0.1 ammorbidendoli, ammorbidire, ammorbidisca, amorbidì.
0.2 Da morbido.
0.3 Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Rendere meno duro, mitigare, attenuare. 2 [Rif. a persone:] disporre alla benevolenza, addolcire.
0.8 Chiara Coluccia 06.07.1999.
1 Rendere meno duro, mitigare, attenuare.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 40, pag. 86.6: E' si vuole attemperare, e ammorbidire le cose, che ci spaventano, e ristrignere quelle, che ci empiono di cupidigia, e disaminare... || Cfr. Sen. Epist., XL, 5: «Lenienda sunt quae me exterrent».
[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 34, pag. 253.24: come la crudeltà de' parenti, così quella della patria, sofferendo e portando, essere da ammorbidire.
2 [Rif. a persone:] disporre alla benevolenza, addolcire.
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), Suppl. L. 10, vol. 4, pag. 14.1: Parvegli ch'ella fosse tiepida: e anche vi puose la bocca; e colle mani le tenta il petto. Lo vivorio tentato amorbidì; e, lasciata la durezza, sedea sotto le dita...
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 393.27: perciò ch'egli non è alcun [...] sì duro o zotico, che io non ammorbidisca bene e rechilo a ciò che io vorrò.
[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 25, pag. 329.1: Al primo avvenimento de' quali furono inaspriti gli animi, e poi essi con piacevoli ragionamenti ammorbidendoli i conoscenti co' quali andati erano, furono mansueti fatti.
[u.r. 22.06.2006]