ALZARE v.

0.1 aiza, aizalo, aizao, aizare, aizati, aizato, aizava, aizavano, alça, alçà , alçâ, alçada, alçàla, alçan, alçando, alçano, alçante, alçao, alçar, alçare, alçata, alçate, alçato, alçava, alçavano, alçe, alçese, alci, alçi, alciar, alçino, alçò, alcza, alczandu, alczarj, alczata, alczatu, alczau, alczava, alsa, alsare, alsarsi, alse, alsi, alsò, altia, alza, alza', alzai, alza'mi, alzando, alzandola, alzandole, alzandosi, alzano, alzar, alzâr, alzaranno, alzarano, alzare, alzarebbe, alzari, alzarla, alzaro, alzaron, alzarono, alzarsi, alzasi, alzasse, alzasser, alzasti, alzata, alzate, alzatevi, alzati, alzato, alzau, alzava, alzavano, alzaveno, alze, alzerà , alzerae, alzerei, alzeremo, alzerò, alzi, alziate, alzino, alzinsi, alzisi, alzo, alzò, alzoe, alzòe, alzolla, alzollo, alzòr, alzossi, aucirà , auczala, auczao, auczau, auzai, auzandu, auzari, auzati, auzatu, auzau, auzava, olzade.

0.2 Lat. *altiare (LEI s.v. *altiare).

0.3 Ritmo cass., XIII in.: 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: F Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Palamedés pis., c. 1300; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Salimbene, Framm. volg., 1282-88 (emil.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Ritmo cass., XIII in.; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Doc. orviet., 1339-68, (1339); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. alzar di ciglia 1.1.2; alzar di occhi 1.1.2; alzare alla ritonda 3.1; alzare gli occhi 1; alzare gli occhi contro; 1.3.1; alzare il capo 1; alzare il collo 1.3.1; alzare il cuore 1.3.1; alzare il dito 1.1.1; alzare il parlare 2.1.1; alzare la fronte verso 1; alzare la gamba 1.1.3; alzare la loquela 1.2.2; alzare la mano 1.1.1, 1.2.1; alzare la più corta 5; alzare la spada 1.2.1; alzare la testa 1.3.1; alzare la voce 1.2.2, 2.1.1; alzare le ciglia contro 1.3.1; alzare le corna contro 1.3.1; alzare le mani 1.2.1; alzare un colpo 1.2.1; alzare uno strido 1.2.3.

0.7 1 Muovere verso l'alto in linea verticale; portare in alto; levare da terra, sollevare; volgere (o essere rivolto) verso l'alto o verso una det. direzione, guardare. Fras. Alzare gli occhi, le ciglia, la fronte, la testa, la tempia (verso). 1.1 Fras. 1.2 Fras. 1.3 Fig. Elevare (di cuore o animo); porre in una condizione positiva; migliorare; celebrare, onorare. 1.4 [Di uccelli o angeli:] levarsi in volo. 1.5 Ergere, drizzare (di ali o vele, anche fig.). Pron. e assol. Addrizzarsi, porsi in posizione eretta. 1.6 Estens. Portar via, levare. 1.7 [Gioco] Tagliare il mazzo di carte; prendere il dado prima di tirare. 1.8 [Di corpi celesti:] salire verso lo zenit. 1.9 [Di ora del giorno:] aver principio, scoccare. 2 Aumentare in altezza; crescere (di acque o di livello del terreno); ergere, costruire (di edifici). 2.1 Estens. Aumentare; fortificare. 3 Scoprirsi, spogliarsi. 3.1 Fras. Alzare alla ritonda: sollevarsi le vesti attorno. 4 Abbigliarsi, cingersi (con una veste). 5 Fras. Alzare la più corta: scappare.

0.8 Elena Artale 02.02.2000.

1 Muovere verso l'alto in linea verticale; portare in alto; levare da terra, sollevare; volgere (o essere rivolto) verso l'alto o verso una det. direzione, guardare. Fras. Alzare gli occhi, le ciglia, la fronte, la testa, il capo, la tempia (verso).

[1] Ritmo cass., XIII in., 37, pag. 11: Quillu d'orïente pria / altial'occlu, sì llu spia: / addemandaulu tuttabia / c'omo era, como gia.

[2] F Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.): Poi che m'appe ligato, / alsògli occhi e ssorrise / sì ch'a morte mi· mise / como lo badalisco / ch'alcide che gli· è dato; / cogli occhi soi m'alcise. || CLPIO L 67 StPr.41.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 22, pag. 313.1: La quarta cosa si è, che l'uomo die legare un ferro nella punta della galea o della nave, per la quale elli possa rompere ei legni dei nemici urtandosi con essi, e diello in tal modo acconciare che si possa alzare e chinare come l'uomo vuole...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 89.99, pag. 364: Perché 'n quillo ramo me alzasse, / scritto era che eo me odiasse, / perché tutto amore portasse / a quil Segnor che m'ha creato.

[5] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 64.1: E questo pesce s'alza tanto dall'acqua, che 'l suo dosso si pare di sopra a tutte le onde del mare, poi infino che sta in questo modo, il vento vi rauna suso rena, e nasconvi erbe...

[6] Fisiognomia, c. 1320 (tosc.), cap. 4, pag. 29.19: chi gli ha lunghi, sì è oltragioso e sanza onta: e chi ha li cigli che pendono verso lo naso e alzanoverso le tempie, sì è lento e sanza onta.

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 30, pag. 67.26: [Lu demoniu] trovau unu monacu ki alczava acqua, e comu illu alzava l'acqua, cussì lu demoniu li intrau in corpu, et affligìalu multu.

[8] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 15, pag. 161.8: Per la qual cosa si dimostra, Pietro, di quanto merito e di quanta virtù appo Dio era l'anima di Eutichio, per lo cui vestimento alzato e portato in aere la ira sua mitigava e mandava l'acqua.

[9] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 97, pag. 380.11: Sì che, amendue eglino soli, escono del castello a piede e vanno al padiglione di Tristano; però che Lancialotto l'aveva bene davanti spiato. Ed essendo giunti, sanza parlare, alzano il tappeto e furono entrati dentro.

[10] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 433, pag. 30: E poi da ese chossì tribulata / fin al Chalvario luogo fui menata. / Anchor non era io zonta al luogo tristo, / quando ch'io vidi alzar la chroze in alto, / e su desteso el dolze Jesù Christo.

[11] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), DCLXXVI, pag. 154: Quillo conte, con li altri, con ser Lalle venìa; / Allora alsò lo conte lo confalone che avìa. / Poi quillo confalone puse in mani ad ser Lalle, / Et lui allora inclinòseli collo collo et colle spalle...

[12] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 107.26: La qual cosa sentendo Andreuccio, quale egli allor divenisse ciascun sel può pensare. Egli tentò più volte e col capo e con le spalle se alzare potesse il coperchio, ma invano si faticava...

[13] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 91, terz. 7, vol. 4, pag. 177: L'altro quartier di là dal fiume sosta, / e quasi inver Levante alza le fronti, / perocchè 'n parte piglia della costa.

[14] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 63.4: E vidde uno [fanciullo] molto nero el quale aveva un freno in mano e trastullavasi con esso dinanzi a uno de' suoi frati, e incontanente San Brandano alzò il capo e cominciò ad orare e pregare Iddio divotamente infino a dì.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 95.14: Quanno l'omo era posato dello martorio, questo sio figlio lo faceva sostenere e diceva: «Deh, dalli un aitro crullo per mio amore! Aizalo su!» A moiti questo fece, donne moiti ne moriero. || Cfr. Ugolini, Intorno alla Cron., p. 81.

[16] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 13, pag. 23.2: [4] Item fa' radiri la testa e gectachi la vintusa supra la dicta testa, et aucirà l'ubula si fussi caduta oy disisa. [5] Item la pulviri di la radicata di lu anithu, a l'ubula ki fussi unflata, la disicca e auczala.

[17] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 249.221, pag. 302: Ma como / nuovo tomo / han dato le pulzelle! / Ché vergogna avean elle / d'alzar la pelle a gli occhi; / or gettan stocchi / inverso gli occhi altrui. || Cfr. Ageno, Sacchetti, Rime, p. 398: «sollevar le palpebre, alzar gli occhi».

1.1 Fras.

1.1.1 Fras. Alzare la mano (per conferire certezza o sacralità alle proprie parole).

[1] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 71.19: Poiché m'ài adimandato tanta e luminosa grazia, io te la voglio concedere come t'ò promessa. E alzandola mano disse: Io benedico Siena e tutti quegli che sono stati interdetti per la morte data a' loro pastore e vescovo innocente ine fu privato della vita.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 49, pag. 113.11: E 'l podestà disse: - E così si faccia. - E datoli il juramento, Ribi, alzando la mano, dice: - Io giuro per quello Dio, cui adoro, che io non dissi con l'aste.

- Fras. Alzare la mano (per offrirsi a un compito).

[3] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 46, pag. 309.21: E studiando M. Claudio, che Icilio gli desse mallevadori di rimenare al domane la pulcella a corte; e dicendo Icilio, che a ciò intendeva egli [[...]], la moltitudine da tutte parti alzava le mani, e ciascuno si mostrava a Icilio volonteroso e presto di sodare.

- Fras. Alzare il dito (in segno di resa). || (Contini).

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 128.67, pag. 176: Io parlo per ver dire, / non per odio d'altrui né per disprezzo. / Né v'accorgete anchor per tante prove / del bavarico inganno / ch'alzando il dito colla morte scherza?

1.1.2 Sost. Locuz. nom. Alzar di ciglia, di occhi: cenno degli occhi.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 180.6, pag. 122: Vostra netta beltà nel claro viso / e l'atto altero alquanto desdegnoso / e l'orgoglo che doventa pietoso / quando si sconde 'l disïato riso, / e 'l color ne le gotte tosto aciso / cum uno alçare d'ogli vergognoso, / oÿmè, laso, mi farà rabioso / per vuy amare, s'eo non sia uciso.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89] 1.214: A le parole sue credetti fine / quando compiuta fo cotal proposta, / se nno che sua risposta / mi fe' scredente d'un alzar di ciglia; / poi disse: «Figlio, io son su le confine / del detto mio, però meco t'acosta...

1.1.3 Fras. Alzare la gamba (con signif. osceno).

[1] Contrasto Zerbitana, XIV (merid.), 9, pag. 19: «Ardire, ardir? Minacciami? Per le partu del Giustizero, / va, ed escimi fuor di càsama, el malvagio, lo barattero! / C'alzasti la gamba a fìlama e festiglil volentero, / e non volesti guardare - alle notre cortesoie.

1.2 Fras.

1.2.1 Fras. Alzare la spada: brandire; fras. Alzare un colpo o la mano: preparare (una percossa).

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 209.9, pag. 420: Sì disse: «I' vo' ben che ciaschedun saccia / Ched i' te pagherò di tue der[r]ate». / Allora alza la spada a llei fedire; / Ma Diletto sì venne a llei atare, / E di suo scudo la sep[p]e coprire...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal., L. 2, cap. 15, pag. 62.12: Drappel Brenno trasse un altro colpo, e disse a Cesare: «io ti farò sentire come mia spada taglia,» alzandolo colpo. Cesare ricoverò lo suo sì che ad una ora si feriro: ma cuprirsi colli scudi sì che non si offesero.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 1, pag. 190.23: Il figliuolo del quale Silla, nome Fausto, essendo in scola insieme discepolo con Gajo Cassio, e lodando lo sbandimento ch'avea fatto il suo padre de' cittadini, e dicendo ch'elli lo seguirebbe, facendo il simigliante quando fosse in etade da ciò, Cassio alzò la mano e dielli una grande gotata.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 8, pag. 25.14: Et allora impugna il brando per mal talento et alza il colpo per ferire Lancilotto; et vedendo Lancilotto el colpo tanto pesante, ebbe gran paura di morire, imperò che a quel punto non gli era rimasto nè elmo nè scudo.

[5] Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 71, pag. 85.13: Quando alzava la mano per dargli, gli venne nella mente una sentenzia d'uno antichissimo filosofo, che dice: Irato nihil licet: All'uomo irato non gli è licito se non il riposarsi.

[6] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 76.8: Vedese iettare de lance, aizare de spade, saiette volare. Le prete, vrecce de fiume, de piena mano fioccavano como neve.

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 60, pag. 85.28: E lo re disse: «Andoncha io voio che Tristan mora». Et sì alçà la spada et fexe asmanço qu'ello li voleva tayar lo chavo.

- Fig. Fras. Alzare la mano o le mani (a qno): percuotere, picchiare.

[8] Dante, Rime, a. 1321, 46.40, pag. 169: E' m'ha percosso in terra, e stammi sopra / con quella spada ond'elli ancise Dido, / Amore, a cui io grido / merzé chiamando, e umilmente il priego: / ed el d'ogni merzé par messo al niego. / Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida / la debole mia vita, esto perverso...

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 6, vol. 2, pag. 88.6: Ca essendu consuli Emilyu Lepidu et Luciu Flamminiu [ca a la legacioni di li Cartagensi quisti li manu haviannu auzatu, ad Claudiu preturi di esseri dati curau]. || Cfr. Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 6, pag. 447.20: «però che aveano posto le mani adosso all'ambasceria di Cartagine».

1.2.2 Fras. Alzare la voce (o loquela): parlare.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 299.7: 13. O immaginativa ec. Qui introduce l'Autore nella sua imaginativa certe imagine di persone. Alzala boce a dire della virtù di questa potenzia imaginativa, dicendo ch'ella è tanta alcuna volta, ch'ella raccoglie sì l'uomo tutto a ssè...

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 27.13, pag. 105: Ma però che la vostra cantinella / Valor per sè di somma lode acquista, / Seguirò lei come discente artista, / Non seguitando quella ninfa trista / Ch'alzòcontro le Muse sua loquella / Per cui devennon piche l'altre et ella.

1.2.3 Fras. Alzare uno strido: urlare.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 360.148, pag. 449: et ei l'à detto alcuna volta in rima, / or m'à posto in oblio con quella donna / ch'i' li die' per colonna / de la sua frale vita». A questo un strido / lagrimoso alzo et grido: / «Ben me la die', ma tosto la ritolse».

1.3 Fig. Elevare (di cuore o animo); porre in una condizione positiva; migliorare; celebrare, onorare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 114.10, pag. 230: E se 'n cavalleria alcun volesse / Intender, per la fede con sé alzare, / Non falleria già sed e' chiedesse / Infin ch'e' sé potesse ben montare, / E avere spezieria ch'e' potesse / Condursi nella terra d'oltremare».

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 4, pag. 6.43: Giulio Cesare fu Imperadore di tutto il Mondo, e fece morire molti nobili uomini, finalmente fu morto egli per forza. Fortuna giammai non alzò tanto alcuno, che ella nol minacciasse di farlo cadere della altezza dove ella l'aveva posto, e metterlo a basso.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 6.15: Teodorigo, niente temendo, venne alla città reale, dove, dall'imperadore benignamente ricevuto e magnificamente alzato, fu fatto consolo ordinario; e non solamente questo, ma dallo imperadore meritò sua statua essere a cavallo allogata innanzi alla reale.

[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 265.13: Cavalieri debbono essere savi, discreti, iscienziati, pieni di giustizia e di ragione, debbono a lor podere mettere pace e cessare la guerra [[...]], abbattere il torto e alzare il diritto; dee, secondo che giura quando si fa cavaliere, favoreggiare in ogni loro difesa di ragione vedove, orfani e pupilli...

[5] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I., componim. 22.44, pag. 25: De lui presumo in questa mia confusa / e bassa rima le sue laude alzare, / se 'l suo favor alla mia debil musa, / porgendo, mi farà di lui cantare.

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 39, pag. 152.17: Ma in ço che lo mundo tuto davanti a li soi ogli se dixe che fu recolto, no è da intende' che lo cel e la terra fusem <...> abreviai, ma che la soa mente fu alargâ e alçâ, perçò che rapto in Dee sença dificultae poé vei' ogni cosa chi è mem ca Dee.

1.3.1 Mostrare fierezza; insuperbire, inorgoglire (anche nelle fras. alzare la testa, il collo, il cuore).

[1] Salimbene, Framm. volg., 1282-88 (emil.), 9.6, pag. 425: O lasso me, ke fu' temptato, / cum fo Adam êl paradhiso, / ki volse plu ke no i fo dato, / perdé lo bene o' era miso. / Perçò ne prego ogne amadhor, / ke no alçe tanto -l core, / ke cadha in terra e sia damnato.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 33, pag. 489.21: E con piccola oste grande moltitudine d'Alamanni soperchiò; e quelli di Germania col Reno cinse. E alzato per questi avvenimenti, l'abito pigliò dell'augusto.

[3] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 18, pag. 20.19: Ma colu' ch'è magnanemo, çoè che à grande anemo, no reputa li beni temporali plu ch'el de', nè molto se alza in so cor per la ventura che li vada segonda, nè se desgeta per la ventura che li vada contraria....

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 10, pag. 79.12: E però vi priego che voi v'apparecchiate acciò che i vostri nemici [[...]], possiate con più forte fronte ricevere che io non potei, e acciò che voi altressì vendichiate le mie ferite, acciò che io tosto tra gli altri spiriti possa alzare la testa per la vendicata morte -.

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la maynera ..., pag. 575.1: E poi di lu cavamentu di li denti, lu cavallu si cavalki a pichuli salti muvendu da l'unu locu a l'altru, e spissi volti intri intra li cavalli et exa. E tokilu spissi fiati pir ki si alci et diventi arditu intra li cavalli, ixendu et intrandu intra loru...

[6] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), L. 2, cap. 30, pag. 72.10: Quelli che sono priori non degnono gli amici, non sa quegli che sono noti, dispreza e compagni di fuora, spreza gli antichi amici, si volge in là, inalza gli ochi e 'l vedere, alzael collo e la cresta, dimostra la superbia, parla cose grandi, pensa le cose alte, non patisce d'esser sottoposto, si sforza di soprastare...

- Fras. Alzare le ciglia (gli occhi, le corna)contro: ribellarsi.

[7] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 16, cap. 4, par. 9, pag. 285.30: Colui perde i beneficj che tosto se gli crede avere perduti, ma chi pure aggiugne i seguenti a' primi, eziandio del duro e dimentichevole petto trae grazia, perocché l'uomo non ardisce contro a' molti beneficj alzare gli occhi.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf., c. 34.35, vol. 1, pag. 587: S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, / e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, / ben dee da lui procedere ogne lutto. / Oh quanto parve a me gran maraviglia / quand'io vidi tre facce a la sua testa!

[9] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 138.10, pag. 193: o fucina d'inganni, o pregion dira, / ove 'l ben more, e 'l mal si nutre et cria, / di vivi inferno, un gran miracol fia / se Cristo teco alfine non s'adira. / Fondata in casta et humil povertate, / contra' tuoi fondatori alzi le corna, / putta sfacciata: et dove ài posto spene?

1.3.2 [Ret.] (In poesia, in relazione allo stile o all'oggetto).

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 660.9: quasi dica: trattato della natura angelica, ora è da trattare della divina; onde si conviene, per alzare lo stile, rivedere il più alto lume di teologia.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), Prologo, parr. 1-18, pag. 79.16: E Dante, seguendo costoro, comenza ad exorire la sua materia de l'inferno como dal più basso e doloroso loco che sia; e poi, alzando la materia, pervene al purgatorio...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 332.48, pag. 414: Morte m'à morto, et sola pò far Morte / ch'i' torni a riveder quel viso lieto / che piacer mi facea i sospiri e 'l pianto, / l'aura dolce et la pioggia a le mie notti, / quando i penseri electi tessea in rime, / Amor alzando il mio debile stile.

1.4 [Di uccelli o angeli:] levarsi in volo.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 15, pag. 106.1: Ardes sono una generazione d'uccelli che più genti li chiamano tantalus, e tali airon [[...]]. E la sua natura è tale che incontanente che tempesta dee essere, egli vola in alto, e si alza sì in aere che la tempesta non ha podere di farli noia o male.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 13, pag. 375.8: vidi di quello cerreto ove noi la misera fontana trovammo, uno smeriglione levarsi e cercare il cielo; e poi che egli era assai alzato, pigliando larghissimi giri il vidi incominciare a calare...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 262.14, pag. 326: Vengan quanti philosophi fur mai, / a dir di ciò: tutte lor vie fien basse; / et quest'una vedremo alzarsia volo.

[4] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez. 10, vol. 7, pag. 402.8: 19. E levando i Cherubini l'ale, si alzarono da terra innanzi a me; e uscendo loro fuori, e le ruote seguitarono...

1.5 Ergere, drizzare (di ali o vele, anche fig.). Pron. e assol. Addrizzarsi, porsi in posizione eretta.

[1] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 76.1: Ma innassi ched ella si possa [dis]calsare, s'alsa su[s]o e allora si viene lo chaciatore, e sì li corre sopra adosso a la scimia calsata; ed ella non puote fugire né inn- arbore montare.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg., c. 1.1, vol. 2, pag. 3: Per correr miglior acque alza le vele / omai la navicella del mio ingegno, / che lascia dietro a sé mar sì crudele; / e canterò di quel secondo regno / dove l'umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 88.15: E uscito dela valle, arrivò in parte che come 'l sole si levava e alberi nascevano della terra, e mentre che 'l sole alzava alzavano essi, e come 'l sole abbassava dibassavano gl'alberi, e quando il sole si coricava ricoveravano sotterra...

[4] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 50, pag. 49.13: Una nave àe due vele e dicie che alzando la prima vela farebbe il viaggio in 8 dì e alzando la sechonda farebbe il viaggio in 10.

[5] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Piero madr., 3.7, pag. 4: - Su, su, a banco, a banco, piglia voga / e da la pope mola via la soga. / Lo vento è buon. - E tutti alzòr l'antenna / «Aiòs aiòs» e l'arboro drizando, / chinal e 'l quadernal tutti tirando.

[6] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 245.2: Menava lo capo 'nanti e reto, como dicessi: «Chi so' io? Io chi so'?» Puoi se rizzava nelle ponte delli piedi; ora se aizava, ora se abassava. Maravigliase lo legato e deo alquanto fede alle soie paravole.

[7] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 3.4, pag. 9: Già mi dicisti più volte infidele / de la promessa ch'io fasìa falenza, / non seguitando tua pro[n]ta frequenza / d'intrar in nave et alciar su le vele. / Ma vedi el tempo hora quanto è crudele...

[8] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 21, pag. 35.32: lo strasinòno a una montania e illì vide tante multitudene de aneme tute biote [[...]]. E se s'alzaveno su le calchagnie guardando verso galerna, tremendo e batendo dinti como si illi aspetaseno la morte; e de zo lo kavalere se maravelià forte.

1.6 Estens. Portar via, levare.

[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 340, pag. 306.28: Et quando la lanza li fo rota, elo messe amantinente la man in la spada, et sì conmenzà donar grandissimi colpi d'una parte et de l'oltra, sì qu'elo conmenzà alcider chavalieri et cavali et alçar elmi dele teste et scudi dal colo, et a far sì gran maravegie d'arme che nigun non lo vete qu'elo non se smarisse.

[2] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 88.1, pag. 427: De li occhi de la mente alzate 'l leppe; / non sïate sì grossi e materiali: / sapete che trenta denar Ioseppe / venduto fu da' suo fratel carnali...

1.7 [Gioco] Tagliare il mazzo di carte; prendere il dado prima di tirare.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 64.230, pag. 60: Mal si calza / chi non ha calza. / Or alza / sì che tu mi giuochi netto. / Che gran diletto / ha chi vive in pace!

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.118: «De', che t'ò i' fatto?». / «Lassa dir, che gli è matto! / Alza quel tratto - e tra', sì ch'io mi sconti / de nove ponti, - se mai fui cocozo, / azaro e sozzo - se ne·i fosse un carro!».

1.8 [Di corpi celesti:] salire verso lo zenit.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 21, pag. 238.29: e questo 'r'adevenia emperciò che, quando lo capricorno 'ro se alzava e andava enverso settentrione, crescìeno a loro li die; e quando elli s'abassava e andava enverso lo mezzodie, demenemavano...

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 7, pag. 40.2: Or, come dicie indietro nel secondo capitolo, quando dicie Lo giorno se n'andava e ll'aere bruno, allora cominciava la nocte, quando entrava a la porta dello 'nferno, allora alçavano molto le stelle, che salivano, suso a mezzo el cielo, e allora sappi che è meçça notte...

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 12.30: E però è il campo più temperato a 'ngenerare tutte le cose. E come più alza il Sole verso lo fermamento, più cresce il dì e menima la notte, tanto che passa questi tre primi segnali.

1.9 [Di ora del giorno:] aver principio, scoccare.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 18.10: Lo luoco donne se partiro fu porta Veredara. Quella fu la via che li campao. Ora se aiza la terza. Lo fuire ène granne. Maiure è lo maciello.

2 Aumentare in altezza; crescere (di acque o di livello del terreno); ergere, costruire (di edifici).

[1] Stat. sen., c. 1303, cap. 18, pag. 85.20: Anco, che la fossa la quale si chiama la fossa de la Serpenna [[...]], e da la detta presa in giù verso la strada di Filetta, incupisi, et alzisi lo arginale de la detta fossa et essa fossa, sì che l'aqua la quale viene da quella parte, nè anco l'aqua de la Serpenna, possa intrare le prese del Padule...

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 5.3820, pag. 350: Dal mezzo cielo fin ch'è a l'occidente, / Quïesce il mare, e il perché non ti celo: / Ché sua virtute in lei non è possente; / Da l'occidente sino al mezzo sotta / Rigonfia il mare, e verso la Luna alza; / Di poi si posa sino alla prima otta.

[3] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 7, pag. 39.12: Mo, vogliando fare questo lavoriero cusì grande, ello començò a fare cavare la terra del Vivaro per alçare là suxo tanto che bastasse per fare quello monte. Alora miser san Petronio tolse maistri e manoali, quanti glie 'n possea lavorare...

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 11, pag. 52.9: Ricunta ancora sanctu Gregoriu ky una fiata kyllj monachi de lu monasteriu uvj era sanctu Benedictu, volendu alczarj una pariti de una casa, ky era necessaria ky cussì si pressechissi, operandu lj monachi, sanctu Benedictu stava alla chella sua.

[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 13, pag. 83.7: Un altro giorno edificando li monaci e alzando un muro secondo che era bisogno, san Benedetto stava nella cella sua in orazione. Al quale apparve l'inimico quasi minacciandogli, e dissegli come andava alli frati che muravano.

[6] Doc. fior., 1353-58, (1357), pag. 97.28: Vogliamo sapere quanto marmo biancho bisognia per J anno. - Troviamo Franciescho e io che bisogniano, per alzare otto braccia nel più alto, in uno anno: br. 98 di stipidi di due raxioni, lib. 39200...

[7] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), CMXXXVIII, pag. 216: Fónne messa pagura, ad dire la veritate; / Facemmone Consillio plu volte et plu fiate; / Pensammo alzare le mura et avere gente sollate, / Et le robe da fore mettere na citate.

[8] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 31, pag. 258.2: Et quando [Idio] l'ebbe lasciato andare tanto quanto gli piacque, ed egli fe' loro chambiare e variare i· linghuaggio sì e in tal modo, che né maestri né lavoranti s'intendevano insieme e non davano l'uno all'altro quello che domandavano, sicché la torre si convenne abandonare e più non si alzò.

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 13., pag. 127.12: Un atro iorno, edificando li monesi e alçando un mur segundo che era besogno, san Beneto stava in oratium in la soa cella. A lo qua aparse l'enemigo quasi menaçando e diseli como andava a li frai chi muravam.

2.1 Estens. Aumentare; fortificare.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 38.116, pag. 106: Tal se' e tanto e via maggio che tale; / e nei toi figli oh, quant'alzi grandezza, / in cui valore onni valente vale; / dator di scienza e di vertù, fortezza / vit'e bellor del mondo e lume, al quale / parva valenza sole hav'e chiarezza...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 64, vol. 2, pag. 119.19: molto fu altiero, e superbo, e crudele contro a' suoi nimici e aversari, e fue di grande cuore, e molto temuto da tutta gente, e alzò e agrandì molto lo stato e ragioni di santa Chiesa...

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 24, pag. 168.1: Poi che la degnità dello imperio cominciò a crescere e alzare, sì cominciò l'astio e la 'nvidia tra' nobili lombardi, tanto che non era alcuno che s'impacciasse delle cose comuni mantenere.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 214.16: Questo punìo penitenzieri, cassaone e impresonaone. Fece cavalieri, deo dignitati e officia. Aizava e abassava lo termine delli dìi.

[5] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 28, vol. 6, pag. 276.9: 12 . Secondo le legne della selva, così arde il fuoco; e secondo la possa dell'uomo, così sarae l'iracundia sua, e secondo la ricchezza sua alzerae l'ira sua.

2.1.1 Fras. Alzare la voce, il parlare: intensificare il tono di voce; gridare.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 3, par. 8, pag. 75.18: Dal movimento degli occhi e delle ciglia chinate o levate, da tristizia, da allegrezza, da risa, da tacere, da contendere, da alzare e da bassare boce, e da altre simiglianti cose leggermente giudicheremo quello ch'è ben fatto e quello che non è.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 40, pag. 86.24: Questo non si conviene a filosofia, la qual dee le parole ordinare, non gettare. Nondimeno ella dee alcuna volta alzare il parlare, salva sempre la dignità de' suoi costumi, la quale, questa smisurata forza di parlare, rompe, e guasta.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 14, 19-33, pag. 318, col. 1.2: Come da piú. Qui exemplifica sí come per novo segno appare in li balladuri, che alçanopiú le vuxi o èno piú solliciti tutti a respondere a sua ballata, o tutti o parte, o per alcuna leticia che prendano d'alcuno atto o d'alcuna parola che sia amoroxa in la ballata...

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 7, vol. 2, pag. 90.18: Et quandu vinni a kistu salmu, lu quali fu ad licteram profetatu di la passioni di Iesu Cristu, Cristu alzaula vuchi.

[5] Stat. cass., XIV, pag. 29.27: Lu decimo gradu de la hu(m)ilitate si è si lu monacho non sia paratu vel parichato i(n)nello risu, i(n)p(er)czò che è scripto: «Lu paczo alczala voce soa i(n)nellu risu».

2.1.2 [Di merci o tasse:] aumentare di valore o di prezzo.

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 181.29: Aghosto grano MCCCXXIJ. da dì XXV detto mese fino all'uscita alzò ogni dì danari bene V o sei. All'uscita del mese vendessi lo staio del grano calvello bello e buono s. XVIIIJ d. IIIJ ciciliano fine s. XVIIJ comunale fine s. XVIJ d. IIIJ grosso bello e buono s. XV d. VJ.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 133, vol. 3, pag. 259.11: E per alzare la sua mercatantia e fare la sua vendetta di Fiorentini, come dicemmo adietro, al continovo stava in bargagno co' Pisani per trattato di Guiglielmo Canacci, ribello di Bologna, stato per suo capitano in Lucca.

[3] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 103.24: Questi passaieri e gabellieri non reguardavano alcuno, spezialmente li mercatanti de Venezia. Quanto volevano aizare lo pedag[g]io, tanto lo aizavano. Onne Veneziano se reputava sforzato per questi passaieri.

3 Scoprirsi, spogliarsi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 18, pag. 56.13: E a coloro che dubitavano, alzandosi, e il corpo mostrando loro, addomandavano se nel ventre delle loro madri, o mogli, attentavano di fuggire.

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 35, pag. 208.9: et in capo de' nove dì venne dinanzi al maestro e disse: «Maestro, il cotale capitolo che leggeste non è vero, però ch'io l'hoe provato, e non sono matto»: e pure alzasi e mostrolli il culo.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 81, vol. 1, pag. 384.16: E ritrovandosi i Fiorentini in quello luogo, messer Tegghiaio Aldobrandi veggendo lo Spedito che nel consiglio gli avea detta villania, e che si cercasse le brache, s'alzò e trassesi de' caviglioni V fiorini d'oro ch'avea, e mostrogli allo Spedito che di Firenze era uscito assai povero...

3.1 Fras. Alzare alla ritonda: sollevarsi le vesti attorno. || (Ageno, Sacchetti, Rime).

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 86, terz. 58, vol. 4, pag. 128: Uomini, e donne di stato gentile / veduto avresti alzare alla ritonda, / e la gente servir con atto umíle.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 155.12, pag. 148: Ad una, ad una / per le man si pigliaro; / tutte cantando ad un fiume andaro. / - A l'acqua, a l'acqua, / alzate a le ritonde! - / Su per l'onde / corron al mulino.

4 Alzare a guisa, a modo di: abbigliarsi, cingersi (con una veste).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 1, pag. 50.6: acciocchè non si interrompesse l'usato sacrificio, per lo statuto della gente Fabia, alzato Fabio a guisa di sacerdote Gabinio, e colle mani e colli omeri portava le cose sacre, e per mezzo de' nimici n'andò in sul poggio Quirinale, cioè di Romolo. || Cfr. Val. Max. I, 1, 11: «C. Fabius Dorsuo [[...]], gabino ritu cinctus, manibus umerisque sacra gerens per medias hostium stationes in Quirinalem collem pervenit».

5 Fras. Alzare la più corta: scappare. || Cfr. Porta, Cronica (ed. min.), gloss., s.v. corta.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 100.12: Missore Ianni de Braio e missore Caucassaso, doi suoi granni baroni e parienti, fuoro a fierro muorti. Missore Ceretieri delli Visdomini, sio consiglieri, fugìo e aizao la più corta. Sere Errigo Fegi, lo sottile gabellieri, fu preso in abito de frate bianco umiliato e sì fu spogliato nudo.

[u.r. 17.01.2018]