APPAREGGIARE v.

0.1 apareça, apareçare, apareggia, apareggiare, apareggiato, aparegiasse, aparezava, apparaiari, apparayre, appareggia, appareggiar, appareggiare, appareggiasse, appareggiata, appareggiate, appareggiato, appareggiava, apparegiano, apparegiare, apparegiasse, aparijari,apparyare.

0.2 Da pareggiare.

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Palamedés pis., c. 1300; Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.).

In testi sett.: Rime Mem. bologn., 1301-24, [1320]; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Mettere alla pari, equiparare. 1.1 Eguagliare qsa (o qno), raggiungere qsa (o qno) in un rapporto di parità (qualitativa, quantitativo-estensiva, spazio-temporale). 1.2 Essere considerato, considerarsi pari a qno o a qsa (per qualità sia fisiche, sia morali; sia politico-militari ecc.); essere messo, mettersi alla pari, e, dunque, anche essere comparato, compararsi. 1.3 Farsi, rendersi pari, assumere in sé le medesime proprietà (detto di Dio, con rif. al creato).

0.8 Raffaella Pelosini 09.03.1999.

1 Mettere alla pari, equiparare.

[1] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 94v, pag. 24.24: Equipero as... apparyare».

1.1 Eguagliare qsa (o qno), raggiungere qsa (o qno) in un rapporto di parità (qualitativa, quantitativo-estensiva, spazio-temporale).

1.1.1 Eguagliare qno nelle sue qualità morali o fisiche.

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), Son. 30.4, pag. 90: Mastro Bandin, vostr' e d'Amor mercede, / or aggio ciò che tant'ò disïato; / sì che lo core mëo non se crede / esser de gioia mai apareggiato, / pensando quanto è 'n lui d'Amore fede / e quanto è preso el suo servire in grato...

[2] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 24.10: Ultra passando trovano una strata molto plana senza alcuno stroppito; con tucto che loro Tartaro da zascauno lato stane pagoroso et pleno de grande sospecto et per le figury de li malingy spiriti li quali apparegiano l'anime infernale, ma pur per questa strata non pare che alcuna molesta facza ad quilly che passa per sì facta via.

1.1.2 Uguagliarsi a qsa, essere pari per dimensione.(territoriale) o per quantità .

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Sal. 2, cap. 13, pag. 59.26: Francia non s'appareggiava a Sassogna nel tempo di Cesare.

[2] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 41, vol. 1, pag. 214.2: 48. E in verità ogni abbondanza in cadauna città fu riposta. 49. E tanta fue l'abbondanza del grano, che s'appareggiava all'arena del mare, e la copia la misura eccedesse.

1.1.3 Raggiungere qno (nel medesimo luogo).

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 190.4: E la insana, poi che ebbe tanto parlato, misesi nell'aperta spelunca; ed egli appareggia non con timidi passi la guida sua andante.

1.1.3.1 Allinearsi con qsa (portandosi alla medesima altezza).

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 25, 46-66, pag. 604, col. 2.17: Dixe che averso l'uno di predetti tre peccadori venne un serpente lo qual avea VJ piedi, et aventosse a l'uno in tale modo che lla testa del serpente s'aparezava cun quella del peccador: sí se fe' una le doe branche denanzi del serpente cun le brace del peccador sí se uniro insemme...

1.2 Essere considerato, considerarsi pari a qno o a qsa (per qualità sia fisiche, sia morali; sia politico-militari ecc.); essere messo, mettersi alla pari, e, dunque, anche essere comparato, compararsi.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), Son.36.8, pag. 361: Più luce sua beltate e dà sprendore / che non fa 'l sole né null'autra cosa; / de tut[t]e l'autre ell'è sovran'e frore, / che nulla apareggiare a lei non osa.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 10.8, pag. 84: Se caunoscenza avete in caunoscére, / che caunoscenti cose cognoscete, / non è parenza ch'al vostro parere / s'aparegiasse; sì gaia parete.

[3] Federico dall'Ambra, XIII ex. (fior.>ven.), 2.4, pag. 233: Amor dai savi quasi A! mor si spone: / guarda s'amor a morte s'appareggia. / Ché l'a! dimostra doglia che graveggia, / e mor a morte è dritta entenzione...

[4] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 2, cap. 94, pag. 163.6: ben potete dire siguramente quello medesmo di questa donzella [[...]], che questa donzella nonn à nulla pari in bellesse, ché di questa bellessa ch'ell'è fornita non si appareggia a nulla altra bellessa.

[5] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1320] 79.16, pag. 107: Clara stella de la dya, / plu che dona che sia / sì bella allo meo parere / né se possa vedere / né a vuy se possa apareçare.

[6] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 118, pag. 68.26: per la quale fama il Senato giudicoe che fosse facto triunfo a Luctazio il consolo, ma conciosiacosa che Valerio desiderasse che questo medesimo fosse conceduto a llui, Luctazio negoe che questo non si convenia di fare, acciò che nello onore del triunfo le minore segnoria non s'apparegiasse alla maiore...

[7] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 33, pag. 173.2: né sì fatto uccello è convenevole d'esser portato alla reale tavola se non da gentilissima e bella pulcella; né io non ne conosco alcuna, né qua entro né in tutta la nostra città, che a Biancifiore si possa appareggiare in alcuno atto.

1.2.1 Mettere a confronto; paragonare.

[1] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 35.10: Do, cui purrà narrari et cuntari lu straciu di killa nocti, cui suctirrirà li morti, cui purrà apparaiari li lagrimi cum lu travaglu et la fatiga ki fu in killa nocti? Certu nullu.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 4, vol. 1, pag. 175.17: Ca eu iuru per la casa di Romulu, et per li bassi tetti di lu Capitoliu vechu, et per li focki di la dea Vesta eternali li quali eciandeu modij su contenti di vasillami di crita, que nulli rikizzi qui siannu non si potinu aparijari a la puvirtati di cutali homini.

[3] Rim. Am. Ovid.(A), XIV pm. (pis.), pag. 165.27: L'una e l'altra poterono parer belle a Paris, ma Venus vince catuna appareggiata a ·llei. E non appareggiar solamente la faccia, ma etiandio li costumi e l'arte; fa' pur che ·ll'amore non noccia al tuo iudicio.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 65, pag. 144.12: Disse il signore: - Sì che tu di' che dicesti per motto, e non ti pare avere detto alcun male; e ha' mi nominato e appareggiato con un fiasco di vino.

1.3 Farsi, rendersi pari, assumere in sé le medesime proprietà (detto di Dio, con rif. al creato).

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 26, 103-114, pag. 587, col. 1.8: la popilla si fa pareglio della cosa veçuda in quanto quella spetia visiva ch'entro di sé multiplica è colorida e figurada al modo della ditta 'cosa' veçuda; cussí in Deo si vede tutto, e però in quanto lí se vede el s'apareça a quelle cose in cui lui se vede...

[u.r. 20.05.2010]