AMIGLIORARE v.

0.1 amegliorando, amelyuratu, amigliori, amilliora.

0.2 Da migliorare. || È altamente prob., per genere e distribuzione geografica delle attestazioni, che la voce dipenda direttamente dal fr. ameillorer (FEW melior 2.b.a), (cfr. anche prov. amelhurar).

0.3 Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.): 1 [4].

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.); Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Doc. esaustiva. A differenza del GDLI s.v. ammigliorare, data la costante attestazione della nasale scempia non si ritiene opportuno ricostruire un'entrata lessicale con raddoppiamento.

0.7 1 Migliorare, raggiungere un più alto grado quanto a capacità intellettuali e morali (anche pron.).

0.8 Roberta Cella 19.11.1999.

1 Migliorare, raggiungere un più alto grado quanto a capacità intellettuali e morali (anche pron.).

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 40, pag. 451.8: Correctione fa di malo bono e nullo è bon tanto non l'amigliori. Unde esso benignissimo Padre nostro, che recto ama figlioli soi, boni faccendo essi e di boni herede del regno suo, castica e corregie recto, secondo dignissimo e bizognoso invene.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 27, pag. 330.24: Chi non vale approva di non valere, e chi vale perde valore in agio; ma inn affanno e periglio e misteri grandi se face e se mantene e s'amilliora; ché vile pro' e negrigente vaccio e scarso largo fa pungente sporone de gran bizogno.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 9, vol. 2, pag. 170.32: Ma Pericles, per felicissimi acrissime[n]ti di natura instructu et multu amelyuratu sut'Anaxagora so mastru per summu studiu, inpossi iugu di servituti a li liberi colli di Athene; ca issu menau quilla citati et vultaula commu li plaqui.

- Accrescere in quantità e in qualità.

[4] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.15, pag. 97: Allegro so', ca tale segnoria / ag[g]io aquistata per mal soferire, / in quella che d'amor non vao cessando. / Certo a gran torto lo mal blasmeria, / ché per un male ag[g]io visto avenire / poco di bene andare amegliorando, / ed atardando - per molto adastiare / un grand'afare - tornare a neiente...

[u.r. 03.06.2006]