0.1 amira, amirando, amirandosi, amirar, amiraràe, amirare, amiraro, amiraron, amirarono, amirasse, amirate, amirava, amiravano, amiro, amirò, ammigrati, ammira, ammirando, ammirandosi, ammirano, ammiranti, ammirar, ammirare, ammiraro, ammiraron, ammirarono, ammirarsi, ammirarti, ammirata, ammirate, ammirati, ammirato, ammirava, ammire, ammiri, ammiro, ammirò.
0.2 Lat. admirari (LEI s.v. admirari).
0.3 Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Bind. d. Scelto (ed. Carlesso), a. 1322 (sen.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.
0.8 Chiara Coluccia 28.07.1999.
1 Contemplare con un sentimento di rispetto.
[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 9.25, vol. 1, pag. 124: Per voi ne piangon molti sospirando, / kiedendo lo tuo amore van gridando, / levan gli occhii in alto amirando: / or ti ci dona, gaudio de la gente.
[2] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 196, pag. 494: E bene apare, ché la vostra persona fie nomata / gioia sopra [ogne] gioia d'amirare, / piagenza somma, e 'l cor valenza fina: / perciò in[ver'] voi si träe ciascun core / sì come il ferro inver' la calamita.
[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.87, pag. 249: O stìmate ammirate, fabrecate devine, / gran cosa demustrate, c'a tal signi convine: / saperasse a la fine, quanno sirà la iostra, / che se farà la mostra del popolo crociato.
[4] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 11, pag. 48.11: Sono molti che per ritrarre cose poste in altrui lingua e commendare quella, credono più essere ammirati che ritraendo quelle della sua.
[5] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 6 rubr., pag. 85.14: Che buona cosa è essere ammirato.
[6] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 1, ott. 73.7, pag. 277: esso sanza riposo e ispedito / ferendo, or qua or là correndo andava, / e ammirar di sé ciascun facea / che 'n quello stormo mirar lo potea.
[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 19.66, pag. 57: Poi si calò e ritornò ad ello / e su la testa sí ben gliel rimise, / che ne fece ammirare e questo e quello.
[8] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 243.6: Ammira la magnitudine delli virtuosi Romani.
[9] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice ball.16.8, pag. 351: Quasi una dea parea tra le persone / che ammirando lei stavano intorno.
[1] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 2.27, pag. 89: Risguardando m'ammiro: / donne e donzelle vegio di gran dire / senza sostegno tornare nïente, / sì malamente - gentileza spare.
[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.297, pag. 159: e molto più m'ammiro / como sì se renova / en fermezza sì nova, / che non pò figurare; / e ià non pò errare, / cadere en tenebria, / la notte è fatta dia, / difetto grande amore.
[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 31, 25-42, pag. 690, col. 2.14: Stupefaceansi. Hoc est ammirando se smaríano.
[4] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c· 2.13, pag. 41: Non t'ammirar, Lucan, se contra fé / in questa prima cantica infernale / alquanto parla, ch'ei fa ciò che de'; / che 'n questa prima parte infortunale / ragion lo mena, però qui Virgilio / è la sua guardia giù per l'aspre scale.
[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 520.19: 58. Queste parole procedono dal detto Spirito, il quale amirandosi che Virgilio e Dante sanza alcuna pena erano, sè a·lloro manifesta.
[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 258.27: e l'onde si maravigliano: la selva disusata è stupore, e s'amira vedendo dalla lunga li scudi rilucenti degli uomini, e le navi dipinte correre per lo fiume.
[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 56, vol. 3, pag. 427.14: e molti amirandosi di ciò, dissono fu opera d'alcuno maligno spirito.
[8] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 18.5: Però non amirar s'io meno il macco, / drizzandome con pompe in fantasia; / perché non lusca, e' con la coda mia / so voltegiare e dare al tempo scacco.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 6.91, vol. 3, pag. 94: Or qui t'ammira in ciò ch'io ti replìco: / poscia con Tito a far vendetta corse / de la vendetta del peccato antico.
[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 1.5, pag. 323: Del dubitar querendo è gran virtute, / Chè l'ammirare della prima gente / Fece noi certi dell'alte vedute.
[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 220.17: 34. Conciosiecosachè l'Autore pensase, e amirasse di quello profondo dirupinato, Virgilio chiarendolo di ciò dice: io voglio che tu sappia, che l'altra volta che io congiurato da Eriton cruda, come dice nel IX capitolo di questa prima parte della Commedia, discesi nel profondo d'Inferno, questa roccia non era ancora ruinata.
[4] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 27.1, pag. 305: - Signor, non ammirar l'abito tristo / che 'nnanzi a tutti ci fa dispettose, / né creder pianger noi del tuo acquisto, / né d'alcun tuo onore esser crucciose...
[5] Laude cortonesi, XIV (tosc.), C 57 Un piangere, 225, vol. 2, pag. 424: Or foss'io l'arcipresso a cui amiro, / che t'à levato in cotale alteçça!
[u.r. 18.01.2018]