APOSTATARE v.

0.1 apostata, apostatare, apostatassero, apostatato, apostetare.

0.2 Da apostata.

0.3 Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.); Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.).

In testi mediani e merid.: Stat. cass., XIV.

0.7 1 Assol. Abbandonare, rinnegare la fede (cristiana). 2 Allontanarsi (da Dio, dalla fede cristiana).

0.8 Raffaella Pelosini 10.12.1998.

1 Assol. Abbandonare, rinnegare la fede (cristiana).

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23. proemio, pag. 428.15: Eclesiastico, XVIIIJ: «Lo vino e·lle femine fanno apostatare li savj; li beni della natura stermina di qui alla insensibilitade».

[2] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 12, pag. 428.17: Non guardare anco allo esempio di quelle, le quali avendo cura alla propria carne più che della salute dell'anima, sollecitamente procurano le loro possessioni, e rendite; che ben sai, che li undici Apostoli non lasciarono però di seguire Cristo, perchè vedessero, che Giuda lo tradisse; e non mirarono al suo esempio: nè perchè Figello, e Alessandro, e molti altri apostatassero, e rompessero, lasciarono però la Fede li altri santi Padri, nè la via di Dio.

[3] Gl Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 205.2: Apostatare è propiamente partirsi dalla Religione, e non volere essere suggetto e obbediente alla regola ch'altri ha promesso: così fa la superbia, che non vuole osservare gli ordinamenti della cristiana religione, nè essere suggetta alla volontà di Dio, la quale è la regola secondo la quale si dee vivere...

2 Allontanarsi (da Dio, dalla fede cristiana).

[1] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 205.1: Non è maggiore peccato ch'apostatare da Dio; chè ciò fa fare il vizio della superbia.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 347.2:il quale tanto è più grave nel cristiano, quanto egli apostata dalla fede data nel battesimo, ed è trasgressore del voto per lo quale s'obligò, e altri per lui, a rinunziare al diavolo e a tutte le sue vane e false pompe...

[3] Stat. cass., XIV, pag. 90.34: S(et) i(n)p(er)czò che a li nostri tempi <quiste cose, czoè che no(n) biben vino li monache> a li monachi no(n) se pò p(er)suaderi <che> quiste cose, che no bibene vino, s(et) solamente quisto co(n)senciamu, che no(n) bibamo usque ad sacietatem, czò che noy no(n) i(m)breacamy, s(et) te(m)peratam(en)te bibamo, imp(er)czò che "lu vino fa eciam apostetare li sapiy".

[u.r. 11.09.2006]