0.1 amentia, amenzia; f: amenza.
0.2 Lat. amentia (LEI s.v. amentia).
0.4 In testi tosc.: f Cicerone volg. XIV pm. (tosc.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.
In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.).
In testi mediani e merid.: f Jacopone, XIII ui.di. (tod.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Stato (anche patologico) di chi è privo della ragione; dissennatezza, follia; demenza.
0.8 Elena Artale 19.04.2000.
1 Stato (anche patologico) di chi è privo della ragione; dissennatezza, follia; demenza.
[1] f Jacopone, XIII ui.di. (tod.): Popolo mutato senza providenza, / per molta amenza cadesti in errore. || Crusca (Gl) s.v. amenza.
[2] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 34.29: Capitol de amentia, chi s'apella mania.
[3] f Cicerone volg., XIV pm. (tosc.): E non meno acutamente da loro [filosofi] fu detto questo, che essi chiamarono l'affezione dell'animo, mancante del lume della mente, amenzia, e quella medesima demenzia. || Crusca (Gl) s.v. amenza.
[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 50, pag. 507.29: appresso dice che Euriale è interpetrata «lata profondità», cioè stupore o amenzia, la quale con un profondo timore sparge e disgrega l'animo debilitato...
[u.r. 17.01.2018]