AMATA s.f.

0.1 amata.

0.2 Lat. amatus (LEI s.v. amatus).

0.3 Mastro Francesco, XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Mastro Francesco, XIII sm. (fior.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: Poes. an. bologn., a. 1301.

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 Donna oggetto di un sentimento amoroso.

0.8 Fabio Romanini 30.11.2000.

1 Donna oggetto di un sentimento amoroso.

[1] Mastro Francesco, XIII sm. (fior.), son. 2.2, pag. 191: Se non si move d'ogni parte amore, / sì da l'amata come da l'amante, / non può molto durar lo suo valore, / ché mezzo amore né ferm'è né stante, / ché di partir si sforza l'amatore / sed e' non truova parte simigliante...

[2] Poes. an. umbr.>aret., 1300, 28, pag. 371: Va, nova mia ballata, / cho· me lial mesaggio / in co(m)pagna gioiosa, / et conta a la mi' amata / lo mal che patot' aggio / per sua cer' amorosa, / et di çò sì mi scusa / che contra il meu volere / mi parti' chon sospire, / ch'io non podia cantare.

[3] Poes. an. bologn., a. 1301, 21, pag. 32, col. 2: Savì-ti che fa 'l çeloso a la mia amata?

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 116, pag. 384.26: Del savio, diss' egli, vedremo un'altra volta, ma a te, e a me, che ancora siamo di lungi dal savio, non è buono a cadere in cosa tempestosa, e impotente, suggetta ad altrui e vile a se, conciossiacosachè, se la persona amata da noi, ci si mostra con buono viso, noi ci accendiamo della sua buon aere, e piacevolezza, e s'ella ci spregia, noi ci accendiamo del suo orgoglio. Tanto ci nuoce l'agevolezza, e la buon aere dell'amata, quanto l'asprezza, e la schifaltà.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 32, pag. 568.18: Il sommo Deo mandòe il suo figliuolo Mercurio a liberare la sua amata dalla sollicitata guardia d'Argo.

[6] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 73.5: Allura la regina Dido, audendu li paroli di Eneas, plangendu li rispusi et dissi: «O perfidu et malvasu, eu non criyu ki tu fussi statu figlu di la divina matri nì di lu sangui dardanicu, ma killu altu munti ki avi nomu Caucasu ti ingindrau intru li soy duri petri, e li feri tigri ti nutricaru: però ki mi vidi sì fortimenti plangiri et tu non ti movi a pietati nixuna, nì poy inclinari li occhi a llagrimari nì ày misericordia di la tua amata.

[7] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 84.26: Per la briga cacciano le donne li mariti e li mariti le moglie, ma credano che avicendevilemente si facciano lite, ch'elle si convienno a lloro, e sono dote di moglie; e l'amata oda sempre suoni desiderati.

[8] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 22.17, pag. 24: Così si pasce, di sua fiamma ardendo, / il cuor che onestamente Amor nutrica, / con sua vaghezza nei suspir languendo. / Supporta angoscia in pace e gran fatica / per conservar della sua cara amata / el digno onor e la sua fiamma antica.

[u.r. 17.01.2018]