AMMENDA s.f.

0.1 amenda, amende, ammenda.

0.2 Da ammendare.

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.3.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.); Stat. pis., a. 1327; Doc. lucch., 1332-36.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Tristano Cors., XIV ex. (ven.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. cadere in ammenda 1.2; cadere in ammenda a 2.1; essere all'ammenda di 2.1; fare ammenda 1.1, 2, 2.2; fare l'ammenda 1.1, 2.2.1; mettere ammenda 2.2; stare all'ammenda 2; per l'ammenda di 1.

0.6 N Il signif. 1.3 continua direttamente quello del lat. mediev. amenda (cfr. Du Cange s.v. amenda).

0.7 1 Risarcimento (sia morale che materiale, per un errore o per un danno arrecato a qno); atto compensatorio, riparazione. Locuz. prep. Per l'ammenda di qsa. 1.1 Locuz. verb. Fare (l')ammenda: risarcire; espiare (una colpa). 1.2 Estens. Debito. Locuz. verb. Cadere in ammenda. 1.3 [Dir.] Risarcimento danni, indennizzo. 1.4 [Relig.] L'espiazione dovuta in seguito alla confessione o al riconoscimento di un peccato. 2 Atto del correggere o riprendere; punizione. 2.1 Sanzione, pena (di un'autorità). Locuz. verb. Essere all'ammenda; cadere in ammenda: incorrere nella sanzione (di qno). 2.2 Rimedio. Locuz. verb. Fare ammenda di, mettere ammenda a (di un pericolo o situazione rischiosa): porre rimedio, risolvere. 2.3 [Dir.] Emendamento (a una legge). 2.4 [Dir.] Reclamo. 3 [Per fraintendimento del testo tradotto (o per errore di scrittura):] difetto. 4 [Derivante da falsa etimologia].

0.8 Elena Artale 10.11.2000.

1 Risarcimento (sia morale che materiale, per un errore o per un danno arrecato a qno); atto compensatorio, riparazione. Locuz. prep. Per l'ammenda di.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 14, pag. 158.21: E raunando la detta oste di Grecia, ed essendo con Alessandro, il quale era fratello d'Olimpiade, moglie del re, e poscia in Lucania morto da' Sabini, il quale quelli di Epiro avieno fatto re per l'ammenda della lussuria in lui commessa, abbiendo ordinato di fare matrimonio in maritarli Cleopatra sua figliuola...

[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 175.15: Re Priamo, io ti fo assapere che alla riva del porto sono tutti li nobili prenzi di Grecia e lli gientili uomini, [[...]] per rendere vendetta dello oltraggio che ttu e lli tuoi loro avete fatto. E sappi che cciò averrà, se ttu per senno no lgli muovi a pietà per soddisfazione d'ammenda, cioè in rendere Elena e l'oltraggioso alla volontà di tutti li baroni di Troia...

[3] Cronica fior., XIII ex., pag. 106.15: Onde il decto Federigo inperadore, per l'amenda della persicuzione ch'avea data a Santa Chiesa, nel nome di Dio elli prese il sengno della santa + per passare oltremare, per riconperare la Terra Santa di Christo...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.53, vol. 1, pag. 213: Ma dilli chi tu fosti, sì che 'n vece / d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi / nel mondo sù, dove tornar li lece».

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 146, pag. 536.1: Propone adunque l'amiraglio d'andare con segno di pace a' vittoriosi cavalieri, se egli potrà, e dimandarli di loro condizione e dimandare la loro pace, se concedere gliela vorranno; e se i due amanti non saranno morti, di trarli di quel pericolo, e in ammenda della vergogna, onorarli sopra i maggiori del suo regno...

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 22, vol. 1, pag. 40.27: Intanto gli ambasciatori de' Romani s'avanzaro d'addomandare l'ammenda della preda, e però che il re d'Alba rifiutò loro la loro richiesta, il disfidaro infra uno mese. || Cfr. Liv. I, 22, 5: «Tantisper Romani et res repetiverant priores et neganti Albano bellum in tricesimum diem indixerant».

1.1 Locuz. verb. Fare (l')ammenda: risarcire; espiare (una colpa).

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 81, pag. 314.10: del tesoro avemo raunato assai: onde mandiamo a loro che ci facciano l'amenda e che ci rendano nostra soro Ansionam»: e questo parlò Parigi.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 20.8, pag. 138: alquanto di merzé e pietà ti prenda / di me, che vivo 'n cotanto dolore, / che 'n ora 'n ora par che 'l cuor mi fenda / per la gran pena, ch'i' ho del tremore / ched i' non t'abbi anzi che porti benda; / sed i' ne muoio, non ti sarà onore: / se vorra' puo', non potra' far l'ammenda.

[3] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.73, pag. 45: La ragion dico: mosse a ciò che raia / nel su' 'ntellecto, sì ch'esso comprenda / lo fuoco eterno, e 'xperientia n'aia; / poi d'ogni colpa ne faccia l'ammenda / mostrando come l'anima si purga / et sì purgata inver le stelle tenda / et a veder Dio tutta pura surga.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 27, pag. 407.26: Or qui lo dicto spirito responde como esso fo omo d'arme, e poi fu cordelero, idest dal cordono, idest de l'ordine de' Frati Minori, credendossi, sì cinto del dicto cordone, de far amenda.

[5] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 46.19: «Hosto» ciò dixe miser Tristan «si m'aï Dio, che della morte de vostro fradello, dondo vuj ve lamentay sì forte, io ve son presto de far amenda più per la cortexia, ch'io creço che sia en vuj, cha per dota ch'io abia de vuj».

1.2 Estens. Debito. Locuz. verb. Cadere in ammenda. || (Porta).

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 54, vol. 1, pag. 496.4: Ancora il detto papa si fece privileggiare per la Chiesa la contea di Romagna e la città di Bologna a Ridolfo re de' Romani, per cagione ch'egli era caduto in amenda alla Chiesa della promessa ch'egli aveva fatta a papa Ghirigoro al concilio da lLeone su Rodano quando il confermò, cioè di passare in Italia per fornire il passaggio d'oltremare, come adietro facemmo menzione; la qual cosa nonn avea fatta per altre sue imprese e guerre d'Alamagna.

1.3 [Dir.] Risarcimento danni, indennizzo.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 111.13: Tutto altressì i Veniziani, cui fue la nave, raddomandavano la nave o la valenza; i mercatanti diceano che l'amenda non dovea essere domandata, perciò che per necessitade e non per volontade erano iti in quel porto.

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 49, pag. 66.35: sì veramente, che si quelli che in pregione fusse per offensa facta, com'è decto, volesse allo offeso fare justa emenda, de la quale amenda paresse convenevele al Capitano et al Judice overo a la magiore parte di lloro, et quello affeso non volesse ricevere quella cotale emenda, ne debbia essere tracto, non obstante che lo offeso lo contradicesse.

[3] Doc. lucch., 1332-36, pag. 119.21: In prima, semo in chonchordia e patto che alchuno di noi dicha né faccia chosa di che sia tenuto all'anima, e se -l facesse de posa fare ungni amenda e restitusione che si chovene infra uno anno, e se non sì sia sopra lui e abiasinde lo danno.

[4] Stat. perug., 1342, II.56.8, vol. 1, pag. 439.24: E se contesa fosse entra gl segnore degl mulina e coloro agl quagle spetterà la utilità de la remotione preditta, sì che non fossero en concordia de stare a la stima contenuta en lo catastro e per l'amenda de quiglle, la stima degl quagle non se trovasse en lo catastro, che per lo ministro degl frate de la penetentia siano alecte doie buone huomene e discrete e uno maiestro, egl quagle aggiano peritia de le preditte cose...

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 48, pag. 675.16: Vero è si essi malefactori, infra lo spacio de VIIJ dì dal tempo del maleficio commesso, seranno presentati come ante è dicto e di loro beni satisfacto e pienamente la robaria facta potrà fire restituita, e s'ello non se porrà, allora quelli in lo cui terreno la robbaria o lo maleficio serà facto, siano liberi et exempti da la pena e da l'amenda.

1.3.1 [In partic.:] l'indennità pagata dal Comune di Pisa al Capitano del Popolo per i cavalli morti o che subissero dei danni in battaglia. || (cfr. Rezasco, s.v. menda 2).

[1] Stat. pis., 1330 (2), cap. 82, pag. 523.11: la quale extimagione di tutti li soprascripti chavalli, si faccia fare infra uno mese dalla 'ntrata del suo officio. Et se tanto quanto dicto è d'avere l'amenda non saranno extimati, infino in de l'extimagione facta dai soprascripti mariscalchi et savi avere possa, et debbiali essere data della pecunia del Comuno di Pisa, et non oltra, per alcuna cagione.

1.4 [Relig.] L'espiazione dovuta in seguito alla confessione o al riconoscimento di un peccato.

[1] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 508.10: E io, che per tale ora morii che non potei essare sotterrato per lo tempo ch'era così rio e che lo mio corpo putiva, tutto ciò fue perch'io avea fatto alcuno peccato unde io doveva per penetenza l'amenda fare.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 54.37: ma elli dee pensare che Dio perdona leggiermente a quelli che si ripentono, e più è volonteroso di dare perdono che noi di domandarlo. Appresso la confessione viene la sodisfazione, cioè l'ammenda, che l'uomo dee fare secondo l'arbitrio e 'l consiglio del confessore, che dee giudicare l'mmenda secondo il misfatto come 'l peccato richiede...

[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 303.4: Iddio gli comandò che egli andasse a predicare a detti popolari di Ninive, che Iddio voleva quella città subissare per molti e vari peccati che gli abitanti di Ninive usavano: ma se eglino i falli loro conosciessono e pantessersi, e per amenda pigliassono a fare penitenzia sarebbe loro dimesso tale disfacimento.

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, vol. 1, pag. 12.27: Ki omni peccatu contra lu cumandamentu di Deu esti infinita macula. XI: Ki Deu non divi, nè cunveni, perdunari li peccata senza omni satisfaccioni, senza omni amendaoy penitencia. XII: Ki nullu homu poti satisfari penitencia condigna di li soi peccati.

2 Atto del correggere o riprendere; punizione.

[1] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 31.52, pag. 292: Dove son l'ale da volar sul lido, / se in mare io strido e vento mi contenda? / Questo, fallo non è che cheggi amenda, / s'i'amo e sono amata e tu il comandi, / ch'a' cuor' nobili e grandi / licita [è] cosa ch'è negato a' vili: / ché quanto più gentili al cor si trova, / fa ver' di te men prova, / pur che gli basti poterlo celare...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 5, pag. 364.37: i parenti dell'una parte e dell'altra, [[...]], furono a lui e con dolci parole il pregarono che alla ingiuria ricevuta dal poco senno de' giovani non guardasse tanto, quanto all'amore e alla benivolenza la qual credevano che egli a loro che il pregavano portasse, offerendo appresso se medesimi e i giovani che il male avevan fatto a ogni ammenda che a lui piacesse di prendere.

- Mettere qsa in ammenda di qno: rimettere, sottoporre qsa al giudizio di qno.

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 31.122, pag. 83: [O] Vescovo d'Arezzo e Conte magno, / in vostr'amenda metto / esto e mio tutto detto, / e mi vi dono apresso, in quanto vaglio / di fedel fede e amoroso amore, / fedel bon servidore...

- Locuz. verb. Fare ammenda: accusare.

[4] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 8.16, pag. 87: E s'io per molti ripreso ne sono, / non vòi', né cheo, né dimando perdono; / ma prego, cui li piace, faccia amenda; / s'i' ò rasgione, se vuol, mi difenda; / ch'io pur dirò, se 'l cor non mi dà posa.

- Fras. Stare all'ammenda: rivedere la propria condotta. || (Contini).

[5] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), canz. 2.75, pag. 462: Donna, vostra mantadura / è nobile a dismisura, / ma pur conven che voi stiate a l'amende, / se tempo vi fa sentire / che nulla vale fiorire, / perdendo frutt'o' tanto tempo stende.

2.1 Sanzione, pena (di un'autorità). Locuz. verb. Essere all'ammenda; cadere in ammenda: incorrere nella sanzione (di qno).

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 130.32: E chi 'l porta a Tunizi nol vi porti in botti vecchie, acciò che nogli possa essere apposto che le botti abbino tenuto vino o grassa, acciò che se ti fusse apposto ch'avessoro tenuto vino o grassa od osso di porco, sì ti sarebbe rifiutato, e saresti all'amenda della corte, e oltre a ciò, la corte vi metterebbe entro catarame, e converrebbeloti trarre fuori del paese.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 227.24: E chi le volesse trarre del reame di Francia, così quelle di Borgogna come quelle del reame, fusse taliano pagherebbe al re denari 13 per lira, e se fusse altro che taliano pagherebbe pure denari 11 per lira. E non osono trarre se non per lo porto d'Aguamorta, e chi ne facesse altro cadrebbe in amenda allo re.

2.2 Rimedio. Locuz. verb. Fare ammenda di, mettere ammenda a (di un pericolo o situazione rischiosa): porre rimedio, risolvere.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 40, pag. 142.34: E tanto pericolo non si puote ricoprire per niuna persona nè farne ammenda se non per voi medesma. Imperò io vi priego per lo amore che voi portate a vostra dama Isotta, e per servigio che Tristano far vi potesse, che voi entriate questa prima sera a letto collo re Marco...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 101, vol. 2, pag. 264.6: e vedendo che il detto re mantenea in arme e in preda, e in grave intrigamento de' paesi di Francia, i· rre di Navarra, e cche di continovo li agiugnea forza de' suoi Inghilesi, [[...]]; e avendo di ciò per più riprese richiesto i· rre d'Inghilterra che vi mettesse amenda, ed elli risposto loro che nol potea fare...

2.2.1 [Tess.] Rattoppo. Locuz. verb. Fare l'ammenda: rammendare (di panni strappati).

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 180.20: E se vendi a livrate sì non se' tenuto di rifare cortezza nulla se non quella che si trovasse taccata o scritta in sul panno; e se il panno avesse alcuna macchiatura o stracciatura, sì ti conviene fare l'ammenda.

2.3 [Dir.] Emendamento (a una legge).

[1] Stat. sen., 1324, Pt. 1, cap. 7 rubr., pag. 235.1: Come facciano escrivere l'amenda.

[2] Stat. sen., Addizioni 1329-35, (1334), pag. 333.1: Questa è l'Amenda che si fece al tempo che Vanni di ser Cuzzo e Muccio Ugolini furo signori, e Meuccio Giovannini fu camarlengo, ne l'anno domini mille CCCXXXIIJ, in calende di dicembre. Agiognamo al capitolo d'andare a' morti, che ogni giurato da quattordici anni in su sia tenuto, quando li fusse comandato, vi deba andare, sotto quella pena che dice el Breve.

2.4 [Dir.] Reclamo.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 308, vol. 1, pag. 229.18: statuto et ordinato è che li signori Nove governatori et difenditori del comune et del popolo di Siena, nè missere la podestà di Siena o vero missere lo capitano, nè alcuno officiale del comune di Siena, debia nè possa nè sia licito allui inquietare o vero turbare, per alcuno modo o vero cagione, nè impedimento dare ad alcuna persona, luogo o vero università de la città et contado di Siena, el quale et la quale desse et porgesse alcuna petitione, o vero amenda, nel tempo del sindacato de li officiali contra missere la podestà...

3 [Per fraintendimento del testo tradotto (o per errore di scrittura):] difetto.

[1] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 256, pag. 985.24: Vuol dire che se per una amenda non ti spiace la fanciulla, guàrdavi; ché, se ttu bene vi cercherai tu ve ne troverrai tante, che, considerandole tutte, ella ti spiacerà.

4 [Derivante da falsa etimologia].

[1] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 20, 61-69, pag. 405, col. 2.24: Per amenda. Questo vocabullo che repete l'A. tre volte, come appare nel testo, si è equivoco, çoè ch'ell' ha molte significance; ed è da savere ch'ello nasse da questo verbo: 'Amendo, amendas, amendat', ch'è verbo che significa agere in altri ira, turbatione e furiositade; unde 'amens', ch'è 'l so participio, significa l'animo turbado, irado, o ver furioso; unde se segue 'amendus, amenda, amendum', aglativo dell'animo, çoè animo torbado o ver irado o ver furioso. Tolse l'A. la dizione femina, perché l'aplica a la voluntà del ditto Carlo; unde la prima 'amenda' pone per 'voluntà furiosa', la seconda 'amenda' per 'voluntà iracondiosa', la terça 'amenda' per 'voluntà turbada'.

[u.r. 04.09.2019]