0.1 ambrosia, ambrosïa.
0.2 Lat. ambrosia (LEI s.v. ambrosia).
0.4 In testi tosc.: F Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.); Dante, Commedia, a. 1321; Simintendi, a. 1333 (prat.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
0.6 N L'omonimia della mitica sostanza divina con diverse erbe ha determinato già in lat. l'erronea identificazione di cui in 2, 2.1, 2.1.1.
Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 [Nella mitologia classica:] unguento odoroso di cui si cospargevano gli dèi, atto a sanare le ferite. 2 [Nella mitologia classica:] il cibo degli dèi, conferente l'immortalità. 2.1 Estens. Il cibo dei cavalli divini (ritenuto un'erba negli ess. cit.). Locuz. nom. Erba ambrosia. 3 [Bot.] Tipo di erba, identificato nell'es. con il millefoglie.
0.8 Elena Artale 30.03.2006.
1 [Nella mitologia classica:] unguento odoroso di cui si cospargevano gli dèi, atto a sanare le ferite.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 24.150, vol. 2, pag. 422: tal mi senti' un vento dar per mezza / la fronte, e ben senti' mover la piuma, / che fé sentir d'ambrosïa l'orezza.
[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 411.20: Questo portò Venus, velata la faccia d'oscura nube; questo mette in uno vaso splendente d'acqua e mista insieme occultamente sparge sanativi sughi d'ambrosia, e odorifera panacea.
2 [Nella mitologia classica:] il cibo degli dèi, conferente l'immortalità.
[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 193.2, pag. 249: Pasco la mente d'un sì nobil cibo, / ch'ambrosia et nectar non invidio a Giove, / ché, sol mirando, oblio ne l'alma piove / d'ogni altro dolce, et Lethe al fondo bibo.
- [Identificato con un'erba]. Locuz. nom. Erba ambrosia.
[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 183.17: Poi ch'egli fu così lavato, la madre gli unse lo corpo di divino olore; e toccògli la bocca coll'erba ambrosia, mescolata con dolce stelladia; e fecelo iddio... || Cfr. Ov., Met., XIV, 606: «ambrosia cum dulci nectare mixta».
[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 24, 142-154, pag. 586.21: fe sentir d'ambrosia l'orezza; cioè fece sentire lo venticello de lo odore de l'ambrosia, che fingeno li Poeti che sia erba che mangiano li cavalli del Sole et anco li Dii...
2.1 Estens. Il cibo dei cavalli divini (ritenuto un'erba negli ess. cit.). Locuz. nom. Erba ambrosia.
[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 24, 142-154, pag. 512, col. 2.7: Ambrosia si è una erba frigida, la quale, pur vegendola, resora colui che la vede; e póno li poeti che de quella erba cibano li cavalli che menano lo carro del Sole.
[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 58.1: Le frettolose iddie fanno i comandamenti, e menano i cavalli che vomicano fuoco, satolli nell'alte mangiatoie dell'erba ambrosia, e mettono loro i risonanti freni. || Cfr. Ov., Met., II, 120: «ambrosiae suco saturos».
2.1.1 [Bot.] Tipo di erba, identificato nell'es. con l'appio selvatico.
[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 462.5: È un'erba, la quale li Latini chiamano Appio Salvatico; da' Greci è chiamata Mirofilon, ambrosia, cirsite, vicenzia, chilicefilon; li Franceschi la chiamano Muliscados; l'Italici Millefoglie. [[...]] Li poeti diceano, che di lei si pascono li cavalli del Sole. || Cfr. Isidoro, Etym., 17, 9, 80: «Ambrosia, quam Latini apium silvaticum vocant. De qua Vergilius (Aen. 1,403): Ambrosiaeque comae divinum vertice odorem spiravere».
3 [Bot.] Tipo di erba, identificato nell'es. con il millefoglie.
[1] Gl F Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), Sinonimario, 141: Ambrosia id est millefoleum. || Fontanella, Antidotarium Nicolai, p. 67.
[u.r. 04.09.2019]