0.1 angusta, angusti, angusto.
0.2 Lat. angustus (LEI s.v. angustus).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).
0.7 1 Di passaggio stretto, difficile da passare (un setaccio, una via; sempre in contesto fig.). 2 Sost. Chi vive nella sofferenza. || Ma prob. da una doppia traduzione erronea, o da una glossa.
0.8 Roberto Leporatti 25.03.2000.
1 Di passaggio stretto, difficile da passare (un setaccio, una via; sempre in contesto fig.).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 26.22, vol. 3, pag. 427: «Certo a più angusto vaglio / ti conviene schiarar: dicer convienti / chi drizzò l'arco tuo a tal berzaglio».
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 26, 13-24, pag. 574, col. 1.9: Angusto vaglio. Qui vol dire: 'piú sutilmente e piú difusamente è besogno che sia toa resposta'.
[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 26, pag. 565.21: Onde nota - più angusto vaglio; però che per lo largo ne vanno buone e ree semenze mescolate, per lo stretto rimane quella semenza ch'è buona, e la rea di sotto e di sopra si purga.
[4] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 18, pag. 151.28: Onde dice una chiosa sopra quella parola: La via della vita è angusta, che ciò non è per altro, se non però che si comincia con pena, ma in processo di tempo si converte in dolcezza ineffabile in tanto, che in essa l'uomo sente grandissimo diletto.
[5] Astore da Faenza (?), Certo mi par, a. 1397 (tosc.), 8, pag. 318: Certo mi par<e> che 'l buon<o> Cesare Augusto / piú che null'altro fama meritasse, / però che a pace tutto 'l mondo atrasse / piú di ciascuno o novello o vetusto; / sí che 'l dir tuo mi pare a frusto a frusto / sonare il vero; e, se ben si pensasse / quanto 'l contrario suo di mal gittasse, / serebbe <i>l calle a la guerra piú angusto.
[6] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 6.12, pag. 21: Ito è 'l tempo che chol buon Augusto, / radi son quei che [per] vertù guadagna, / astucia et frodo regna con buggia. / A cui donqua direm del calle angusto, / per qual si va chon la virtù in compagna?
2 Sost. Chi vive nella sofferenza. || Ma prob. da una doppia traduzione erronea, o da una glossa.
[1] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ger 4, vol. 7, pag. 31.7: La voce udii come di quella che parturisce, e le angustie come di quella ch'è nel parto; la voce della figliuola di Sion, come la voce delli angusti grandemente, espandente le sue mani; guai a me, però che l'anima mia sì è venuta in difetto per li morti di mala morte. || Cfr. Ir 4.31: «vocem enim quasi parturientis audivi angustias ut puerperae vox filiae Sion intermorientis expandentisque manus suas vae mihi quia defecit anima mea propter interfectos».
[u.r. 05.02.2018]