0.1 anfichitòn.
0.2 Etimo incerto: forse dal gr. amphíkutos 'che si applica all'intorno' (GDLI s.v. anfichitone).
0.3 Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.): 1.
0.4 Att. unica nel corpus.
0.7 1 Sorta di smalto (duro e resistente).
0.8 Milena Piermaria 14.06.2007.
1 Sorta di smalto (duro e resistente).
[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 224.8, pag. 92: Que' di Sichia non soppelliano i morti, / avanti come bestie li mangiavano. / Er' una gente d'orïent' e forti, / però [[Alessandro]] li trasse del loco ove stavano: / miseli 'n Aquilon tra monti scorti, / Pro[m]intorio e Batteo si chiamavano. / E come fecevi porte di rame, / come d'anfichitòn fece le lame / ché né fuoco né acqua no le smagano. || Cfr. Nobili fatti, pag. 102: «Et Alessandro fe' poi chiudere quella bocca tanto alta, come le montagne erano alte, d'uno ismalto sì duro e sì fatto per tal maestria, che non era niuno ferro, né niuna cosa, che quello smalto potesse levare. E si chiamava Siciton, ed è sì forte di sua natura, che mangiava e struggeva tutti li ferri e ogni cosa, e dispegnea il fuoco similmente come fa l'acqua».
[u.r. 05.02.2018]