ÀNATRA s.f.

0.1 anatra, anatre, anatri, anere, anetra, anetre, anitra, anitre, annetre.

0.2 Lat. *anatra (LEI s.v. anas, 2, 1078.12-22).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., Addizioni p. 1303; Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.).

In testi mediani e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Zool.] Uccello acquatico della famiglia degli anatidi.

0.8 Patricia Frosini 02.03.2000.

1 [Zool.] Uccello acquatico della famiglia degli anatidi.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 637, pag. 550: Le anere sta en lo flume e talor en lo mare: / così ben sa la piçola con' la grande notare; / plui è grieve la piçola per çonçer e piiare / qe non è una grande, tante volte sa fare.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 33, pag. 54.22: E lo primo anno pigliano l'anatra, e lo secondo anno sì abatteno le gruve gentiliscamente di suo cuore e quando ae abattuta la gruva già mai possa non pigliarebbe l'anatra, non sapperebbe essere tanto affamato; e quelli monta a la più alta uccellagione che può, e certo non discende a minore affare.

[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 106.5: Anatre e oche quanto sono più bianche tanto sono migliori e più dimestiche. Oche o anatre che sono taccate, o nere, sono nate di salvatiche, e però non ingenerano sì largamente come le bianche. E sappiate che anitre e oche non potrebbero vivere se non dove avessero acqua o erba, ma molto danno fanno con loro becco alle biade, e molto guastano tutte erbe con loro uscito.

[4] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 59.20: Fagiano, J denaio l'uno. Starne, J denaio del paio. Grughe, oche salvatiche, cecero, IIIJ denari l'uno. Anatra, germano, ucello acquaiolo, J denaio l'uno.

[5] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 147.7: Della natura della charne del'anitra. Charne d'anitra si tiene a natura di charne d'ocha, e ingienera grossi omori e viscosi, ma ella è più chalda; e s'ella si quocie bene ala forciella, sì nodriscie più che lla ghallina, ma il suo nodrimento nonn è sì buono. E intendete che anitra che non à posto sì è più tenperata in sua natura, e ingienera migliore sangue; e valle del tutto pegio quella ch'àe posto, e non è sì buona a usare, ma è tutta fiata migliore che lla salvaticha.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 22.130, vol. 1, pag. 377: Ma poco i valse: ché l'ali al sospetto / non potero avanzar; quelli andò sotto, / e quei drizzò volando suso il petto: / non altrimenti l'anitra di botto, / quando 'l falcon s'appressa, giù s'attuffa, / ed ei ritorna sù crucciato e rotto.

[7] Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 15v, pag. 23.21: Anas tis... avis que vulgare dicitur anatra, quia avis est natans in aquis.

[8] Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 309.17: hec anas, tis, l'annetre.

[9] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 250, pag. 109.14: Pigla la sunza di porcu et insunza di anatri et insunza di papara et insunza di gallina et di ursu et di vulturi et di lioni ana ½ †z† ...... unza .j. Litargiri ...... unzi ½ Sivu di crastatu ...... unza .j. Linusa ...... unza .j. Oglu di vulpi ...... unza .j. Guma rabica ...... unza .j. ½ Et tucti quisti cosi micti intru una pingnata nova et buglili insembla et minali cum una fogla di spatulilla tantu fina ki si confectanu comu unguentu et unta li nervi a lu focu.

[10] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), pag. 18.17: Molto voluntieri ve ne mostrerabo tanto come per me ne sazzo, e come io n' abo apreso; dimatina a l' alba andremo di fuori a li campi a ucellare, e vedreti como fanno li mei ucelli. Quello çorno andorno fuori a li campi, e feçono volare li falconi, presono grue, anetre, oche e starne.

[11] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 100.29: Hec ago[n], nis et hec pugna, ne id est la batallia. Hec arundo, nis id est la canna. Hec anas, tis id est l'anatra. Hec alauda, de id est l'alodola.

[12] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 44.4: Tanti son gli zirfalchi e li falconi / che van ramengi per l'aiere volando, / che senza uccellatori † olun enbando † / anatre piglieremo e angironi; / tanti sono i poeti e i Salamoni / che van per le contradie milantando, / ch'ad ogni canticel che va guardando / gli truova disputanze e bei sermoni...

[u.r. 10.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]