ANTIGUARDIA s.f.

0.1 antiguardia, antiguardie.

0.2 Da guardia.

0.3 Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.): 1 [2].

0.4 Att. nel corpus solo in Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.).

0.5 Locuz. e fras. fare antiguardia 1.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Milit.] Reparto che ha il compito di precedere il resto dell'esercito e esplorare il territorio; avanguardia. 2 [Milit.] Ciascuna unità dell'esercito posta in prima linea, con compiti di vigilanza e controllo.

0.8 Niccolò Scaffai; Diego Dotto 23.07.2014.

1 [Milit.] Reparto che ha il compito di precedere il resto dell'esercito e esplorare il territorio; avanguardia.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 9, cap. 5, vol. 2, pag. 296.18: e che non avevano avuti conducitori, nè spie, nè antiguardie; e che a modo di bestie abbagliate [gli aveano] gittati in quella fossa. || Cfr. Liv., IX, 5, 7: «non exploratorem fuisse».

- Fras. Fare antiguardia: esplorare preventivamente un territorio (per assicurarsi che non vi siano insidie).

[2] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 253.23: e quanto più si dilungavano dalla città de' nemici, tanto più s'assicuravano, e più andavano abbandonatamente e negligentemente senza fare antiguardia... || Cfr. Liv., III, 8, 8: «solutiore cura».

2 [Milit.] Ciascuna unità dell'esercito posta in prima linea, con compiti di vigilanza e controllo.

[1] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 7, pag. 85v.2: con ciò fosse cosa ch'egli [[scil. Scipione Emiliano]] assediasse una fortissima città, confortandolo alcuni ch'elli spandesse d'intorno a le mura morice di ferro e tutti li valichi lastricasse di tavole piombate che avessono le parti di sopra piene di punte d'aguti, acciò che li nimici per subito uscimento fuori non potessono assalire le nostre antiguardie, rispuose loro che non era d'una medesima cosa volere pigliare li nimici e avere paura di loro. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., III, 7, 2: «in praesidia nostra impetum facere».

[u.r. 22.02.2016]