ANNOIARE v.

0.1 annoi, annoia, annoiandoti, annoiano, annoiata, annoio, annoja, annojano, annojare, annojarti, annojati, annojato, annojerà , annojeranno, annojeremo, annojò, anoglia, anoi, anoia, anoiarei, anoiato, anoiava, anoj.

0.2 Lat. tardo inodiare (DELI 2 s.v. annoiare).

0.3 Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.); Fiore, XIII u.q. (fior.); Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.).

0.7 1 Recare disturbo, infastidire. 1.1 Molestare, tormentare (anche fisicamente per malattie). 1.2 Provare o suscitare tedio con una cosa lunga e monotona o anche per abitudine e sazietà, stancare. 1.3 Pron. Essere sgradito, dispiacere. 2 Affliggere, addolorare, turbare; anche pron.

0.8 Roberto Leporatti 24.06.2000.

1 Recare disturbo, infastidire.

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), son. 15.10, pag. 45: Ch'adimandare affanna e falla il servo / e lo signore anoia e par forzato, / sì che non guaire à de mertar onore.

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 185.11, pag. 372: E poi sì 'l butti fuori e torni suso, / E trag[g]a l'altro fuor della burella, / Che molto gli è anoiato star rinchiuso...

[3] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 506.2: Molto anoiava a tutte genti, perch'elli putiva già alquanto.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 63, pag. 139.13: Neuna cosa è, che tanto annoi all'uomo, e sì tosto sia odiata, come il duolo...

1.1 Molestare, tormentare (anche fisicamente per malattie).

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 68, pag. 159.21: Alcune bestie sono, che disfanno le loro orme intorno alle loro caverne, per non essere trovate dagli uomini. Così convien fare a te, e se nol farai, molti ti seguiranno per annojarti.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 78, pag. 201.9: Molto mi grava, che tu se' annojato spesso di gotte, e di febbri, che seguono le gotte, quand'elle sono lunghe, e accostumate.

[3] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 15.7, pag. 97: Tanto è 'l peccato maçor ed orribile / Quanto vien fatto da maçor puntegli; / Colui ch'anoglia parenti e frategli, / Tra' citadini vien più fatto odibile.

1.1.1 Rendere difficoltoso, disturbare, ostacolare.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 14, proemio, pag. 326.18: nasce un'altra dubitazione nel suo animo, la quale per Beatrice qui si muove, cioè: se dopo la resurressione de' corpi con queste anime rimarràe la luce, della quale sono fasciate; e s'ella vi rimane, come fia che non ci anoj la vista de' corpi tanto lume?

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 20.15, pag. 310: Solin si volse, andando, e fermò il piè, / dicendo: "Vienne più al par con meco, / ché l'udir men t'annoi e 'l dire a me".

1.1.2 Danneggiare.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 19. cap. 3, par. 4.6, pag. 418: Frutto in fior lo vento annoia; / Sì fa fretta chi vuol gioia / Che non sia d'aspetar stanco: / Donde vien per tutto manco.

1.2 Provare o suscitare tedio con una cosa lunga e monotona o anche per abitudine e sazietà, stancare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 104.4, pag. 210: Falso-Sembiante si volle sofrire / Sanza dir de' suo' fatti più in avante, / Ma 'l Die d'Amor non fece pa sembiante / Ched e' fosse anoiato dell'udire, / Anzi gli disse per lui ringioire: / "E' convien al postutto, Falsembiante, / C[h]'ogne tua tradigion tu sì cci cante...

[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 12, pag. 120.17: Questo prologo voglio qui finire e venire a la mia matera, che a molte genti anoia più longo sermone che non fa tempo piovoso.

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 338, pag. 358.2: Ma s'io vi volesse divisare tutto suo duolo, troppo v'anoiarei, ciò credo; e però tornerò ogiumai a continuare la storia, che molto sarà dilectevole a udire.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 59, pag. 133.33: Ma quando e' sono affaticati, e annojati in vizj, e in lussuria, quando la notte loro è venuta meno nel mezzo de' vizj, quando i diletti, ch'egli hanno ragunati, e abbracciati, più che 'l corpo non puote sostenere, cominciano a saziargli, e a 'nfracidargli, allora gli sventurati gridano dogliendosi, e confessando essersi falsamente dilettati. || Cfr. Sen. Ep. VI, 59, 17: "cum fatigaverunt se vino ac libidinibus...".

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 77, pag. 200.12: Tu non hai oggi alcuno novello, anzi gli hai tutti in odio, tanto ne se' sazio, e annojato.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 5.88, pag. 17: D'alpi, di mari e di fiumi s'inreta / la terra, per che l'uomo alcuna volta / ci è preso, come vermo che s'inseta. / Onde, se non t'annoia, ora m'ascolta, / sì che, se truovi manco ad alcun passo, / veggi da te perché la via t'è tolta".

[7] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 10, vol. 6, pag. 200.20: Ogni signoria è breve per vita. La lunga infermità sì annoia il medico.

1.3 Pron. Essere sgradito, dispiacere.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 69.4: Per quella opera l'uomo acquista grande perfezione di santa vita; onde il savio dice nella Scrittura: Non ti annoi niente a visitare i malati, che perciò sarai tu confermato nell'amore di Dio.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), Indice rubr., vol. 18, pag. 36.29: Rubrica XV. Che l'uomo non dee ingrassare il corpo, anzi lo dee affaticare; e come l'uomo de' il suo parlare, e la sua boce attemperare, e ammisurare, e che la vita del folle ispiace, e annoja a lui medesimo, e non si tiene contento di se medesimo.

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gorra), a. 1322 (sen.), cap. 278, pag. 409.15: Sì vi prego, dolce cara dama, che non v'anoi, nè non vi sembri villanìa ciò ch'io vi dico, perciò che forza d'amore me lo fa fare e dire.

[4] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 4.7, pag. 637: Come lusingator tu m'hai condutto, / ed or mi fai come villano e croio, / e non so la cagion per ch'io t'annoio / vogliendoti piacer sempre del tutto.

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 4.86, pag. 14: "Lo tuo parlar, rispuosi, non mi piace, / però ch'egli è consiglio da cattivo, / che mangia e bee e 'n su la piuma giace: / ché l'uom non de' pur dire i' pappo e vivo / come nel prato fan le pecorelle, / ma cercar farsi, dopo morte, divo. / Omai va via, ché de le tue novelle / ammaestrato fui e poi m'annoia / c'hai le fazion che non somiglian belle".

[6] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 213.47, pag. 270: Mal si servano i patti:- or lo conosco. / Chiaro viso e cor fosco- assai mi annoia.

[7] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 127.1: Io vegio ben che 'l mio qui star t'anoglia, / alma di marmo per mie pene nata, / perch'io ti sento ver' di me cangiata / di pel, di segno e d'amorosa voglia...

2 Affliggere, addolorare, turbare; anche pron.

[1] ? Caccia da Siena, XIII sm. (tosc.), 39, pag. 358: Donandome conforto per inganno, / gir tanto mi convene / che di verace bene / madonna mi consenta dilet[t]anza; / e se 'nfratanto mi grava d'affanno, / ag[g]io tut[t]avia fede / ca per sua gran merzede / alcuna fiata si muova a pietanza. / Quanto più mi disdegna, / più sarà dolze la tenuta poi / [.............-oi] / se m'amerà, divegna / cosa che disdegnando no 'nd'anoi.

[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 86.20: Appresso il Savio se n'andò, e lo 'nperadore tornò alla 'nperadricie, e ella fu di questa novella molto annoiata e inpaurita, e non sapea che dire; però che ben sapea ch'ella sarebbe vituperata se 'l giovane favellasse.

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 43.4: le terze lagrime vengono da' peccati che i malfattori e malvagi fanno: le quarte lagrime nascono da' mali che l'uomo vede sofferire a' buoni: le quinte per questa vita che annoia, e per l'altra che dilaia e tarda...

[4] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Mortis a, 37, pag. 302: Ed ora il morir mio, che sì t'annoia, / Ti farebbe allegrar, se tu sentissi / La millesima parte di mia gioia.

[u.r. 05.02.2018]