APPALESARE v.

0.1 apalensò, apalesa, apalesando, apalesare, apalesasse, apalesata, apalesato, apalesava, apaleserà , apalesò, apalessasse, appalecgiare, appalesa, appalesandosi, appalesare, appalesarsi, appalesasse, appalesassi, appalesata, appalesati, appalesato, appalesò.

0.2 Da palesare.

0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Lett. sen., XIII u.v.; Simintendi, a. 1333 (prat.); Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.5 La forma apalensò, att. in Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), può forse essere un incrocio tra i lemmi palesare e palentare, quest'ultimo att. nel corpus unicamente in area ven.

0.7 1 Palesare, svelare, rivelare, manifestare, mostrare, render noto (pubblico, famoso; anche pron.). 1.1 Denunciare (anche pron.).

0.8 Raffaella Pelosini 27.01.1999.

1 Palesare, svelare, rivelare, manifestare, mostrare, render noto (pubblico, famoso; anche pron.).

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Canz. 8.76, pag. 90: Questo per fermo per tutti si sappia: / che, nel mondö, à solo uno mortal colpo, / ch'altro che lo contrar guerir no·l pò / (e, le più volte, bontà l'apalesa / qual è cui Povertà bene acalappia!)…

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Tenz. 54.8, pag. 184: … fôra partito ben, dal folle, il sag[g]io; / veg[g]endo, que' c'al viso s'òn pertrave, / apalesato lor falso corag[g]io.

[3] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.10: Frategli, in questo vi conforto et speçialmente vi prego ch'e' defecti del proximo, quando non è pericolo, patientemente debbiate sopportare et più niscondare che appalecgiare, et quando ei sì bole, distruggere et sterpare…

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 55-78, pag. 406, col. 2.20: Poi ch'ha patefato la condizion del popolo preditto per complessione, ello l'apalesa per fama...

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 161.22: e, stimulata per l'ira della p., appalesa l'avolterio, e mostralo a Orcamo padre di lei.

[6] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 32, pag. 573.12: Dice, che la donna sua, cioè Beatrice, la santa Teologia, riprendendo la detta frodolente volpe de' suoi ingannevoli furti (sì come li mortali sgridano le volpi quando sono venute per li polli, ed elle si fuggono), la misse in tanta fugga, quanto le sue magrissime ossa sanza carne poteano sofferire di fuggire: cioè che·lla divina Scrittura, questa eretica pravitade o scisma mostrando [e] apalesando, lo suo sozzissimo peccato discaccia del s[e]no me[desimo] della Chiesa, nella quale s'era gittato, per imbolare l'anime de' fedeli.

[7] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 15, pag. 594.9: Ma qualunque infingimento di costoro sì è molto più da comportare del proponimento di quelli, li quali, mentre che acquistavano memoria eterna, eziandio non dubitarono appalesarsi a la fellonia.

[8] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 4, pag. 377.27: Altre sono, che pure amando la impudicizia, ma non volendosi appalesare trovano modo di peccare in modi da non dire, per li quali non possono concepire.

[9] Legg. sacre Mgl.II.IV.56, 1373 (fior.), Legg. d'uno donzello, pag. 136.10: E così facendo, che non si sentì, venne in tanta povertà, che non avea che mangiare; e questo donziello istava rinchiuso in casa, e non si apalesava a persona del mondo, per vergogna della grande povertade dov'era caduto.

[10] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 26, pag. 208.27: Ed ella chosì isforzata e adirata, Acchille se le manifesta e dicie chi egli era e tanto la lusinghò, ch'egli la rachetò e di ciò niente si sapea, e in questo modo istando, che niun'altra persona il sapea che Acchille fosse, salvo una balia overo chameriera di Deidamia. E poi s'appalesò in questo modo…

1.1 Denunciare (anche pron.).

[1] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 81.22: Quando il cavaliere ebbe ciò inteso e' fu molto lieto; ma grande crudeltà gli venne in quore, peroch'egli uccise il maestro per paura che non l'apalesasse, perochè voleva privatamente fare sua bisognia.

[2] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 24, pag. 189.15: E palesato a llui questo così fatto furto, sì sse ne turbò forte e funne molto dolente, ma pure no llo apalesò per tema e per paura della chasa de' Lazeri, ond'era Vanni Fucci, ch'erano grandi e possenti.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 35, pag. 245.17: Ed essendo menato a morire, l'amico l'ebbe riconosciuto e gittossi a piè del giudice dicendo: «Messer, questi non ci ha colpa, però ch'io l'uccisi e non elli». Il giudice il fe' menare adietro, e andando la cosa agl'orecchi di colui che l'aveva morto, temendo del giudicio d'Iddio, sì si appalesò; onde il giudice, rinvenuta ch'ebbe la verità del fatto e considerata la fede e l'amore ch'era usato nella quistione, a tutti perdonò la pena.

[u.r. 14.02.2008]