ANNODARE v.

0.1 annoda, annodandosi, annodano, annodaoli, annodare, annodarmi, annodaro, annodasi, annodasse, annodate, annodatevi, annodati, annodato, annòdavi, annoderoe, annodi, annodiamo, annodiate, annodo, annodó, anoda, anodandosi, anodare, anodata, anodate, anodati, anodo, anodò

0.2 Da nodo.

0.3 Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Stat. cort., a. 1345; Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.5 Locuz. e fras. annodare i nodi 1.7.

0.7 1 Legare con uno o più nodi, intrecciare; anche pron. 1.1 Stringere con forza, avvinghiare. 1.2 Avvolgere violentemente il corpo su se stesso, contorcere; anche pron. 1.3 Fig. Occludersi (della gola) per una forte emozione. 1.4 [Detto delle dita:] incrociare. 1.5 Intrecciare, tessere (anche in modo rudimentale). 1.6 Fig. Imprimere nella mente, ricordare analiticamente. 1.7 Fras. Annodare i nodi: perder tempo in ragionamenti capziosi e inutili. 2 Fig. Aggiungere, accostare, unire. 2.1 Sommare. 2.2 Pron. Essere o porre a contatto, congiungere, confinare. 2.3 Essere attinente, mettere in relazione, annettere. 2.4 Sostenere, rafforzare. 3 Fig. Legarsi in conseguenza di un impegno morale o sentimentale, vincolare. 3.1 Legarsi in matrimonio. 3.2 Pron. Offrire la propria dedizione, affidarsi. 3.3 Stringere un'alleanza.

0.8 Roberto Leporatti 15.06.2000.

1 Legare con uno o più nodi, intrecciare; anche pron.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 357.7: Perché alcuno amadore, anodandosi il collo col laccio, rimase impiccato, essendo tristo incarico de l'altra trave?

[2] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 24, pag. 124.7: colle quali serpi le mani dietro abbian legate, passando il capo e la coda per le reni, e dinanzi dal petto sè stesse annodate, a dimostrare che le dette tentazioni e pensieri affettuosamente per lo cuor loro trapassino, per la cui contraria operazione figurativamente le mani sono legate nel contrario di loro.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 14.24: Ed essa Venus, come cacciatrice, aveva appeso alle spalle secondo l'usanza uno arrendevole arco, e li capelli suoi lasciava spargere al vento, ed aveva li longhi panni raccolti infino alle ginocchia ed annodati.

[4] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse. l. 1, pag. 65.37: Ed el tiene la mano mancha là dove si annoda la corda, a modo come per guardia che non gli si disciolga.

[5] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 139.24: Ma quelli che porta malamente li regni de la non degna donzella, acciò ch'ei non perisca, senta l'aiuto de l'arte nostra. Perché alcuno amadore s'annodó lo collo al laccio?

[6] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 437.22: Perché alcuno amatore, che hae il collo annodato nel laccio, tristo carco fu pendente all'alta trave?

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 264.24: Venne uno con una fune e annodaoli tutti doi li piedi.

1.1 Stringere con forza, avvinghiare.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 12.2669, pag. 288: Il piè dell'elefante il drago annoda / Con la sua coda, e combattendo stride.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 173.4: Erinis assediò l'entrata; e distendente le braccia, annodate di nodi di serpenti, iscosse la chioma.

1.1.1 Fig. Restare coinvolto, impigliato in qsa di moralmente negativo; anche pron.

[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 19.30, pag. 50: E l'aver poco senno similmente / Si può chiamar mattezza in quattro modi, / De' qua' ciascun per sè fa l'uom dolente. / Guarda, lettor, che 'n questo non t'imbrodi: / Chè ti faranno matto nominare, / Se con alcun di loro il pe' t'annodi.

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 23 [Ciano del Borgo a San Sepolcro].38, pag. 50: Arte et ingegno tempri col suo sufilo, / per modo che 'l suo prense si magnifichi, / e l'alma pona perché si mortifichi / ogni contrar che 'ntorno lui annodasi; / ciglio che s'alsi contra 'l donno atufilo, / e chi l'onora, quanto pote amplifichi; / torre e palagio, per suo stato, edifichi / e, prense trïunfando, servo godasi...

1.2 Avvolgere violentemente il corpo su se stesso, contorcere; anche pron.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 150.24: Quale ispesse volte il serpente calcato ed abbattuto ne la via, il quale avolto e tortuoso la ruota ferrata passoe, overo il grave viandante lassoe lui mezzo morto nel sasso co la percossa e lacerato; egli fuggendo dae in vano longhe revoluzioni col corpo, parte feroce, ardente nelli occhi, e alto levando il collo suffilando; parte impedito per la ferita ditiene lui annodandosi nelle membra sua.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 242.6, pag. 282: Com'io sali' s<u> un mulo maladetto, / subito s'erse ed anodò la schiena, / in forma che su' sassi e non su rena / mi fece in terra angoscioso letto.

1.3 Fig. Occludersi (della gola) per una forte emozione.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 20.6, pag. 58: Pianto quasi non è senza singhiozzo, / né quello che non rompa la parola: / e ciò mi scusi, quando parlo mozzo, / però che la mia doglia non è sola; / anzi, parlando teco sì s'addoppia, / ch'a lo sfogar s'annoda ne la gola.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Canz. 1.53, pag. 5: Radïando come stelato celo, / çusta sua força- scorça- çascun pondo / secondo- ch'al dilecto è deçente. / Solicito se rende tutor troppo, / ed à oppo- che la pura amicicia / per malicia- de lüy non si stempre. / Unito et endiviso gola sempre, / sol de disyri se anoda groppo, / che fa entoppo- a chïunca vicia / la leticia- ch'el atende per merto / et en parte ne posede experto.

1.3.1 Fig. Bloccare l'emissione (della voce).

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 11.62, pag. 215: Lupi ci sono ancora e fan dimoro, / che, per natura, coprono col piede / la pietra nata de l'orina loro, / e altri che, se alcun uomo li vede, / subitamente la voce gli annoda, / sì che di fuor, benché voglia, non riede.

1.4 [Detto delle dita:] incrociare.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 200.13: e mentre ch'ella entrava e usciva spesse volte per le porti, vide la dia sedere nello altare, e che tenea le braccia colle dita annodate nelle ginocchia; e disse: qualunque tu se', rallegrati alla donna...

1.5 Intrecciare, tessere (anche in modo rudimentale).

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 37, pag. 334.8: Quegli popoli li quali abitano l'isole ritrovate, gente si può dire fuori del circuito della terra, e nella quale né loquela, né arte, né costume alcuno è conforme a quegli di coloro li quali civilmente vivono, di palme, delle quali abondanti sono, non so se io dica tessute o anodate più tosto, fanno ostaculi co' quali quelle parti nascondono...

1.5.1 Fig. Tessere, elaborare un discorso secondo un ordine logico.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 160.18: E se dolcezza di musico verso ti diletta, conviensi un pochetto questa volontade raffrenare con indugio, infino ch'io tesso insieme le ragioni tra loro con ordine annodate».

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 10.49, pag. 116: Costui la Gozia e la Magna percosse / e disertolle per sì fatto modo, / che lungo tempo loro il danno cosse. / Tu vedi ben così com'io annodo / l'un dopo l'altro in brieve, onde figura / lo reo più reo e 'l buon di maggior lodo.

1.5.2 Fig. Predisporre, preordinare.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 161.7: ma il Fato è disposizione che s'accosta alle cose mobili, per la quale la Providenza ciascune cose annoda con gli ordini suoi.

1.6 Fig. Imprimere nella mente, ricordare analiticamente.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 3.70, pag. 191: Lettor, com'io lo scrivo e tu l'annoda: / la Marca di Trevigi il nome lassa / là dove Alpone bagna le sue proda.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 18.55, pag. 389: Ancor voglio che ne l'animo noti / i circopetrici e questi hanno coda / e stanno in minor boschi e men rimoti. / La lor natura in questo modo annoda: / che per discrezione e per ingegni / sono di maggior fama e di più loda.

1.7 Fras. Annodare i nodi: perder tempo in ragionamenti capziosi e inutili.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 45, pag. 95.2: Elli perdero molto tempo in trovare gavillazioni di parole, e disputazioni ingannatrici, nelle quali l'uomo usa, ed esercita l'ingegno suo sanz'alcun utile. Noi annodiamo i nodi, legando dubbiosa significazione per le nostre parole, e poi gli sciogliamo.

2 Fig. Aggiungere, accostare, unire.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 83, pag. 48.22: L'autore fa similitudine della sicurtade di queste sopradecte femine a l'usanze de' sopradecti uomini, e dice: recati a memoria il fiamingo ardire, agiungi la spagnuola fede e legavi l'animosa potenza di Tracia e annòdavi la sapienza de' Lizii, sagacemente con ragione adomandata inn- ischifare pianti...

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 162.21: Imperciò che, sì come de' ritondi cerchi, i quali intorno ad uno medesimo centro si girano, quel che al polo è più propinquo, aggiugne alla simplicità del centro, ed è sì come un cardinale di tutti gli altri di fuor locati, intorno al qual si rivolgono; ma l'ultimo di fuori di maggior larghezza rotato, quanto più dalla mezzana individuità del punto si disparte, tanto con ispazi più ampi si spiega: ma se alcuna cosa a quel mezzo si annodi e accompagni, in simplicitade è costretta, e cessa di discorrere e d'essere diffusa.

2.1 Sommare.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 17.70, pag. 138: Similemente ancor fece Tiberio: / e così il traditor con forza e frodo / tre anni apresso governò lo 'mperio / e Tiberio, poi, sette; ond'io n'annodo / diece, in prima che avvenisse il caso, / che fu sì giusto, che Dio ancor ne lodo.

2.2 Pron. Essere o porre a contatto, congiungere, confinare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 24.99, vol. 1, pag. 410: Ed ecco a un ch'era da nostra proda, / s'avventò un serpente che 'l trafisse / là dove 'l collo a le spalle s'annoda.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 9.54, pag. 28: Poi, dove il sole al vespro par che caggia, / è Tingitana e questa con la coda / perde la terra e l'Oceano assaggia. / Gaditan vede da la nostra proda / e, di verso austro, volger si diletta / a Gaulea e con quella s'annoda.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 6.105, pag. 355: Vidi Bugea, che v'è di grande loda: / questa nel mare Maiolica guata; / e fui in Bona, che quivi s'annoda.

2.3 Essere attinente, mettere in relazione, annettere.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 30.76, pag. 102: Eo giuro per colui / ch'Amor si chiama ed è pien di salute, / che sanza ovrar vertute / nessun pote acquistar verace loda: / dunque, se questa mia matera è bona, / come ciascun ragiona, / sarà vertù o con vertù s'annoda.

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 93.13: Ma perciò che questo non propria forza, ma la fallace oppinione degli uomini lor l'annoda, vane diventano incontanente che a coloro vegnono, che quelle esser dignità non istimano.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 5, pag. 301.24: Quello che ora seguita annoderoe a li strani, però che elli è fatto, anzi che conceduto fosse a' Toscani di fare cittade.

2.4 Sostenere, rafforzare.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 118.6: «Consento, dissi, tutte le dette cose, e tutte sono di fermissime ragioni annodate».

3 Fig. Legarsi in conseguenza di un impegno morale o sentimentale, vincolare.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 20 [Fazio?].58, pag. 45: Usurpansi fra sé, per lor dominio, / le dignitate, di che non si lodano. / Io son lieto che l'odano, / ma debbian lo mio dir per ben ricevere; / e ll'un non presta all'altro patrocinio, / e per amore intrambi non s'annodano.

[2] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Paolo ball. 9.6, pag. 278: La vaga luce, che fa invidia al sole, / quando si mostra avant'a gli ochi miei, / i' tremo di dolceza e dico oimei. / Omè omè omè, vedi ch'i' moro / per quelle treze d'oro, / che m'annodaro 'l cor ch'i' port'anciso, / né 'n ciò liss'ha né el chiede altro tesoro / che quell'alma ch'adoro, / che scesa in terra par del paradiso.

[3] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 17, parr. 11-12, pag. 290.27: Lo dosso etc.. Or questa pentura designa la piacevolenza del fraudolente; e li nodi sono li legamenti che fa per prender e anodare l'omo per tal modo che non li scampe.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI. conclusione.26, pag. 441: Deh! dolgati, signor, del mio languire, / fa tu quel ch'io non posso: / dalmi legato dentro a' tuoi vincigli. / Se questo far non vuogli, almeno sciogli / i legami annodati da speranza.

[5] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 207.76, pag. 267: O di che vaga luce / al cor mi nacque la tenace speme, / onde l'annoda et preme / quella che con tua forza al fin mi mena!

[6] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 117, pag. 236.27: Legame annodato col nodo della superbia e con la propria reputazione, col nodo del timore servile; che, per timore di non perdere le signorie temporali, perdono la grazia e caggiono nella maggiore confusione che venire possino, essendo privati della dignitá del Sangue.

[7] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Paolo ball. 9.6, pag. 278: Omè omè omè, vedi ch'i' moro / per quelle treze d'oro, / che m'annodaro 'l cor ch'i' port' anciso...

3.1 Legarsi in matrimonio.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X.10, pag. 704.4: Ma poi che pure in queste catene vi piace d'annodarmi, e io voglio esser contento; e acciò che io non abbia da dolermi d'altrui che di me, se mal venisse fatto, io stesso ne voglio essere il trovatore, affermandovi che, cui che io mi tolga, se da voi non fia come donna onorata, voi proverete con gran vostro danno quanto grave mi sia l'aver contra mia voglia presa mogliere a' vostri prieghi.»

3.1.1 Portare a compimento, consumare.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. V, cap. 21, vol. 1, pag. 201.16: Ma tosto la trestizia succedette a quella allegrezza, quando il contratto matrimonio non annodato si manifestò per lo mancamento dello ingenerare, il quale spezialmente è detto d'essere la volontà del matrimonio, però che Gulfo la moglie carnalmente non potea conoscere né altra femmina per friggidità naturale...

3.2 Pron. Offrire la propria dedizione, affidarsi.

[1] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1393, pag. 91: En le braze tuo, Verzene Maria, / chon tuto el chuor e la mente me anodo; / audi et exaudi, o dolze Mare pia!

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro].88, pag. 49: Cansone, va' su la scala magnifica / del lombardo emisperio / e te con lei annodati; / quivi t'anida e quivi ti gratifica / socto cotale imperio, / e quando puoi aprovati / e di parlar con quei signori amodati...

3.3 Stringere un'alleanza.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 81, terz. 87, vol. 4, pag. 75: Onde i Conti rinnalzaron molto, / e 'l Re Giovanni ne dibassò forte, / ed ebbe in altra parte il pensier volto / subitamente, ed andossene in Corte, / e menò più Baron di Val di Rodano, / perchè del Re Uberto temíe forte. / E que' del Re Uberto allor s'annodano / insieme, a riparar con lor potenza / contr'a que' di Buemma, s'egli approdano.

[u.r. 04.09.2019]