0.1 apaga, apagada, apagado, apagan, apagano, apagao, apagar, apagare, apagarei, apagari, apagarono, apagasse, apagassiru, apagata, apagati, apagato, apagava, apage, apagerai, apagha, apaghato, apaghe, apagherebbono, apagheria, apaghi, apagho, apagi, apago, apagro, appaga, appagano, appagar, appagare, appagarj, appagarlo, appagaro, appagarsi, appagasi, appagassi, appagata, appagate, appagati, appagato, appagau, appagha, appaghare, appaghato, appaghe, appaghera'ne, appagherebbe, appagheremo, appaghi, appaghiamo, appaghino, appago, appagò, 'pachi.
0.2 Da pagare.
0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 4.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Lett. sen., 1283; Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. appagare l'animo 2.1.
0.7 1 Sedare, placare (l'animo, l'ira, gli dei, ecc.); rappacificare (qno). Anche pron. 2 Rendere pienamente pago, contento; soddisfare nei desideri e nelle aspirazioni, accontentare (anche pron.). Avere piena soddisfazione, piacere (di qsa); realizzarsi nei propri desideri e nelle proprie aspirazioni; essere contento, rallegrarsi; accontentarsi (anche assol.). 2.1 Fras. Appagare l'animo: realizzare il desiderio. 3 Acquistare. 4 Perdonare. 5 Espiare. 6 Compensare, far pari.
0.8 Raffaella Pelosini 02.06.1999.
1 Sedare, placare (l'animo, l'ira, gli dei, ecc.); rappacificare (qno). Anche pron.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 197.12: che in luogo della persona contra cui pare corucciato l'animo dell'uditore noi dovemo recare un'altra persona amata e piacevole all'uditore, sì che per cagione e per coverta della persona amata e buona noi appaghiamo l'animo dell'uditore e ritraiallo del coruccio ch'avea contra la persona che lui semblava rea...
[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 60, pag. 185.9: kistu sacrificiu è sì virtuusu, ki, offertu in lu altaru de la cruche, sì mitigau et appagau la ira de Deu, e reconciliau et absolsi tuctu lu mundu».
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 12.18: Et amunistati per li libri di Sibilla que illi apagassiru per sacrificij issa la dea Cereris, issi mandaru XV valenti homini ad Enna...
[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 54.8: Dicisi que la dea consecutau quistu nomu, però que issa apagava li mariti a li lur mulyeri...
[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 47, pag. 198.23: Egli si ricordò di quello ch'egli avea avuto in pensiere al cominciamento del consolato: ciò fu d'appagare gli animi del popolo minuto, e dipartì li feriti intra li Padri.
[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 30, pag. 193.20: Non si puote la loro ira di questo appagare?
2 Rendere pienamente pago, contento; soddisfare nei desideri e nelle aspirazioni, accontentare (anche pron.). Avere piena soddisfazione, piacere (di qsa); realizzarsi nei propri desideri e nelle proprie aspirazioni; essere contento, rallegrarsi; accontentarsi (anche assol.).
[1] Lett. sen., 1283, pag. 61.5: e in someliante modo faciate le vostre ragioni per kal. giugno, salvo che sia ne la volontà di Ghezo l' avègli, s' apagha piue, o di farle per lo gienaio, o di farlo per lo giugno.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 98.16: La quinta differenza si è, che a colui ched è corrucciato non basta, ne non s'appaga che 'l suo avversario sofferi od abbia pena e dolore, ma vuole che 'l suo avversario sappia apertamente che elli abbia ciò per lui, perciò che non gli parrebbe essere altrimente vendicato...
[3] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 12 [V 417].14, pag. 175: E, poi che s'è sì llei tutto donato, / piacca di servire lei tanto pietosa, / che lle doni sua graza e suo buono grato / almenoché ['n] dire ed i[n] sembrare gioiosa / (li siano resi, sì ben è sovramertato!) / e 'pachi sì che mai nom brama cosa.
[4] Mastro Francesco, XIII sm. (fior.), canz. 1.8, pag. 177: Di tut[t]e pene m'apago / sperando merzé trovare, / e già d'amor non ismago / per troppo vostro orgogliare...
[5] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Son. 18.13, pag. 139: Nonn- à poder di sé, e sente tante / pene e dolor, non trova mai riposo. / Ed adivene, sò·l, perch'e' voria / vedere sé 'maginato in figura / la cosa c'ama, e poi s'apagheria.
[6] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 42.8, pag. 760: Ma tuttavolta saramento sagro / vi posso far, senza mentir del becco, / ch'al dolor mio nonn è nessun parecco, / sì forte 'l sent', ond'io già no· m'apagro / finché compiuto avrò il vostro grado, / o cche pietà voi averete incontra / la gran durezza che mia vita spegna.
[7] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 15, pag. 80.30: Grande diletto sarebbe loro, non avrebbono nullo male; molto volontieri s'apagherebbono di stare altressì nel fuoco de la pentola tua, non avrebbe danno.
[8] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 48, pag. 251.19: Mostrasi il difetto de' beni del mondo prima propter insatiabilitatem, ché non saziano e non ti appagano, e questo ti mostro per quattro ragioni...
[9] Dante, Convivio, 1304-7, III cap. 13, pag. 232.4: La quale cosa anco [fare si conviene, ché], avegna che le Intelligenze separate questa donna mirino continuamente, l'umana intelligenza ciò fare non può; però che l'umana natura - fuori della speculazione, della quale s'appaga lo 'ntelletto e la ragione - abisogna di molte cose a suo sustentamento...
[10] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 19.13, pag. 378: E po' tornar a casa a le lor vaghe, / ove serann'i fin letti soprani; / e' medici fasciar percosse e piaghe, / e le donne aitar con le lor mani: / e di vederle sì ciascun s'appaghe, / che la mattina sien guariti e sani.
[11] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 122.15, pag. 491: Ma De' voja e li soi santi / che, segondo a lui pjaxe, / de tar e tanto amô li abraxe, / che de lor se cerna alquanti / chi apage li xarranti / en tranquilitae veraxe.
[12] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 81.32: Altri sono che non sanno domandare se non cose vili e picciole, siccome sono beni temporali, e Dio vuole donare a noi grandi cose, e non ci vuole appagare d'una mela come l'uomo fa un fanciullo...
[13] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 24.42, vol. 2, pag. 410: «O anima», diss'io, «che par sì vaga / di parlar meco, fa sì ch'io t'intenda, / e te e me col tuo parlare appaga».
[14] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 16-27, pag. 596, col. 1.18: Onde il perverso, çoè lo dimunio; si placa, çoè s'apaga, o ver se contenta.
[15] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 119.4, pag. 74: Ed ella a lui: - E' nol so io ben fare. - / - Deh, - disse Pandar - pensa di appagarlo, / e' suole Amor saper bene insegnare.
[16] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 8.13, pag. 429: e sia sì forte e [ sì] terribil caldo / com' ha il solleone a la finita; / ed un brutto converso per castaldo, / avaro, che si apaghi di tal vita...
[17] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 24.9, pag. 477: Dunque mercé, per Dio! / Di veder sol, ch'appaga i miei desiri, / la vostra grand'altezza non s'adiri.
[18] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 23.3, pag. 687: Dite, messer Gulin, qual fu la donna, / che ne la calda festa fu più vaga, / di cui più dolce el vostro cor s'appaga / vederla ne la mente per colonna...
[19] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 44.4, pag. 589: Per che tu vede me più d' alcun vago / de conservar e d' accrescer tuo onore / e vede quanto io amo el tuo valore, / che d' onorarte morendo m' appago, / nïente cure del doglioso lago / nel qual s' annega quasi el debel core...
[20] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, conclusione.5, pag. 714: Se gaia giovanezza / in bello amante dee donna appagare...
[21] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 129.37, pag. 180: Ma mentre tener fiso / posso al primo pensier la mente vaga, / et mirar lei, et oblïar me stesso, / sento Amor sí da presso, / che del suo proprio error l'alma s'appaga: / in tante parti et sí bella la veggio, / che se l'error durasse, altro non cheggio.
[22] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 11, pag. 122.5: Per questa raysone alcuni huomini che studiano inde l' astrologia soleno dicere che questa Dea Dyana èy chella stella la quale se clama donna e conducitrice de tutti li viagy, la quale tutti li navicanti chi volino fare alcuno viayo per se l' avereno appagata, se non la senteno ben fortunata...
2.1 Fras. Appagare l'animo: realizzare il desiderio.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 1.85, pag. 5: Eo non posso apagare / a dir, donna, de voi l'animo meo; / ché, se m'aiuti Deo, / quanto piú dico, piú talento dire...
[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 21, pag. 475.13: 51. Solvi il tuo caldo disio ec., cioè appagal'animo tuo di parlare.
[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 95, pag. 152.3: E tutte queste carte sono sugellate del sugello del Grande Sire, e ànne fatte fare tante che tutto 'l tesoro [del mondo] n'appagherebbe.
- Pron. Fig. Guadagnarsi dalla propria parte, accattivarsi (qno).
[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 44, pag. 191.19: E se bisogno fia, più de' tribuni saranno in aiuto a' consoli, presti e apparecchiati; e nonpertanto uno solo è assai sufficiente contro a tutti i suoi compagni. Tanto solamente i consoli ed i Padri si appaghino per alcun benefizio i tribuni, o almeno alcuno di loro».
[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), [canz.] 7.40, pag. 106: Gentile ira mi piace, / ond'io per mercé faccio ogne mi' fatto, / ca per mercé s'apaga un gran misfatto.
[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 2, vol. 2, pag. 107.10: Cussì tostu pensau commu la iniuria di lu imperaduri se divissi vinyari, et in que guisa si divissi apagari la violenta religiuni, et per que rasuni se putissi avir victoria.
[1] Petrarca, T.C. (Vat.Lat. 3196), 1357-74, 165, pag. 253: Insomma so com'è inconstante e vaga, / Timida ardita vita degli amanti; / Con poco dolce molto amaro appaga.
[u.r. 14.02.2008]