0.1 anticata, anticati, anticato, antiquando, antiquasse, antiquata.
0.2 Lat. antiquare (LEI s.v. antiquus, 2, 1641.26). || LEI non contempla il signif. 2.
0.3 Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.): 1.
0.4 In testi tosc.: Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.).
0.6 N Quanto a 2, il lat. antiquare ha il signif. di 'lasciare qsa allo stato originario' e estens. 'respingere', 'rifiutare'; nel passo di Livio corrispondente («non rogatio solum de imperio eius abrogando antiquaretur»), il verbo varrà quindi 'respingere' la rogazione (cioè lasciare le cose come stanno, senza accogliere la rogazione).
Doc. esaustiva.
0.8 Niccolò Scaffai 09.02.2005.
[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 5, (frammento), 4826, pag. 410: Simile è il cielo d'una nuova sezza / Che mostra, nuova, più perfezïone, / Ed antiquando, sua virtù si sprezza.
2 Respingere, bocciare una proposta di legge.
[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 21, pag. 231.36: Questa orazione del tribuno sì reprimette Marcello con la commemorazione delle cose da lui adoperate, che non solamente la rogazione del privarlo dello imperio s'antiquasse, ma nel dì seguente con grandissimo consentimento di tutte le centurie fu consolo creato.
[u.r. 05.02.2018]