ANNIDARE v.

0.1 anida, anidasero, anidato, anidi, annida, annidan, annide, annidi, annidia, annidiato, annido.

0.2 Da nido.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.4.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.); Doc. amiat., 1370 (2).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.7 1 Trovare posto, avere sede. 1.1 Scegliere un luogo come proprio ricetto, stabilirsi. 1.2 Trovarsi in un luogo nelle proprie condizioni ideali. 1.3 Insediarsi, prendere possesso di una terra. 1.4 Stabilirsi in un luogo nonostante il parere contrario altrui. 1.5 [Detto del sole:] tornare al proprio ricetto, tramontare. 1.6 [Detto di un fiume:] sfociare. 1.7 Trovare sepoltura. 1.8 Accogliere, ricevere. 2 [Detto di qualità, sentimenti, vizi o virtù:] celarsi e prosperare nell'intimo. 3 Trovare in un luogo protezione, rintanarsi, nascondersi. 3.1 Introdursi o stare nascostamente in un luogo in attesa di nuocere al meglio e al momento opportuno. 3.2 Difendersi, proteggersi.

0.8 Roberto Leporatti 12.06.2000.

1 Trovare posto, avere sede.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 11.57, vol. 1, pag. 182: onde nel cerchio secondo s'annida / ipocresia, lusinghe e chi affattura...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 22.30, pag. 399: «Tutta Etiopia in due parti dividi, / disse il mio sol: l'una è questa in ponente; / l'altra suso in levante par s'annidi.

[3] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 116, pag. 575: Mylle e trecento cum sexanta nove / Anni currendo del carnato verbo / Tributo al mondo cum virgineo parto, / Del mese che più gielo in terra piove, / Marte sdegnato cum furor acerbo, / De quel un giorno duodecimo quarto, / Fu el nobel sangue sparto / Del prince degno ch'in cielo s'anida.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 128.41, pag. 175: Or dentro ad una gabbia / fiere selvagge et mansuete gregge / s'annidan sì che sempre il miglior geme...

1.1 Scegliere un luogo come proprio ricetto, stabilirsi.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro].89, pag. 49: Cansone, va' su la scala magnifica / del lombardo emisperio / e te con lei annodati; / quivi t'anida e quivi ti gratifica / socto cotale imperio...

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 105.80, pag. 140: E 'n bel ramo m'annido, et in tal modo / ch'i' ne ringratio et lodo il gran disdetto / che l'indurato affecto alfine à vinto...

1.2 Trovarsi in un luogo nelle proprie condizioni ideali.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 5.124, vol. 3, pag. 80: «Io veggio ben sì come tu t'annidi / nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, / perch'e' corusca sì come tu ridi...

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 8.2327, pag. 269: Notticora, querendo il cibo, grida; / Di notte canta e volando fa preda; / Ove son corpi morti, là s'annida.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 5, 124-132, pag. 128, col. 1.1: Anidi , çoè stadi nel nido della luce.

1.3 Insediarsi, prendere possesso di una terra.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 66, terz. 2, vol. 3, pag. 232: E' Bolognesi per lor male stato / anche si diero alla Chiesa per certo, / e 'l Cardinal vi si fue annidiato.

1.4 Stabilirsi in un luogo nonostante il parere contrario altrui.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.47, pag. 77: 'O casa tribulata, che Deo l'ha abandonata, / ca 'l vecchio desensato en te si è anidato, / lo stròvele, opprobrioso, brutto, puteglioso...

1.5 [Detto del sole:] tornare al proprio ricetto, tramontare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 7.85, vol. 2, pag. 115: «Prima che 'l poco sole omai s'annidi», / cominciò 'l Mantoan che ci avea vòlti, / «tra color non vogliate ch'io vi guidi.

1.6 [Detto di un fiume:] sfociare.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 5.30, pag. 268: «Solin, diss'io, questo fiume onde scende?» / Ed ello a me rispuose: «Del monte Ida / surge una fonte, onde il principio prende. / A volte, come l'uom la ridda guida, / passando se ne vien per Macedona, / in fino che nel mar Egeo s'annida.

1.7 Trovare sepoltura.

[1] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.111, pag. 42: Po' mi parve sentir le grande strida / della ruina del cieco Sansone, / che sotto pietra con molti s'annida...

1.8 Accogliere, ricevere.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 23.6, pag. 248: Sempre passando d'un paese in altro / e ascoltando la mia cara guida, / ch'era più ch'io non dico esperto e scaltro, / fra me dicea: «Qui gli orecchi di Mida / non fan mestier, ma di Tullio la mente / a tante cose, quante insieme annida».

2 [Detto di qualità, sentimenti, vizi o virtù:] celarsi e prosperare nell'intimo.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 7.58, pag. 24: Guardatevo a le 'ntrate, che non intre esto foco! / Si se ce annida loco, nol porrai scarporire. / Or vedete lo frutto del mal delettamento: / l'alma e lo corpo ha posto en cotanto tormento.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 37-48, pag. 211, col. 1.11: e dixe che quilli che no hanno coperchio, zoè de capilli, chiriga, si fonno papi e cardinali; sozungendo che in quilli che àno tal condiccione sí se annida molto avaricia.

[3] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 34.6, pag. 47: Dunque, reina, omai non dimoriano, / faccian sonare a stormo l'alta grida, / e a ciascuna donna comandiano / che s'apparecchi per donare strida / a quelle vecchie, contro a quali andiano, / per la virtú d'amor che 'n noi s'annida...

[4] Poes. an. fior., XIV m. (3), 15, pag. 287: Alza il cuor de' sommersi e 'l sangue accendi, / e' traditori istendi / nel lor giudicio; sì che 'n te laudando / sì possa quella grazia che si grida, / nella quale ogni ben surge e s'annida.

[5] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.421, pag. 62: Vidi passare el fiume centaur Nesso, / e lei vidi montargli in sulla groppa, / e lui far la vendetta di se stesso. / E vidila ivi poi per ira troppa / accesa ridolersi con istrida / perchè Ercole con Iole facea soppa. / E poi per lo dolor che 'n lei s'annida / mandargli la camicia, e que' vestirla / avvelenata, come cosa fida.

[6] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 93.6, pag. 171: Ma, lasso!, invan; ch'i begli occhi soavi / Di donna, in cui s'annida ogni valore, / Scorgon sproni e desio cocente al core / Che m'arda dentro e fuor leghi ed aggravi.

[7] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1379] 79.179: Dici che guardi el mare- per lui vetare, / et atendi a rubare- ogni barcuzo, / con magior puzo- che non getta el solfo, / con tue galee de colfo / che te fanno gagliarda, / facendo guarda- a Berta e a Lunarda, / che se deslarda, / e la mostarda- in te sola dirupa, / bramosa lupa- ov'ogni mal s'anida...

3 Trovare in un luogo protezione, rintanarsi, nascondersi.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 22.5, pag. 24: A qualunque animale alberga in terra, / se non se alquanti ch'ànno in odio il sole, / tempo da travagliare è quanto è 'l giorno; / ma poi che 'l ciel accende le sue stelle, / qual torna a casa et qual s'anida in selva / per aver posa almeno infin a l'alba.

3.1 Introdursi o stare nascostamente in un luogo in attesa di nuocere al meglio e al momento opportuno.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 29.118, vol. 3, pag. 488: Ma tale uccel nel becchetto s'annida, / che se 'l vulgo il vedesse, vederebbe / la perdonanza di ch'el si confida...

[2] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 15.10, pag. 677: Aspro destin, da le pianete messo / nei fredde segne, par ch'en lei s'annide, / sì dai sinistre è visitata spesso.

[3] Doc. amiat., 1370 (2), 17, pag. 105.25: Quello ch'io feci di Chalegiano el feci solam(en)te p(er)ché gente strania no(n) s'anidasero là entro (et) guastasero el paese (et) no(n) artatam(en)te.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 17, terz. 98, vol. 1, pag. 202: Veggendo rotti i nimici fuggire / Messer Alardo, la sua gente sgrida, / che alcun di schiera non deggia partire. / Lasciatevi guidare a chi vi guida, / non gli seguite, che voi non sapete, / se altra gente d'intorno s'annida: / se piena la vittoria aver volete, / non vi partite.

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 1, terz. 77, vol. 1, pag. 9: Pisa fu poi, e 'l nome le è cresciuto; / la viziata Volpe vi s'annidia, / e 'l gran serpente sempre le è in aiuto.

[6] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Landini ball. 68.6, pag. 184: O giovineza, in cui piacer si stende, / nessun grave pensier in te s'annidia: / tutt'hai il diletto e vecchieza la 'nvidia; / ma poco dura il tuo giocondo stato.

3.2 Difendersi, proteggersi.

[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 46.6, pag. 50: Piacque a Costanza l'altra schiera dare / ad Alessandra valorosa guida, / la qual sovr'un destrier di grande affare / era montata per donare strida / al vecchio campo, e con lor provare / vole sé contro a chi d'amor s'annida; / e per insegna lucide catene / porta nel serafin che ben la tene.

[u.r. 20.07.2006]