ANFANARE v.

0.1 anfana, anfanare, anfani.

0.2 Lat. tardo afannae, successivamente contaminato con affannare (DEI s.v. anfanare).

0.3 Boccaccio, Corbaccio, 1354-55: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Corbaccio, 1354-55.

N Att. solo fior.

0.5 Locuz. e fras. anfanare a secco 1.1.

0.6 N Il Varchi in Grammatica o sia trattato sopra la Grammatica Toscana, in Opuscoli inediti di celebri Autori toscani, Firenze, nella stamperia di Borgo Ognissanti, 1807, p. 44, rileva due signif.: «significa anch'egli ciarlare, e si dice di coloro... che ciarlano troppo e fuori di proposito», e «verbo contadino, che significa andare... qua e là senza sapere dove andarsi, come fanno gli scioperati»: cfr. GDLI che al secondo signif. riconduce anche il primo contesto del Boccaccio.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Vaneggiare, dire spropositi. 1.1 Fras. Anfanare a secco.

0.8 Roberto Leporatti 23.02.2000.

1 Vaneggiare, dire spropositi.

[1] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1119.12: E oltre a ciò vi veggiamo (acciò ch'io taccia per meno vergogna di noi i ghiottoni, i tavernieri, i puttanieri e gli altri di simile lordura) disonesti uomini assai; i quali, quale con contenenze gravissime, quale con non dire mai parola e chi con l'andare grattando i piedi alle dipinture e molti collo anfanare e mostrarsi tenerissimi padri e protettori del comune bene (i quali tutti, ricercando, non si troverà sappiano annoverare quante dita abbiano nelle mani, come che del rubare, quando fatto loro vegna, e del barattare sieno maestri sovrani), essendo buoni uomini riputati dagl'ignoranti, al timone di sì gran legno, in tanta tempesta faticato, sono posti.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 159.39, pag. 152: Che ritenso / gli vegna al nighittoso, / ch'è fattapioso / e dappioso, / ed anfana / e tafana / e cinguetta.

1.1 Fras. Anfanare a secco.

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 251-60, pag. 81.2: «Non fu così! Tu menti per la gola! Tu hai le traveggole! Tu hai date le cervella a rimpedulare! Bei meno! Tu non sai dove tu ti se'. Se' tu in buon senno? Tu farnetichi a santà e anfani a secco», e cotali altre loro parolette puntate. || Cfr. G. M. Cecchi, Dichiarazione de' proverbi in Lezione dei proverbi toscani, di L. Fiacchi, Firenze, 1820, cit. in GDLI s.v. anfanare: «vacillare e uscire fuori di proposito, onde si dice tu anfani a secco, poverbio antico de' Fiorentini, e usato dal Boccaccio...».

[u.r. 05.02.2018]