21: Or se turmentenu ben li meskini, a li quali melyu vali muriri ca viviri per timurusu et dubitusu consiliu incircandu in qui guisa issi possanu issiri di sta vita! Amolenu la spata, tempenu lu vininu, pilginu lazzi, risguardinu grandi alturi quasi commu mesteri sia di grand'aparichamentu oy di multu esquisitu sforzu a distruyri la compagnia di l'anima et di lu corpu coniunti con debili ligamu!

[4] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 1.50, pag. 12: «Lascia», diss'ella, «adunque i van diletti, / e seguitami verso quell'altura / ch'opposta vedi qui a' nostri petti».

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 23, pag. 182.24: Ma quando videro che i Romani non scendevano del monte, e ch'elli s'afforzavano in quella altura, eglino credettero che ciò facessero per paura, e parve loro che fosse buono punto d'assalirgli...

[6] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), MCCII, pag. 279: Non passaro per la terra, ma fore dalle mura: / Da porta de Paganica, ma non per quella altura, / Per la valle de Collebrenciuni, et avevano pagura; / No lli bisognava, ca lo re li assecura.

[7] Filippo di ser Albizzo, Rime, a. 1365 (fior.), 73a.12, pag. 74: E questo scuopre la risposta giura, / ch'a te Livio e Valerio rimedisca / l'entrata e 'l salto di lor alte mura; / Valerio costrusse tanta altura / che sanza lunghe scale fa grossezza / al rozzo ingegno, che vi s'asicura.

[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 4, terz. 43, vol. 1, pag. 44: Nel detto tempo il Poggio Bonizzese, / ch'era dov'egli è oggi, per paura / de' Fiorentini, la montagna prese. / Dove chiamato fu nella pianura / Borgo di Marti, fu poi per lo nome / di Bonizzo, di cui era l'altura, / chiamato Poggibonizzi; e le some / di più Comun si raunaron quivi, / ed afforzarlo; lascio andare il come.

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 64.35: Medea, poy che sappe che Iasone era partuto, multo pagorosa sospirando montao su l'altura de lo suo palazo, da la quale vedette Iasone essere appligato a la isula et averesse armato et appressemaresse a lo luoco periculoso, sì che incommenzò a plangere per grande amore...

[10] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), 2 Par. 1, vol. 4, pag. 153.17: E il re Salomone venne dall'altura di Gabaon in Ierusalem dinanzi al tabernacolo del patto, e regnò sopra Israel. 14. E congregò a sè carra e cavalieri; e fecesi mille e quattrocento carra, e dodici milia cavalieri...

2.1 [Relig.] Il regno dei cieli.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 134, pag. 605: Avaricia en 'sto segolo abunda e desmesura, / tradhiment et engano, avolteri e soçura: / çamai no fo la çente sì falsa ni sperçura, / qe de l'ovra de Deu unca no mete cura, / del magno Re de gloria qe sta sopra l'altura, / Quel per cui se mantien ognunca creatura. / Ben savì que ve dise la divina scritura: / tuti semo formadhi a la Söa figura. || Cfr. Contini, PD, I, p. 605: «traduce «in excelsis»».

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 672, pag. 199: E l'om, se Dio mi vaglia, / crëato fu san' faglia / la più nobile cosa / e degna e prezïosa / di tutte crëature: / così Que' ch'è 'n alture / li diede segnoria / d'ogne cosa che sia / in terra figurata; / ver'è ch'è 'nvizïata / de lo primo peccato / dond'è 'l mondo turbato.

[3] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 33.6, pag. 671: A guisa d'angel che di sua natura, / stando su in altura, / diven beato sol vedendo Dio, / così, essendo umana creatura, / guardando la figura / di quella donna che tene 'l cor mio, / porria beato divenir qui io: / tant'è la sua vertù che spande e porge, / avegna non la scorge / se non chi lei onora desïando.

3 Estensione lungo la verticale sotto il livello del terreno, profondità.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 64.29: Quisti facendu chò que Valesiu lur avia cummandatu, quandu appiru cavati li fundamenti altura di XX pedi, truvaru et vittiru unu altari supra scriptu: «A lu deu patri di lu infernu et a la Proserpina».

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 38, terz. 70, vol. 2, pag. 162: Mutaro il campo del suo primo stallo, / e di Coltrai uscì la gente armata, / e tutti s'assembraron sanza fallo / presso alla Terra in su una spianata / sagacemente, e con molta misura, / pigliando lor vantaggio alla fiata; / che a traverso di quella pianura / aveva un fosso, il quale rallargaro / ben cinque braccia, e tre crebber l'altura.

3.1 Il mare dov'è profondo, l'alto mare.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 3.15, pag. 457: Sacciate in veritate / che sì pres'è 'l meo core / di vo', incarnato amore, / ca more di pietate, / e consomar lo faite / in gran foch'e 'n ardore. / Nave ch'esce di porto / con vento dolze e piano, / fra mar giunge in altura; / poi vèn lo tempo torto, / tempesta e grande affano / li aduce la ventura; / allor si sforza molto / como possa campare, / che non perisca in mare...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 92.79, pag. 395: L'autunni son quadrati, / son stabiliti, non posson voltare; / li cieli son stainati, / lo lor silere me face gridare: / o profondato mare, altura del tuo abisso / m'ha cercostritto a volerme annegare!

3.2 Fig. Profondità concettuale.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 29.57, pag. 66: Non è mirabil se vostra figura / per la ragion predicta in noi s'induce, / per ch'i' so che l'adduce / il sono in cor human gran chonoscensa, / e per tanto l'appregio, / ch'a ricovrar di profetia l'altura / fu nel profeta gran convenïensa, / e di tanta excellensa, / che quaçi io dico che 'l suon si fu duce / a porlo indel collegio / dei buon' profeti e dostar sacrilegio...

[u.r. 22.11.2018]