APPAGO (1) agg.

0.1 apago, appaghi, appago.

0.2 Da appagare.

0.3 Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.): 1 [2].

0.4 In testi tosc.: Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.); Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.).

0.5 Locuz. e fras. fare appago 1.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Pienamente soddisfatto, esaudito (nei desideri).

0.8 Raffaella Pelosini 07.06.1999.

1 Pienamente soddisfatto, esaudito (nei desideri).

[1] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant.1, ott. 60.5, pag. 398: Poi chiamò Danïel, suo dolce vago: / - Vien, - disse, - i' son colù' che ti soccorsi: / quando tu fusti fra ' leon nel lago / guardà'ti da' lor aspri e crudel morsi; / or sarà' d'ogni tuo disi' apago!

- Fras. Fare appago qno (o qsa): esaudire; allietare.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 27.39, pag. 332: Di trovar novitá io era vago / e Solin mi mostrava or quella or questa, / cercando a suo poder di farmi appago.

[3] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 3.7, pag. 7: e canterei con versi tanto chiari, / che non che' nostri cuor, ma que' de' draghi / fare', udendo, appaghi / e per le selve innamorar gli uccelli.

[u.r. 13.09.2006]