APERTO agg./avv.

0.1 apert', aperta, aperte, aperti, apertissima, apertissime, apertissimo, aperto, apertta, apertto, apertu, apierte, apierto, aprita, aprite, aprito, avert, averta, averte, averti, averto, oberti, obertu, operta, operte, operti, operto, opierto, oprite, uperta, uperte, uperto, uverte.

0.2 Lat. apertus (LEI s.v. apertus).

0.3 Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Doc. prat., 1288-90; Stat. sen., 1280-97; Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm.; Stat. volt., 1336; Stat. collig., 1345; Stat. lucch., XIV pm.

In testi sett.: Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Stat. castell., XIV pm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a braccia aperte 3.1.1; a cielo aperto 1.5.1; avere gli occhi aperti 1.3; a viso aperto 3.3; a volto aperto 3.3; con viso aperto 3.3; d'aperto cielo 1.5.1; in aperto 6.1; per aperto 6.1; per aperta scrittura 4.1.2; per aperto scritto 4.1.2; tenere aperto 1.2; tenere gli occhi aperti 1.3; usare l'aperto cielo 2.2.

0.7 1 Che permette il passaggio (attraverso di sé) o l'entrata e l'uscita (in sé o da sé: luogo delimitato, contenitore) grazie allo scostamento di due parti di cui è costituito o alla rimozione di un ostacolo. 1.1 Che si può percorrere, praticabile, accessibile (anche fig.). 1.2 Locuz. verb. Tenere aperto (la porta di una bottega, o la bottega o esercizio commerciale, con rif. all'esercizio del commercio). 1.3 Fras. Tenere, avere gli occhi aperti: fare attenzione a quanto accade intorno a sé. 1.4 Privato del sigillo o spalancato per consentire la lettura (detto di una lettera, di un libro o di un altro scritto). 1.5 Che permette allo sguardo di passare attraverso di sé (detto del cielo, del firmamento). 1.6 Che presenta uno o più varchi. 1.7 [Detto di un abito indossato inelegantemente a causa della corporatura di chi lo veste]. 1.8 Privo di difesa, esposto (all'offesa di qsa). Con aperto petto: senza difesa. 2 Molto esteso in larghezza, ampio. 2.1 In un punto di massima estensione alla vista, lontano dalle coste (detto del mare). 2.2 Fras. Usare l'aperto cielo: stare al di fuori del riparo delle abitazioni. 2.3 Che coinvolge gli interi eserciti schierati sul campo di battaglia (detto di scontro militare). 3 Portato in posizione distesa, dispiegato (detto delle braccia, delle mani o delle ali, ma anche della vela). 3.1 [Detto delle gambe:] divaricato. 3.2 Atteggiato a serenità, disteso (detto del viso). 3.3 Locuz. avv. A viso, volto aperto, con viso aperto: con atteggiamento risoluto e fermo che denota franchezza. 3.4 Fig. Disteso alla conoscenza, capace di intuito [detto dell'intelletto]. 4 Fig. Di buona disposizione d'animo, generoso. 4.1 Fig. Di significato chiaro e comprensibile senza difficoltà. 4.2 Fig. Noto all'opinione pubblica o di palese evidenza. 5 [Detto di una vocale:] articolato con la bocca più allargata rispetto ad altri suoni. 6 Avv. In modo che tutti possano sapere, chiaramente, apertamente. 6.1 Locuz. avv. In aperto, per aperto.

0.8 Fabio Romanini 17.05.2001.

1 Che permette il passaggio (attraverso di sé) o l'entrata e l'uscita (in sé o da sé: luogo delimitato, contenitore) grazie allo scostamento di due parti di cui è costituito o alla rimozione di un ostacolo.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 988, pag. 61: Enfin qe 'l desco serà coverto / No vol qe l'uso stëa averto.

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 158.11: Nobile e bella cosa è le magioni delli alti baroni istare aperte per accogliere i gentili viandanti.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 1, pag. 142.1: perciò che disse Salamone che l'uomo che non può costringere lo spirito suo nel parlare è secondo la cità ch'è aperta e non ha mura d'intorno.

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 7, pag. 124.26: E se la caverna fosse aperta da la parte de sopra, usciriane fore lo vapore...

[5] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 86, pag. 30: Per lu muru non frangere se sso aperte le porte.

[6] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm., 2.93, pag. 18: su nel cielo, ch' era aperto, / andasti, dilettissima.

[7] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 37, pag. 60.9: Ma allo quarto giorno, istando T. nel bangno, e egli sì lascioe la camera sua aperta...

[8] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 203.38: alle per fine conzò fosse che alla cità de Roma approssimasse, li Goti, li quali era dentro, in lo tempo dela note siando diverse porte de Roma averte, in ver Ravena li fuzì...

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 50.29: la mayuri parti di quilli que sonnu in Cephalunia, per la plù parti di lu annu, standu cu la buka aperta e recivendu li venti da alta, se levanu la siti commu si illi bevissiru acqua.

[10] Stat. perug., 1342, I.8.1, vol. 1, pag. 39.30: E fare deggano stare gl'uscia aperte al tenpo el quale la ragione se rende...

[11] Stat. lucch., XIV pm., 11, pag. 88: Colle porte al postutto stando aperte, / [A]lo 'nfer[m]o grida et ai fatighati.

[12] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 25, pag. 155.14: E qui 'l [[diacodes]] porta cum sì ad algun morto o sopra sepultura averta, el perde la vertute.

[13] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 23, pag. 106.13: li Rumani, audendu lu rimuri et li inimichi dintru et li porti aperti, foru territi et non sapianu chi fari.

[14] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 17, pag. 142.15: e Numa Pompilio, [[...]] fece il tempio di Giano, e chiamavasi a quel tempo Argilites, e fu fatto in nome di guerra e di pace, e quando stava serrato significava pace e quando stava aperto significava che guerra s'apparechiava...

[15] Stat. venez., 1366, cap. 119, pag. 54.27: se de qua avanti [[...]] facto serà algun danno o furto deli beni e dele cose del Comun che fosse in banchi, casselle o in alberghi laghadi averti, che li officiali mende e paghe del so proprio lo danno del Comun, sença alguna condition.

[16] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 27.7, pag. 169: In questa pena èno tormentati / tuti quelli che la soa lengua hano vilana, / che pure de li fati altrui se stanno pensosi, / diranno conse che mai non sono pensade, / e come cani de dire mali stano afamati / de metere in mala fama altrui; / eli stanno in lo foco a boca averta...

[17] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 43, pag. 365.31: e commemora M. Attilio essere in Africa stato preso, come se M. Attilio nel suo primo avvenimento in Africa fosse incappato; nè si ricorda a lui medesimo così infelice imperadore essere stati i porti d'Africa aperti, e lui avere il primo anno ottimamente adoperato...

[18] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 23, pag. 205.37: E quillo tabernaculo ove era lo sepulcro de Hector era apierto da onnen parte ben che fosse stato incancellato, chi se potea bene apertamente vedere da tutti quilli chi lo voleano sguardare.

[19] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 9, pag. 123.30: Alora lo corvo, cum la buca averta e cum le ale desteise, començà andar intorno questo pam e graxorando, como se dixese: «Obedir voglo, ma pur temo de tocarlo».

1.1 Che si può percorrere, praticabile, accessibile (anche fig.).

[1] Stat. sen., 1280-97, par. 69, pag. 21.7: Item, ordiniamo che tucte le vie del distrecto del detto Comune e de la sua corte debbiano stare aperte, a ciò che neuno le guasti...

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 263.1: Minos possiede la terra e 'l mare; né la terra né l'acqua è aperta alla nostra fugga.

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Paolo, cap. 4, pag. 95.19: Ma per contrario considerate che a questo povero era aperto il cielo, e a voi lo 'nferno.

[4] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 10.48, pag. 51: Che fia, quando sarà ch'io l'ami certa? / Sarà sdegnosa, noncurante o fella; / ed io pur servo fedel, puro e vero, / a porta di soffrenza sempre aperta.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 22, vol. 2, pag. 181.31: e la maiestade di Rutilo era sì grande, che degna era d'ogni onore; e la plebe similmente volle che quegli avesse parte nella censura, che alla dittatura ebbe la via aperta.

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 34, vol. 1, pag. 176.26: Ora fuggano, e menine il popolo minuto: la via di Sacromonte e dell'altre montagne è aperta e libera.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 32, vol. 2, pag. 197.8: Ma il consolato è ora comune e aperto a noi patricii, e a voi della plebe, e non si dà ad alcuno per gentilezza di schiatta, sì come dinanzi...

[8] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 13, par. 26, pag. 259.11: ché melglio cierto a ttutte vertù così ordinate o disposte la porta di paradiso pare aperta, e a tutti i comandamenti e consilgli d'iguale coraggio aenpiere.

1.2 Locuz. verb. Tenere aperto (la porta di una bottega, o la bottega o esercizio commerciale, con rif. all'esercizio del commercio).

[1] Stat. pis., 1304, cap. 47, pag. 682.21: Possa veramente in quelle feste vetate, excepte le soprascripte de li Appostoli, et altri contenti di sopra, tenere aperta la metà d'una porta della bottega, sensa alcuno bando vel pena.

[2] Stat. volt., 1336, cap. 8, pag. 12.6: Et che alcuno di detta arte non possa o debba in alcuno dì di domenica o pasqua o [[...]] aprire o aperta tenere la sua bottegha...

[3] Stat. pis., 1339, pag. 1262.36: E siano tenuti e debbiano li dicti officiale e seditore la dicta Dovana tenere aperta die e ore debiti, e che si convegna.

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 1, pag. 82.28: Ancho e' lanaiuoli et tegnitori per necessaria cagione de la loro arte possano aprire gli sportelli ne li detti die et tenere aperto tanto quanto sarà di bisogno...

[5] Stat. collig., 1345, cap. 7, pag. 9.31: Et in tucti dì di domenicha, et in tucti dì [[...]] non possano l'uscia dele decte boctighe aperte tenere nè in essi dì alcuna cosa vendere nè vender fare...

[6] Stat. prat., 1347, cap. 23, pag. 22.16: Statuto et ordinato è, che veruno compagno di questa arte non debbia per tucto il dì di venardì santo aprire bottega, overo tenerla aperta, nè lavorare...

[7] Ingiurie lucch., 1330-84, 268 [1373], pag. 74.8: - A disspecto di Dio [...] Tu mi deresti dare lo vino qua[n]do tue tieni ap(er)to (e) vendi inna[n]si ch(e) tue avessi li d(enar)i.

1.3 Fras. Tenere, avere gli occhi aperti: fare attenzione a quanto accade intorno a sé.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.78, pag. 624: Da re' lengni e da scogi / abj sempre averti li ogi, / sì che senpre e noite e jurno / ben te vegi tuto intorno.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 14.2814, pag. 296: Così ciascuno che porta corona / Deve ogni tempo tener gli occhi aperti / Che inganno non riceva da persona...

1.4 Privato del sigillo o spalancato per consentire la lettura (detto di una lettera, di un libro o di un altro scritto).

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 151.7: una lettera li fue data che iscopria la morte sua; la quale li fue trovata in mano suggellata e non aperta, quando si portava a la sepultura...

[2] Doc. prat., 1288-90, pag. 164.28: à(n)none mia lettera ap(er)ta col sugello di Rion (e) mio...

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 36 rubr., pag. 164.1: Come Cristo in croce sta come libro aperto, nel quale è scritta ed abbreviata tutta la legge, e specialmente tutta la carità del prossimo.

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 161.8: Et che el priore de' signori consoli, el quale allora ricevarrà e' detti brevi da fare la leczione predetta da coloro che prendaranno essi brevi overo cedole aperte et vedute, sia tenuto di darle allo notaio...

[5] Doc. fior., 1311-50, 1 [1311], pag. 624.7: e scrivici quello che vedrai che sia da scrivere; e eccho che con questa ti mandiamo lettera testimoniale aperta, simiglante a quella del Comune di Lucca.

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 4, pag. 25.13: E avendone grande letizia, sopravvennero due nerissimi e crudelissimi demonii, e posono dinanzi a' miei occhi uno libro aperto, nel quale erano iscritti tutti i miei peccati e tutti i mali ch'io avea già mai fatti...

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 36, pag. 251.3: e venuto lo 'mperadore nel consiglio, gli furono tutti d'intorno e tante gli diero per le carni di quelli stili che l'uccisono, e poi che fu morto gli trovaro in mano una lettera che non era ancora aperta, la quale gli palesava il trattato della sua morte, e nota per te.

[8] Leggenda s. Galgano, XIV (tosc.), pag. 103.31: Poi, escendo di questo prato, parveli di entrare sottoterra e venire in Monte Siepi, nel quale monte trovava dodici appostoli in una casa ritonda, li quali li recavano uno libro aperto, e che elli lo leggesse ne la qual parte del libro era questa sentenza...

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 46, S. Gregorio, vol. 1, pag. 397.17: E così faccendo come avevano ordinato, aprirono la mattina le porte de la chiesa e trovarono l'uno messale e l'altro aperto in su l'altare...

[10] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 8, pag. 25.32: E Cristo non ge respondè alcuna consa e mostràge un libro, el quale el tegniva in man averto, e no g'era scrito altro se no questo verso...

1.5 Che permette allo sguardo di passare attraverso di sé (detto del cielo, del firmamento).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 157.14: In Sardinia de doi scudi gessio sangue, apud Faliscos apparse lo cielo operto e a li commactitori apparse le spice de sangue et altre molte signora.

[2] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 11, ch., pag. 177.4: Pone Aristotile la cagione d'alquante cose che appariscono di notte, e dice che alcuna volta di notte, quando è sereno, aparisce nell'aiere alcuna apertura e pare che 'l cielo sia aperto; anche alcuna volta v'aparisce alcuno colore sanguigno.

1.5.1 Locuz. avv. D'aperto cielo, a cielo aperto: all'aperto, all'esterno, fuori.

[1] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 120, pag. 703.17: sopra la quale contenzione, non volendo Iove giudicare, Paris diede giudicio, giudicando che Venus era più bella; e dice l'autore ch'elli le volle vedere di die e d'aperto cielo per non essere ingannato...

[2] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 60.5: Paris isguardó le dee di giorno e a cielo aperto, quando elli disse a Venus: - Tu, Venus, vinci l'una e l'altra. -

1.5.2 Che permette la vista del proprio interno, visibile; [di un fiore:] con i petali divaricati, distanziati; dischiuso (anche fig.).

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 23, par. 43, pag. 741.37: Ma io niun'altra legge imposi alla rivocata anima se non che, seguendo l'usate palestre, facesse di fare frutto quale il già bello e aperto fiore mostrava dovere producere...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 6, cap. 17, pag. 200.5: Le rose non anco aperte serberai, se stando loro ancor nel rosaio, fenderai una canna, che sia ivi fitta, verde, e verde permagna, e in quella fessura rinchiuderai la rosa...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 15.18: Il cavatore se vedrà gli occhi della vite aperti, accecherannosi senza speranza di grande vendemmia: e però si vuole cavare quando gli ha chiusi.

[4] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 318, pag. 120: Quando tu in conserva li miti / Conçali che siano bene raditti; / Li occhi di sopra lassa averti, / Fuor de la terra discoverti, / Sì che suspirar posin fora / L'umidità da loro alora.

[5] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 23, pag. 645.20: Chome in un prato di fiori aperti perchuote il sole, cioè i suoi raggi, e que[sti] fiori abelliscie; così dicie che Cristo raggiava e rosseggiava in quelle sante anime e facieale belle.

[6] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [Zacc] cacc..4, pag. 312: Caciando per gustar de quel tesoro / per aspri monti e boschi perigliosi, / d'uno boschetto d'alborselli d'oro / de fiuri trova' assai operti e chiusi.

1.6 Che presenta uno o più varchi.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 386.24: Vola Tarcone com'uno fuoco per la pianura del campo, e portando l'armi e l'uomo; poi dal sommo della sua asta schianta il ferro, e cerca le parti aperte, unde li porga mortale ferita...

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 12, par. 29, pag. 710.20: e i vestimenti, come quelle, dalle latora aperti di sotto alle braccia infino alla cintura, con simile affibbiamento ristretti, commenda, però che intera mostrano di colei la grossezza.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 123, vol. 3, pag. 564.6: In Gelmona la metà e più delle case sono rovinate e cadute, e 'l campanile della maggiore chiesa è tutto fesso e aperto...

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 29, pag. 106.2: Lo dìe che loro amore si congiunse, in quello punto lo scudo aperto sì si saldòe sì come mai non fosse stato rotto...

[5] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 188, pag. 578.31: Perillo, credendoneli piacer, fece uno toro di metallo, aperto da lato, per mettervi culoro cui elli vollesse tormentare, faccendoli fuoco di sotto, acciò che lo tormentato mug[g]iasse come bue...

[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 8, ch., pag. 233.4: E questo è ne la gragnuola più che ne l'altre impressioni umide, ché la gragnuola sempre s'ingenera di nuvola caldissima, la quale da ogne parte è aperta al freddo...

[7] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 37, pag. 234.23: però che per la sicità e caldezza del paese le piante de' piedi non si potevano mettere appena nude in terra, e scopiavano e faceano fessure; portavansi cotali pianelle aperte, come portano i Frati Minori per difendersi da quelle.

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 2, pag. 381.35: Lentulo estimando a quella parte essere l'uso de' cavalieri che prima nell'aperta schiera de' nemici dagli intervalli mandasse i cavalieri, e però a Ser. Cornelio tribuno de' militi comanda, che a' cavalieri comandi, che per l'aperte vie della schiera de' nemici mettano i cavalli...

[9] Tristano Veneto, XIV, cap. 63, pag. 90.13: Puo' elli se lementava digando: «Oy terra, perqué non sé' vu sfessa over averta, et aver inglotido li nostri fiolli, che pluy li serave grande honor se elli fosse sotoradi over che le bestie salvacie li avesse devoradi avanti che quelli de Yrlanda li menasse in servitudine in lor paixe..

1.6.1 Che provoca il deflusso di sangue dal corpo (detto di ferita non cicatrizzata).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 30.27, pag. 110: Emprima sì procura tua ferita, / ch'ell'è sì aprita, non se pò coprire.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 360.22: E quando elli vidde il capo e 'l viso sustentato del candido Pallante, e vidde l'aperta ferita della lancia ausonia nel giovenile petto, parla così con lacrime di dolore...

[3] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 155.17: Perchè quelli in de l'aperto corpo avea veduto le sosse parte, l'amor lo qual fu in corso si partì, e perché quelli, levandosi la donzella da le cose di Venus, vide in del non netto letto segni vergognosi.

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1190, pag. 76: Vedete el lato averto per donarve / ogni perfeto dono, e poi vedete / li piedi afiti pur per aspetarve, / si che ogni grazia che pensar volete, / avrete dal mio fiol zusta e vera, / se de sua pasion ve dolerete.

[5] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 51, col. 2.3: Alla piagha fresca aperta per cerusa procedenti: R(ecipe) midolla di pane con fine vino bianco...

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 550.7: E oltre a questo, non faccendo punto di vento, v'erano mosche e tafani in grandissima quantità abbondati, li quali, pognendolesi sopra le carni aperte, sì fieramente la stimolavano, che ciascuna le pareva una puntura d'uno spuntone...

[7] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 28, pag. 228.16: E datti l'altore la similitudine a una botte isfondata, che chosì stava il suo corpo aperto, e lle budella gli pendevano fra lle ghanbe e ciò ch'avea in corpo.

[8] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1372/73] lett. 6, pag. 31.12: Veramente, figliuolo, che su questa mensa troviamo questo vino, cioè el costato uperto del Figliuolo di Dio.

[9] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 26, terz. 23, vol. 2, pag. 25: Ma que' pur la salir, non sanza pena, / che a' cavalli parea con gli stocchi / forato il corpo, ed aperta ogni vena.

[10] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 39.28: Quegli essendo dagli aruspici ristorato, e più intentamente le interiora aperte si servassono, da capo e ancora dicono la terza volta i due serpenti, assaggiato il fegato, senza essere stati tocchi essersene andati.

[11] Tristano Veneto, XIV, cap. 268, pag. 232.19: Et alora elo se nn'achorsse del sangue e dele plage le qual era averte, et sì respondé adoncha et disse: «Io son vergognado, ma questo non has tu fato né de questo tu non te poras miga avantar che questo sia per ti né per toa prodeça che io lassa questa batagia.

1.6.2 Allargato rispetto alle dimensioni normali o intaccato con fori, che permette la fuoriuscita o il passaggio di un liquido (anche fig.).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 2, pag. 124.14: onde l'omo quanto più ène virile (et) callido più ène peloso, però ke 'l caldo più resolve, (et) àe più le pori aperti, la femena per la frigideçça àne li pori chiusi...

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 38, pag. 173.8: Onde s. Bernardo dice: Cristo era quasi un sacco pieno di misericordia, il quale in croce versò da ogni parte, essendo forato ed aperto da molte parti...

[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 7, ch., pag. 231.5: ma la state i pori, cioè i fori del corpo onde escono i sudori e altre fummosità, sono aperti per lo caldo, ed escon[n]e i vapori sottili...

[4] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 44.9: Onde quando uscite del bangno, non istate in luogo freddo et non bevete cosa gelata, però c'allora i pori sono aperti, per li quali il freddo passa tosto a' membri principali, et corrompe le loro vertudi.

[5] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 71, pag. 187.13: voi ch(e) l'animali àne ampli i(n)niati et copia de humuri, unde la fregidità, trovante li pori aperti, liberame(n)te se (n)ne entra et co(n)destreng(n)e lo ce(re)bro ni li humuri et fa gictecare...

1.7 [Detto di un abito indossato inelegantemente a causa della corporatura di chi lo veste].

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 5, pag. 527.2: tra queste una, ch'è più notabile che alcuna dell'altre al parer suo, ne gli vide, e ciò fu un paio di brache, le quali, sedendo egli e i panni per istrettezza standogli aperti dinanzi, vide che il fondo loro infino a mezza gamba gli agiugnea.

1.8 Privo di difesa, esposto (all'offesa di qsa). Con aperto petto: senza difesa.

[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 101.16: E se non tenebre, dimandiamo alcuna ispessa nebbia uvero alcuna cosa meno aperta a luce.

[2] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 131.23: O stolto me, u' vado? Perché con petto aperto miro contra 'l nimico e sono tradito per lo mio amaiestramento?

2 Molto esteso in larghezza, ampio.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 768, pag. 47: Za no se fé longa demora / Ke molta çente se convertín inlora, / Quand'el passó per li deserti / E per li strigi e per li averti, / E mandó soi predicatore / De fin in India la maiore.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 72, pag. 197: Da tut part vedheran grameza e grand pagura: / I vedheran de sovra la fera guardatura / Del iudex molt irao, de sot ha ess l'arsura, / Zoè l'inferno averto, o è grameza dura.

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 6, pag. 92.12: e secondo la condizione del luogo il difendimento si debbia variare, perchè ne' campi, e bella ed aperta pianura più cavalieri che pedoni sogliono combattere.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 13, pag. 114.5: e se de' tuoi cavalieri contra i pedoni dell'avversario vittoria vuoli avere, eleggerai i luoghi più alti un poco che quelli del nemico, ma luoghi piani ed aperti, e non impediti da paduli, o da selve.

[5] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 171.29: Appena avea dette queste cose, che 'l nuvolo, lo quale li velava, sè medesimo si partíe, e ne l'aire aperto si purga.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 4.116, vol. 1, pag. 71: Traemmoci così da l'un de' canti, / in loco aperto, luminoso e alto, / sì che veder si potien tutti quanti.

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 113.21: I cervi passano con ratto corso i campi e le pianure aperte, e adunano le schiere in fugga con molta polvere, e lassano i monti.

[8] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 2, par. 14, pag. 71.1: E quale succisa rosa negli aperti campi infra le verdi fronde sentendo i solari raggi cade perdendo il suo colore, cotale semiviva caddi nelle braccia della mia serva...

[9] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 2, vol. 2, pag. 291.17: Intra queste montagne giace nel miluogo uno campo assai aperto, erboso, ed abbondante d'acqua, per lo cui miluogo è il cammino.

[10] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 29, vol. 1, pag. 746.1: E per no· tenervi tanta gente impedita a tenervi campo aperto, misono in queste bastite cavalieri e pedoni assai...

[11] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 3, pag. 74, col. 2.1: Dei dunque orare, dice il demonio, in loco aperto, acciocchè gli altri più sciocchi per lo tuo esemplo siano tratti al bene della orazione...

[12] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 12, pag. 214.15: Essendo egli la notte andato avanti, Marcello il giunse in luoghi piani e aperti; e lui ponente il campo, impugnando da ogni parte gli afforzatori di quello, dal lavorio gli stoglieva.

2.1 In un punto di massima estensione alla vista, lontano dalle coste (detto del mare).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 26.100, vol. 1, pag. 447: ma misi me per l'alto mare aperto / sol con un legno e con quella compagna / picciola da la qual non fui diserto.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 22.23: Pelleo, distendente quivi le mani verso e liti dello aperto mare, priega la marina Salmace, che finisca l'ira e che gli dea aiuto.

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 9, ott. 3.2, pag. 226: Noi siam venuti al porto, il qual cercando / ora fra scogli ed or per mare aperto, / con zefiro e con turbo navigando, / andati siam...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 148.5: Ma Mnesteo lieto, e più forte per lo buono evenimento, dimanda i mari vicini a le rive, e corre per lo pelago aperto con veloce impeto di remi e con venti chiamati.

[5] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 11, pag. 29.18: e le cartaginesi navi quivi di Sicilia chiamate ciò potere fare, perciò che le loro in uno stretto seno eran racchiuse, conciò fosse cosa che le chiusure del porto tenessero i nimici, e perciò non avessero come in aperto mare potessero uscire.

2.2 Fras. Usare l'aperto cielo: stare al di fuori del riparo delle abitazioni. || Mod. stare all'aperto.

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 30, pag. 151.24: «Oh felice colui il quale innocente dimora nella solitaria villa, usando l'aperto cielo!

2.3 Che coinvolge gli interi eserciti schierati sul campo di battaglia (detto di scontro militare).

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 110.8: perchè venuto quando l'aperta battaglia si dee fare, tosto si viene alla vittoria là ove pienamente la volontà s'adempie.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 45, pag. 189.18: E se per lo scaltrimento dei nemici il luogo dell'aguato è schifato, e con lui si conviene combattere con aperta battaglia, le schiere delle navi liburne si debbono tostamente fare...

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 12, pag. 757.9: E poi che venne al luogo dove a Fauno era stato sagrato l'olivo, il quale aveano divelto i Trojani acciò che potessero in aperta battaglia discorrere [[...]] qui l'asta d'Enea stava fitta...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 48, vol. 3, pag. 104.4: sì ssi diliberò in Firenze di cominciare aperta guerra a la città d'Arezzo; e il detto dì si sbandiro le strade.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 14, vol. 2, pag. 389.8: Ma, o però che quivi era raunato tutto il fiore e lo sforzo de' Sanniti, o però che 'l sommo pericolo gli strigneva, elli fecero a' Romani alquanto di paura, eziandio in quell'aperta battaglia.

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 11, vol. 1, pag. 727.20: Pro' e valentre uomo fu e avisato i· fatti di guerra, ma ppiù in operazioni di trattati, e di furti e di sùbite cavalcate, che in campo o in aperta guerra...

3 Portato in posizione distesa, dispiegato (detto delle braccia, delle mani o delle ali, ma anche della vela).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 8, pag. 15.21: E vedemo vultur volans tenere aperte l'ale quasi a volare e vultur cadens tenere l'ali sù alte, quasi chiuse, come a cadere, e fa uno triangulo collo corpo e coll'ale.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 8: sì come la mano, che è una medesma cosa (et) quando è ap(er)ta (et) qua(n)do est chiusa.

[3] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 6, pag. 157.8: La mano à ratracta a dare, destesa a recevare, a dare chiusa, a recevare aperta»; onde dice Salamone «L'inferno e l'avaro sono insatiabili».

[4] Storie Exultet barb., XIII ex. (abruzz.), 3, pag. 121.2: le brachie aperte, quali tene con sua verdura, singnifica la humilitate et benignità dela terra, quale sostene de essere pascuta da omne manera de animale tantu da boni tantu da mali...

[5] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 143.10: La figura di Aquario è d'uomo vestito che istà ritto e tiene la mano ritta alçata e aperta la palma.

[6] Stat. sen., 1343 (2), L. 1, pag. 87.5: et prendano ciascheuno de' predetti XIJ per terzo così electi et quegli di ciaschuno terzo per sè una de le dette cedole cho' la mano aperta et co' le dita larghe...

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 40, vol. 1, pag. 184.14: A queste parole si levò Coriolano della sua sedia tutto ismosso, come se fosse fuori del senno, e andò incontro alla sua madre a braccia aperte per abbracciarla.

[8] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1188, pag. 76: Vedete anchora le mane e le braze / chotanto averte pur per abrazarve: / de fate ch'el chuor vostro se desglaze.

[9] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 4, pag. 57.2: il lato aperto vi mostra quore d'amore ferito e pieno di caritade; le braccia aperte, il capo chinato vi trae a pace e a sua amistade...

[10] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 12.8, pag. 217: Allor mi feci il segno de la croce; / indi la vela aperta vento prese, / che fuor tosto ne trasse de la foce.

[11] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae III.117, pag. 263: Degli Stoici il padre alçato in suso, / Per far chiaro suo dir, vidi Çenone / Mostrar la palma aperta e 'l pugno chiuso...

[12] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 4, pag. 248.11: Nè quello che l'aperta mano diede, l'oncinuta rattragga, perocchè il datore toglitore somiglia il gambero, ritogliendo; il quale il suo vituperio il faccia esser gambero.

[13] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 86.6: ma noi non solamente ritti in piedi non andiamo, ma ancora colle piegate mani e aperte, cioè bocconi, non camminiamo.

3.1 [Detto delle gambe:] divaricato.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 114, pag. 255.14: era un giovane altiero e poco grazioso, quando andava per la città, e spezialmente a cavallo, che andava sì con le gambe aperte che tenea la via, se non era molto larga, che chi passava convenia gli forbisse le punte delle scarpette...

3.1.1 Locuz. avv. A braccia aperte: pronto a ricevere qsa in dono.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 3.16, pag. 543: Amore coll'alte proferte, / sempre stai a bbraçe aperte, / per reponare l'offerte / de que Te facemmo el pacto.

3.2 Atteggiato a serenità, disteso (detto del viso).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 39.5, pag. 141: e ciascun giorno m'è più doplicato, / riguardando lo vostro viso aperto / che passa ogne altro viso di piacere...

[2] Meo di Bugno, XIII sm. (pist.>trevis.), 13, pag. 27: Om che si sente iusto et innocente / a faça aperta pò seguro andare / e non curar ferneticar di çente.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 14, vol. 2, pag. 256.11: e trovando un corpo morto, lo romito si turò il naso, e mostrò grande schifezza, ma l'Angelo passò a faccia aperta.

3.3 Locuz. avv. A viso, volto aperto, con viso aperto: con atteggiamento risoluto e fermo che denota franchezza.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.93, vol. 1, pag. 169: Ma fu' io solo, là dove sofferto / fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, / colui che la difesi a viso aperto».

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 184.16: sottopuosero la detta città al sopradetto re Manfredi; della qual cosa odio di più cittadini, che stette contro agli Uberti, quantunque Messer Farinata dica, ch'egli a viso aperto contradisse a coloro che consigliavano, che lla detta Città si disfacesse...

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 7, par. 7, pag. 223.6: Maladette sieno le loro bugie! O Iddio, come possono gli uomini con così aperto viso mentire?

[4] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 131-40, pag. 59.6: ti dico che io non voglio che tu di me prenda alcuna vergogna perché ella già assai più che 'l convenevole mi fosse cara; ma così sicuramente e con aperto viso di ciò con meco ragiona, come se sempre stato fossi da lei strano...

[5] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 13.29, pag. 37: Riempi dentro a te le vote vasa / Di sì fatto liquor, ch'a viso aperto / Mostri la mente tuo da questo evasa.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 28.9, pag. 168: E quando udio che 'l partito si prese / per ciascun di gittarla tutta al piano, / e come a volto aperto la difese, / qui mi sovenne del mio Africano, / che nel consiglio mi difese el solo / col bel parlare e con la spada in mano.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 1, pag. 639.22: Messer Ruggieri con aperto viso gli disse: «Signor mio, per ciò ve la assomigliai, perché, come voi donate dove non si conviene e dove si converrebbe non date, così ella dove si conveniva non stallò e dove non si convenia sì.»

[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 83, terz. 23, vol. 4, pag. 91: La festa grande cominciò per certo: / uomini, e donne per Napoli andaro, / danzando, ed armeggiando a viso aperto; / e' Fiorentini allora vi mandaro / otto gran Cavalier con ricca vesta, / che cinquanta donzel con lor menaro.

[9] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1374] 3.66: Canzon, tu sì andarai col viso aperto / e con fronte spacciata arditamente / e fra tutta la gente / non ti vergognerai de dir lo vero.

3.4 Fig. Disteso alla conoscenza, capace di intuito [detto dell'intelletto].

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 61, pag. 88.14: Ancora perciò k'elli scomença aver l'intendimento averto, el li par ke ancomè elli se debia reçer per so senno...

4 Fig. Di buona disposizione d'animo, generoso.

[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 5, pag. 23.7: Molto è largo questo dispensatore, il quale ci ha dato la carne in cibo, il sangue in beveraggio, la vita in prezzo, le fedite in rimedio, le braccia stese in rifugio, la croce per iscudo, il cuore aperto in segno di grande amore...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 48, vol. 1, pag. 199.4: I Padri non si vollero a ciò accordare, anzi diceano, che il senno di Ceso, che tanto soleva essere giusto ed aperto, era invanito per l'oltraggiosa gloria che il popolo gli avea data.

[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1387, pag. 90: Abiate sempre el vostro chuor aperto / ad amar Dio in tuto, asai e non puocho...

[4] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 486.13: Li vini apresta li animi e fali aperti ali calori; lo pensier fuçe e fi delavado per molto vin.

[5] Poes. an. perug., c. 1367, 3.4, pag. 376: Non meretava, signior, tante ghuaie, / perché t'amava con [a]perta fe, / ma io non credo che tal fallo mai, / stella gientil, prociedesse da te, / ma sol colui che mai non ebbe fe / con suoie enganne tradì te e me.

[6] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 215.22: Ma sì como homeni verasij e averti e no inganivili né cuverti de malicia, portamo in bocha parola de sempia veritae; ma quando articolo de necessitae alguna fiada incontresse, pò çascuno çurare...

4.1 Fig. Di significato chiaro e comprensibile senza difficoltà.

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 34, pag. 578.13: Et sì como erano nudi, così tutta la scientia de lo munno era nuda et aperta ad la mente loro.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 169.9: Et allora potemo noi acquistare la sua benivolenza per quel modo de exordio ch'è appellato principio, cioè dicendo un breve prologo in parole aperte e poche.

[3] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 198.2: Ne le cose aperte voler argomentare è simigliante mattezza come alluminare la chiarità del sole con questi materiali lumi.

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 21, pag. 86.25: Et Seneca de la Forma de l'onesta vita disse: col consiglio del savio tra' de l'aperte cose [le] scure...

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 2, pag. 130.24: ma che l'assemblamento del signore e del servo sia per la salute e per lo bene dell'uno e dell'altro, non è cosa così aperta...

[6] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 25.6: Anche m'hai detto che lo regno di Cielo è la maggiore e la miglior cosa che l'uomo e la femina possa avere; e hailmi mostrato e provato per molte belle e aperte ragioni...

[7] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 42.15: Questa similitudine dà meglio ad intender il detto di colui che favella, e fallo più chiaro e aperto...

[8] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 5, cap. 2, par. 8, pag. 125.21: Molti trapassono le cose aperte e cercano le nascose e rinchiuse...

[9] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 164.12: Ma quala se voia sia la oppinion veritevol, certament nu no posom vegnir a frut de scientia né su avert cognosciment de le colse, se no per doctrina e per amagistrament anz-metù.

[10] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 11.33, vol. 1, pag. 178: A Dio, a sé, al prossimo si pòne / far forza, dico in loro e in lor cose, / come udirai con aperta ragione.

[11] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 47, pag. 175.18: Petru sì parla a sanctu Gregoriu e dichi: «La raiuni ki tu ày dictu è cussì aperta e clara, ki nulla cosa si nche pò dire cuntrariu...

[12] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 3, pag. 71.8: \Pietro\ Che così sia come tu dici, e per aperta ragione, e convenevole e sufficiente testimonio m'hai mostrato.

[13] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 87, vol. 2, pag. 627.22: disse a più de' suoi distretti amici: «Io mi veggo morire, e morto me, vedrete disasseroncato», in suo volgare lucchese, che viene a dire in più aperto volgare: «Vedrete revoluzione»...

[14] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 25, pag. 41.19: Capitato Enea alla Sibilla, pregolla che quello, di che egli la volea dimandare, cioè s'egli potesse pigliare regno in Italia, non iscrivesse in foglie, acciò che 'l vento non togliesse via la sentenza della risposta, ma con viva voce ed aperto latino gli dovesse rispondere.

[15] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 5, par. 10, pag. 29.27: E lla chagione fu, che lla neciessità de' preti essere veracie primiera e principale non può essere da lloro conpresa per dimostrazione, né non fu punto cosa chiara per sé, né aperta né manifesta.

[16] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 1, L'Avvento, vol. 1, pag. 23.2: Onde dice Leon Papa: «Questa è la scienza del gran giudice e sovrano, questo è il suo spaventoso aspetto, al quale è trasparente ogne cosa soda, e aperta ogne cosa secreta, al quale le cose oscure sono chiare, le mutole li rispondono, il silenzio li si manifesta, e, sanza boce, gli parla la mente.

4.1.1 [Detto della voce:] comprensibile.

[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), Intr. cap. 6, pag. 236.6: Quando dixe grande cose, parle apertamente e ben distinto e puntato, cum voxe polita et aperta.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 23, par. 17, pag. 738.9: La qual cosa vedendo la dea, contenta si dirizzò in piede, e benivola a' suoi falli promise perdono; il quale, quando poi con più aperta voce il domandò, pietosa concesse, ammonendolo che più nell'usato fallo non ricadesse...

[3] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 9, pag. 46.24: Allora Bonifazio incontanente entrò nella chiesa, e posesi in orazione e con aperta voce disse...

[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 292.14, pag. 339: E' non può mal parlar<e> chi parla il vero; / però, dodici tutti, andate bene / con voce aperta per ogni sentiero; / e al signor<e> sincero / v'apresentate de' Manfredi Astore, / che è circunspetto e pien d'ogni valore.

4.1.2 Fras. Per aperto scritto, per aperta scrittura: per iscritto e chiaramente.

[1] Stat. pis., 1321, cap. 71, pag. 251.4: Lo quale notaio sia tenuto tucte et ciascune cose le quale della dicta corte alle suoi mane pervenisse, di dare et renunsiare per aperto scripto al dicto carmarlingo...

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 27, pag. 138.8: et lo peso che si facesse del pionbo o di la ghiletta debbia per aperta scriptura rinonsare al Camarlingo che ricoglie per lo Signore Re, a pena di marcho uno d' ariento a vuo' del Signore Re di Ragona.

4.2 Fig. Noto all'opinione pubblica o di palese evidenza.

[1] Poes. an. tosc.>sett., XIII, 1.3, pag. 383: - Oimè, Amor, perché mi fai morire? / - Volesse Dio che tu fossi morto! / - Perché mi fate, donna, aperto torto?

[2] Pacino Angiulieri (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), 109a.10, pag. 343: però alquanto son maraviglioso / de lo dimando, amico, che mi fate, / poi tra la gente n'è aperta fama / che Dio d'amore nonn ha segnoria...

[3] Pacino Angiulieri (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), 112a.14, pag. 349: ch'al vostro pregio è gran dibassamento / trovarsi in voï sì aperto erore.

[4] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.37, pag. 214.18: E come si conoscono aperte le vendette di Dio, quando egli à molto indugiato e sofferto!

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 310.30: Adunque per quelli detti, e per la Deità di Febo vietano Ascanio desideroso della battaglia; e essi ancora succedono nelle battaglie, e mettono l'anime in aperti pericoli.

[6] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 30.37, pag. 135: Or dunque fa che più non stieno fissi / gli occhi a cotal piacer; chè se tu bene / quel ch'egli è con dritto occhio scoprissi, / aperto ti saria che 'n gravi pene / vive e dimora chiunque ha speranza / non saviamente, e a cotai cose tene.

[7] Stat. catan., c. 1344, cap. 9, pag. 41.20: e cussì dichimu di altru peccatu mortali, si accadissi a lu priolu, apertu e manifestu a lu previti, et ecciamdeu di altra pena per li cosi predicti sarrà punutu per nui, si ni parrà.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 80, vol. 2, pag. 158.1: per invidia di certi de' suoi frati cardinali, si disse, il feciono per lo detto modo morire; onde Idio ne rendé loro, se colpa v'ebbono, assai in brieve giusta e aperta vendetta, come si mostrerrà appresso.

[9] Stat. castell., XIV pm., pag. 209.38: Anco mo li frati d'essa frate[r]nita de humili panno en preçço et colore non al postutto bianco overo nero comunamente vestire se debbiano se non fosse e·llo preçço per temporale per lo visitatore, de consellio dei ministri con alcuno, despensato per caigione legitima et aperta.

[10] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 46, pag. 84.4: a che o per che li tuoi miseri cittadini, o buono re Latino, in sì aperti pericoli tante volte gitti?

[11] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 31, vol. 1, pag. 517.17: E tornossi i· re e la reina a Napoli, messer Luigi e 'l Paladino presono ardire di più aperta rubellione, e acolsono gente d'arme, e corrieno per lo paese.

[12] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 9, par. 7, pag. 211.13: Secondo dunque verità e aperta intenzione dell'appostolo e de' santi, [[...]], niuno dee essere costretto in questo secolo per pena o per tormento a' comandamenti della leggie evangielicha guardare...

[13] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 13, par. 6, pag. 249.17: Ché così diciendo niente altra cosa non sente che 'l consiglio di Giesù Cristo aenpiere non potere, la quale è aperta bugia e ssiccome noi diciamo, come perversa e eretica a ffuggire.

[14] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 690, pag. 260.34: Negli anni di Cristo 1362 incominciò lo comune di Firenze briga collo comune di Pisa, dico la briga aperta e palese.

[15] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 85, terz. 94, vol. 4, pag. 120: E 'l Re Filippo già non l'ebbe a ciancia; / a' Fiorentini scrisse il fatto aperto, / ch'a Lucca non facesser mala mancia.

5 [Detto di una vocale:] articolato con la bocca più allargata rispetto ad altri suoni.

[1] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 36, pag. 230.31: A, vuole essere aperta, che non favelli con la bocca chiusa o che non s'intenda, ma apertamente dica gli suoi pecati, sì come gli commise e fece, e non dica al prete: - Domanda. -

6 Avv. In modo che tutti possano sapere, chiaramente, apertamente.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 31.11, pag. 80: mi soduce disìo, e punge or manto, / in male tale e tanto / metter consiglio alcun leale e certo, / a dimostrare aperto / lo grande errore a chi vis'ha, ché veggia / per ragion chiara e nova / e per decevel prova / dei soi stormenti e testimon ver molti.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 81.7, pag. 302: Assai ag[g]io celato e ricoverto, / madonna, il mio talento dimostrare, / e per temenza me ne son soferto / non vostro cor facessene gravare: / ma sì forte mi stringe e dole forte / ch'io no lo posso, lasso, più celare / ch'io no lo dica a voi davanti aperto...

[3] Meo Abbracc., Rime (ed. Contini), XIII sm. (pist.>pis.), 2, 1.6, pag. 342: Ché nostri padri santi apportaro / lor vita casta, como pare aperto...

[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 4.96, vol. 2, pag. 75: Se vuogli udir, cerca maestro experto / e più tosto eloquente / che parli chiaramente, / che colui / che parla altrui / vie più sottil, ma non ti legge aperto.

[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 15, cap. 2, par. 7.18, pag. 333: E non andar facciendo brievi o scritte, / Indivine, o ffatture, o malie; / E non ti far più inferma che ssia, / Nè muta, se ttu puoi parlare aperto.

[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 172.2, pag. 118: El non è vero che omo enamorato / çiloso sïa; ço ti mostro aperto: / ché çascun ama per trovarvi merto, / e merto d'amare è essere amato, / amato non è chi è conpagnato / d'alcun amante palesse o coperto...

[7] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 57.4, pag. 98: Io non potrei giammai operar tanto, / se per te mille volte il dì morisse, / che io facessi un attimo di quanto / cognosco aperto ti si convenisse...

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 5, cap. 12, vol. 1, pag. 621.27: Messer Giovanni vedendo la ferma risposta di cittadini, e temendo il pericolo della brievità del tempo, con aspre parole cominciò a minacciare i cittadini, dicendo che parlava aperto e non per tentarli...

[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 8.42, pag. 449: Or de la prima poco ci è scoperto, / per quel ch'io truovi in ogni volume: / e però in breve tel dirò aperto.

[10] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 4, 9.3, pag. 48: Giosafà disse: - Dimmi più aperto / chi è questo Iesù e chi e come / (ché tu mi di' ch'è dio e uomo certo) / fu che campotti da sì grieve some. -

6.1 Locuz. avv. In aperto, per aperto.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 409, pag. 190: e s'io parlassi iscuro, / ben ti faccio sicuro / di dicerlo in aperto, / sì che ne sie ben certo.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 28, pag. 341.19: Carissimo Signore e padre mio, vostr'alumata mente creder deggio ch'en aperto vede che, come corda è propia in legare corpo d'omo in poder di nimichevile perforso, è propia vertù in legar core in podere de dilettozo amore.

[3] Fiore, XIII u.q. (fior.), 134.13, pag. 270: Vo' mi parete due inganatori: / Andate fuor di casa, che 'n aperto / Vi dico ch'i' non vo' tapinatori».

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 1, pag. 45.8: E quando li tabellioni pronunziavano per aperto alcuno testamento dove bisognasse l'autorità de' consoli, non ricordavano Marco, ma mettevano il nome di Cesare due volte, cioè Julio Cesare.

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, proemio, pag. 429.16: adunque convenìa specificatamente per la instituzione del battesimo dimostrare in aperto il lavamento de' peccati, il quale seco recòe l'Agniolo di Dio.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 23.6: Poi che fuoro intrati, e fu lo' dato licenzia di parlare in aperto, el massimo Ilioneo con piacevole desiderio cominciò a parlare in questa forma...

[7] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 15, pag. 40.16: onde noi ricevemmo li gravi comandamenti e voi, sì come pietoso, consentiste alle loro piangevole lamentanze, le quali più in celato che in aperto si studiarono di porgere alla vostra audienza.

[8] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 42, vol. 1, pag. 74.5: Servio Tullio si fornìo e afforzossi d'ogni parte in celato e in aperto.

[9] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 5, par. 5, pag. 169.11: E però inn aperto davanti tutti di ciò di vescovi o preti non parlò punto l'appostolo, ma de re e de prenzi, siccome dicieva santo Aghostino.

[10] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 59, comp. 35a.7, pag. 108: Quando ti veggio con l'elmo cuverto, / over quand'io ti veggio al collo il scudo, / o quand'io veggio lo tuo capo nudo / mostrar lo volto tuo chiaro in aperto, / alor amor per certo / l'alma mia tanto impronta, / che may da luy non puote essere digionta.

[u.r. 05.02.2018]