0.1 amacta, amatta, amattare, amattata, ammacte, ammacto, ammattata.
0.2 Lat. mactare (DEI s.v. amattare 2).
0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.): 1.1.1.
0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.); Poes. an. fior., a. 1347.
In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Poes. an. perug., c. 1350; Destr. de Troya, XIV (napol.).
0.7 1 Uccidere. 1.1 Fig. [Con il signif. di ridurre a una condizione (talvolta estrema) di inferiorità, debolezza, impotenza ecc.].
0.8 Milena Piermaria 19.01.2000.
[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 30, pag. 260.1: a la quale ghendonce Anthenore trovaola, e piglyandola per la brachya per forza trassendela e presentaola denante a lo re Agamenone, la quale poy lo re Agamenone la mandao mantenente a Pirro. E Pirro commandao che fosse ammattata denante a lo sepulcro de lo patre.
1.1 Fig. [Con il signif. di ridurre a una condizione (talvolta estrema) di inferiorità, debolezza, impotenza ecc.].
1.1.1 Portare alla rovina, annientare.
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 8: Terzo, è gravissimo per la nudità e crudeltà c'à inverso del prossimo, che dì e notte chonsidera mettendo ragione e contando il tempo, considerando le possisioni e ' beni del prossimo, in che modo el possa depauperare e ssé arichire e lle rede del prossimo inmendicare: non vale miserichordia chiamare né indugio adimandare, ma chon sue charte istudia il prossimo di distruggiere e amattare, e inperò è gravissimo e merita grande pena.
1.1.2 [In una disputa:] sconfiggere intellettualmente.
[1] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 600, pag. 382, col. 1: Como se trovaria / domna nata che sia, / che cotanto sapesse / che contra me staesse? / Falla parlare con meco; / odendo quel ch'io dico, / s'io no lla ammacto questa, / famme tagliar la testa.
1.1.3 Mortificare, rendere umile, avvilire.
[1] Poes. an. fior., a. 1347, O sommo spechio, 6, pag. 215: O sommo spechio, lucido, incorrotto, / hospizio d'umiltà, d'ogni amor porto, / virgo, per chui non parve 'l cammin corto / all'alta deità di farsi verbo, / e a ppatir di morte tal forbotto / qual porse il pomo, amatta ogni superbo.
[2] Poes. an. perug., c. 1350, 544, pag. 30: Quanto gravoso elgli è dicer: io fuie / de la magnificha e gentile schiatta / vegiendo povertade posta en luie! / Duo son glie munazin che fier baratta / di lor medesme per fugir lo giogho / de servitute che ciaschuno amacta? / - Di sot' al tuo precepto mi sogiogho, / entendo qui chanbiar l'usata norma / sentendo già chom'io dolente afogho. / Sì la mia mente del tuo dir se riforma / per quel che pianti nei dolenti versi / ch'intendo de seguir per la tua forma.
[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 11.36, pag. 34: Però guardi ciascun, che tale ombria / Non lo impedisca: chè, chi vi s'acquatta, / A tutti gli altri vizi dà la via. / E chi prefettamente l'ira acquatta, / E raffrena la lingua, è netto e puro; / E ogni vizio in sè per forza amatta. / A prender l'ira tarda, e sievi duro; / Alla misericordia presto e pronto: / E nell'avversità somiglia il muro.
[u.r. 17.01.2018]