ANFANĖA s.f.

0.1 anfanie, anfanėe.

0.2 Lat. *aphania (DEI s.v. anfanare).

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Discorso senza proposito, bugia.

0.8 Roberto Leporatti 23.02.2000.

1 Discorso senza proposito, bugia. || Att. solo plur.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 226.24: L'altra virtų si č la immaginazione, e in questa ha potenzia il demonio: in farti vedere certe cose e racordarti di molte cose, e di recarti molte anfanėe dinanzi.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 317.24: o per guadagnería o per altra loro vanitā, dicono che sono incantatori e indovini, e con loro ciuffole e anfanie ingannano molta gente semplice, ch'č inchinevole e vaga ad andare dietro a cosė fatte cose.

[3] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 352.18: č convenevole che nella fine del trattato, quasi per modo d' uno epilogo, ricogliendo in brieve quello che di sopra lungamente č scritto, si ponga quello che de' sogni si debbe, schiudendo tutte l' altre ciuffole e anfanie, tenere.

[u.r. 05.02.2018]