ANIMALITÀ s.f.

0.1 animalitade; f: animalitadi.

0.2 Da animale 2.

0.3 Elucidario, XIV in. (mil.): 1.

0.4 Att. nel corpus solo in Elucidario, XIV in. (mil.).

0.7 1 Insieme dei caratteri peculiari degli esseri animati, ossia le virtù vegetativa e sensitiva, contrapposte alle qualità intellettuali e spirituali.

0.8 Roberto Leporatti 23.06.2000.

1 Insieme dei caratteri peculiari degli esseri animati, ossia le virtù vegetativa e sensitiva, contrapposte alle qualità intellettuali e spirituali.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 33i, pag. 155.16: L'omo à lo corpo de Adam e l'anima da Deo, ma la concupisentia no à l'omo da Adam ni da Deo, ma, incontanente che l'anima è zonta al corpo, l'anima tra [a] si la concupisentia dal corpo, ké l'anima à doe vertude: l'una è quela che fa vive lo corpo, che fi apelada animalitade on carnalitade on sensualitade; una altra la quale intende le cosse che no se pòno vedere, la qualle fi apelada spirito on mente on intendimento.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 33j, pag. 156.9: Lo spirito dé comandare a l'animalitade per la raxon, l'animalitade dé obedire per dilectione, la carne dé esse serva de l'uno e de l'altro per ov[r]amento.

[3] F Scala del Paradiso volg., XIV m. (tosc.): «per l'asperità degli scogli intendiamo la ignoranza, la quale tiene quello che è male, come fosse bene; per le bestie intendiamo questo nostro corpo grave e selvatico colle sue animalitadi; per li corsari intendiamo li ministri della vanagloria, li qua' rapiscon le nostre fatiche delle opere spirituali... || Ceruti, Scala, p. 356.

[u.r. 18.07.2006]